Gli insulti agli attori di 13 – ciò che nemmeno la serie è riuscito ad insegnare
Buongiorno/buon pomeriggio/buona sera a tutti e grazie in anticipo di aver aperto questo articolo!
Penso che ormai la stragrande maggioranza di voi conosca la serie tv “13 reasons why”, ma, per chi di voi ancora non lo sapesse, la prima stagione della serie racconta la storia di Hannah Baker, un’adolescente che, prima di togliersi la vita, lascia tredici cassette in cui spiega quali sono i motivi (e le persone) che l’hanno portata a prendere questa decisione.
13 è stata criticata con da subito in quanto, secondo alcune persone, il suicidio della protagonista veniva in qualche modo glorificato. Nonostante ciò la serie è diventata una delle più viste della piattaforma streaming ed in breve è stata rinnovata per una seconda stagione; questa notizia ha nuovamente diviso in due il pubblico: da una parte chi pensava che la storia fosse conclusa e che la nuova stagione fosse fatta soltanto per soldi e chi, invece, era curioso di vedere come gli autori si sarebbero giocati le loro carte. La seconda stagione ha comunque raggiunto dei buoni numeri, tanto da convincere Netflix a rinnovare la serie per una terza e una quarta ed ultima stagione.
Tra i motivi che hanno fatto di 13 un successo c’è ovviamente anche il fatto che affronti temi importanti quali il bullismo o lo stupro (gli attori stessi sono stati seguiti da uno psicologo per tutta la durata della serie), cercando di lanciare un messaggio: non importa quanto piccole le nostre azioni possano sembrare, dobbiamo ricordarci che ciò che facciamo ha sempre un effetto sugli altri.
Il punto? Non tutti, purtroppo, sembrano aver colto il messaggio.
L’attore Justin Prentice -che nella serie interpreta il classico ragazzo ricco e bianco, Brice Walker, finito nelle cassette di Hannah per aver violentato lei e Jessica Walker- ha subito sui social un violento attacco. Per fortuna l’attore ha reagito con positività, arrivando a commentare in un’intervista che, se ciò succede, è perché ha fatto bene il suo lavoro.
Poco dopo l’uscita della terza stagione Timothy Granaderos, nella serie Montgomery de la Cruz (amico di Bryce e colpevole, tra le altre cose, di aver violentato Tyler) ha fatto un post su Instagram con la seguente didascalia: ciao a tutti, soltanto un promemoria. Che voi supportiate o no, che vi piaccia o che amiate un personaggio del nostro show fittizio – per favore, ricordate che c’è un talentuoso attore/attrice che porta queste parole scritte in vita. Uno dei temi più importanti della nostra serie è il prendersi cura l’uno dell’altro. Ho visto delle cose abbastanza disgustose online, riguardanti l’introduzione di un nuovo personaggio. Voi siete appassionati e vi amiamo per questo, ma PER FAVORE PER FAVORE cercate di essere gentili e di rispettare il lavoro dell’attore/attrice dietro il personaggio.
Nonostante tutto, il suo appello è stato inutile. Qualche giorno dopo infatti, Grace Saif, nuova voce narrante della terza stagione nel ruolo di Ani, ha disattivato i suoi profili Instagram e Twitter a causa dei commenti ricevuti da chi non aveva gradito il suo personaggio o le sue azioni.
Tutto ciò, già di per se assurdo, mi è saltato agli occhi quando la situazione è stata commentata su Twitter da Ashleigh Murray, (Josie in Riverdale) che ha detto: la gente mi ha chiamata scimmia, nera sciatta e senza classe e mi ha detto di saltare in un forno soltanto perché… Archie aveva baciato Josie. Quindi sì, non la biasimo”
È passato quasi un mese da questa vicenda e io ancora mi sento senza parole. Qual è il punto nel riempirsi la bocca di belle parole, sull’importanza delle nostre azioni, se poi non riusciamo a fare cose banali come distinguere l’attore dal personaggio che interpreta? Cosa ce ne facciamo del bel messaggio di 13 se poi non riusciamo ad applicarlo nella vita reale nemmeno con gli attori della serie stessa?
E voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento. Grazie per aver letto fino a qui❤️
Dal paese delle meraviglie,
Alice