8 1⁄2 è considerato uno dei capolavori di Federico Fellini. Uscito nel 1963 ha come interprete principale Marcello Mastroianni nei panni di Guido Anselmi, un regista in piena crisi creativa. Al suo fianco troviamo tra gli altri Claudia Cardinale, Anouk Aimée e Sandra Milo.
Trama
La trama di 8 1⁄2 è semplicissima, Guido Anselmi non riesce a creare il suo nuovo film nonostante le forti pressioni esterne. Assistiamo a sogni, ricordi e realtà tutti mescolati perché è proprio così che l’arte può nascere, fondendo le dimensioni di ciò che siamo, vorremmo essere e siamo stati.
Commento
Fellini, come suo solito, vuole raccontare sé stesso ed è proprio per questo che decide di chiamare il film 8 1⁄2, è il suo ottavo film e mezzo considerando gli episodi diretti in L’amore in città e Boccaccio ’70 e la codirezione di Luci Del Varietà.
Vuole parlarci però non solo di una cosa che ha colpito lui (la crisi esistenziale e artistica) ma di qualcosa che colpisce l’uomo in quanto tale e l’artista nello specifico.
Mi sembrava di avere le idee così chiare. Volevo fare un film onesto, senza bugie di nessun genere. Mi pareva di avere qualcosa di così semplice, così semplice da dire, un film che potesse essere utile un po’ a tutti, che aiutasse a seppellire per sempre tutto quello che di morto ci portiamo dentro. E invece io sono il primo a non avere il coraggio di seppellire proprio niente. Adesso ho la testa piena di confusione, questa torre tra i piedi… chissà perché le cose sono andate così. A che punto avrò sbagliato strada? Non ho proprio niente da dire, ma voglio dirlo lo stesso. (Guido)
Quest’ultima frase racchiude lo spirito dell’artista in sé. L’artista che non fa arte per ottenere riconoscimento ma perché ha bisogno di esprimere la sua persona. Quante volte anche noi ci siamo sentiti impossibilitati ad esprimere qualcosa? A me è capitato e continua a capitare ma sono tutto fuorché un artista. Riflettendoci ho compreso che questa necessità di espressione è la base stessa della nostra condizione umana. Ognuno lo fa in modo diverso, ognuno lo chiama in modo diverso ma fin da piccoli siamo chiamati ad esprimere noi stessi. Dai disegni allo sport, dalla dialettica alla scrittura, dalla musica al modo in cui ci vestiamo, in ogni cosa che facciamo c’è un’espressione e la nostra espressione diventa essenza. In 8 1⁄2 la difficoltà di Guido nell’esprimere sé stesso con la sua arte diventa essa stessa espressione attraverso la macchina da presa di Fellini. L’espressione diventa creazione.
All’interno della narrazione il regista mischia ricordi, realtà e sogni. Ciò che siamo stati, il ricordo dunque, è fondamentale per la nostra esistenza e quindi condiziona il modo in cui esprimiamo noi stessi. Esprimersi è il nostro modo per dimostrare che esistiamo.
Con il sogno è il nostro inconscio ad esprimersi e quindi anche in questo caso una parte di noi dichiara la sua esistenza.
La realtà è invece la parte della vita in cui un individuo si esprime anche semplicemente con la sua presenza ed esiste sul piano fisico.
Siamo tutti un po’ Guido, desiderosi di esprimerci ma sopraffatti dalla vita, dal lavoro, dalle persone. Quando troviamo la nostra dimensione è una festa, una gioia ed è ciò che di meglio si possa desiderare. Siamo vivi.
Conclusioni
Questa è solo una delle svariate riflessioni che si possono fare su questo capolavoro assoluto. Uno tra i migliori film della storia del cinema, di certo non semplice da comprendere ad una prima visione ma ricco di spunti di riflessione e di una bellezza stilistica innegabile.
Lorenzo