Dalle azioni assurde di Holly e Benji alle prodezze di Shingo Tamai: ecco i cartoni sul calcio che ricordo con più affetto.
Animazione (giapponese) e sport, un matrimonio che dura felicemente da tanto tempo. E il pallone, ovviamente, non rappresenta un’eccezione con tutte le esagerazioni, le emozioni e lo spettacolo del caso. Che prodotto made in Japan sarebbe senza una catapulta infernale o un tiro che ti spacca le gambe se provi a contrastarlo? Da Oliver Hutton a Shingo Tamai passando per il semi-sconosciuto Rudy, ecco i cartoni sul calcio che dovreste vedere almeno una volta nella vita.
Iniziamo con un classicone, che lo conoscono perfino i miei nipoti, 20 e 30 anni in meno di me.
Di Holly e Benji si è detto e scritto di tutto, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Ne ho parlato solo un pochino anche sul mio blog, qui. E’ un anime così leggendario che potremmo non esaurire MAI gli spunti di conversazione. Ve ne offro uno in pasto: sono forse l’unico a trovare insopportabile il protagonista, l’imbattibile Tsubasa/Holly?
E’ il più forte, comanda a bacchetta la propria squadra con quel sorriso per niente adorabile dipinto in volto, non perde praticamente mai e non ha punti deboli. Perchè anche quando si rompe, o qualcuno giustamente lo “trebbia” per fargli abbassare la cresta, lui continua a giocare anche meglio di prima. E chissene se ha una spalla E una caviglia quasi rotte. Indistruttibile, un irritante Terminator che fa le rovesciate.
Così perfettino che nella vita reale, contro una qualunque squadra di Terza Categoria, al secondo numero da circo il difensore avversario gli entrerebbe a piedi uniti sul ginocchio. E addio carriera. Tra gli applausi di tutti.
Eppure, tutto iniziò con un altro cartone sul calcio. E un altro personaggio, decisamente diverso…
Arrivano i Superboys è il primo anime che parla di gioco del pallone. Il sorriso un po’ cattivello del protagonista Shingo Tamai vi ricorda qualcuno? Tranquilli, non siete diventati matti: l’autore di questo capolavoro è lo stesso de L’Uomo Tigre e Rocky Joe. Solo che Shingo, per quel che ricordo, non è buono come Naoto o simpatico come Joe. E’ più un crudele, infame, egocentrico che gode nell’umiliare gli avversari. Almeno fino a quando non lo si prende sportivamente a calci, inculcandogli umiltà e buon senso.
C’è chi afferma che sia un cartone più realistico di tanti altri anime sportivi. Diciamo che sono d’accordo in parte, perchè certi tiri rasentano la follia. E poi, quando mai uno a caso potrebbe incontrare Pelé e magari sfidarlo in un duello all’ultima cannonata?
Passiamo a cartoni sul calcio decisamente più “sfigati”.
Nell’immagine qua sopra potete ammirare dei ragazzini alquanto tristi. Perchè non sprizzano gioia? Beh, non se li ricorda quasi più nessuno. Qualcuno ha visto Palla al centro per Rudy? Sì? Vi scongiuro, parlatemene! Perchè io lo rammento solo vagamente. Appena qualche flash, come una porta tirata giù con un solo tiro (e si parla sempre di bambini) e tiri davvero inverosimili (la palla che scompare, uuuuhh). Roba che la catapulta infernale potresti vederla in ogni partita.
A proposito di illustri sconosciuti… com’era Forza Campioni? Di una bruttezza rara, ma non priva di spunti “scemi”e divertenti. Come il portiere grosso quanto Hulk che decide che può tranquillamente partire palla al piede per segnare da solo, visto che c’ha il tiro violento. Come va a finire? Beh, il demente lascia in porta un compagno, parte all’avventura e… la sua squadra perde. Con l’allenatore che se la ride di gusto. Roba che in una vera partita, della terza categoria di cui parlavo poche righe fa, in campo pioverebbero insulti, bottiglie e bombe a mano.
Concludo con qualcosa di meno fuori di testa e più “serio”, quasi scolastico. I ragazzi del Mundial illustra la storia dei Mondiali di calcio dal 1930 al 1990: più che un cartone sul calcio è una lezione di storia dello sport. La cosa interessa? Potete trovare in streaming ogni episodio su RaiPlay.it. Mica male per una curiosa collaborazione italo-giapponese…