Ciao a tutti e a tutte! Pepitas è un cortometraggio di Alessandro Sampaoli realizzato dagli studenti di Mini FilmLab nel 2018. I protagonisti sono interpretati da Ariella Reggio e Lino Guanciale mentre gli altri due interpreti sono Ulisse Romanò e Lorenzo Piccolo.
Trama
Andrea (Lino Guanciale) ha già più di 30 anni ma vive ancora con la mamma e la nonna ipovedente (Ariella Reggio) e cerca di fare di tutto pur di nascondere la sua vera identità. La nonna, però, è sempre la nonna e riesce a percepire qualunque cosa passi per la testa del nipote.
Il mio pensiero
Come avevo già scritto nella recensione di Retro -che trovate qui– questo cortometraggio è carino ma non l’ho trovato così tanto incisivo. Il tema è importante, decisamente importante, ma non so per quale ragione non mi ha colpito più di tanto; forse è una questione di sensazione a pelle oppure sono io che non sono riuscita a cogliere tutte le sfumature. Con questo non voglio dire che il messaggio non arriva o che a me il corto non è piaciuto, anzi. L’ho trovato un corto dolce e anche ben riuscito ma, se dovessi paragonarlo a Retro, vi direi che mi è piaciuta molto di più la produzione realizzata dai Fat Call Cool. In un’ipotetica valutazione da 0 a 10, darei un 9½ a Retro mentre mi fermerei “solo” ad un 8 per Pepitas.
Parliamo ora più nello specifico del cortometraggio. Il rapporto nonna-nipote è semplicemente dolcissimo, Ariella Reggio è qualcosa di straordinario nei panni della nonnina che, nonostante tutto, sostiene suo nipote e lo capisce fino in fondo, anche nei suoi “non detti”. Funzionano bene anche i “compagni di avventura” di Andrea, interpretati da Romanò e Piccolo. Buona prova per Lino Guanciale ma in questo corto il mio cuore è quasi tutto per la Reggio perché, diciamocelo, come si fa a non amarla?
La carezza della nonna al nipote è ciò di cui tutti abbiamo bisogno nella vita perché, che lo ammettiamo o no, tutti necessitiamo di essere capiti e amati senza pregiudizi né preconcetti. Tutti abbiamo bisogno di quell’abbraccio, di quel segno che ci faccia capire che siamo amati fino in fondo e sopra ogni cosa. Questa è la cosa che mi è piaciuta di più di questo corto e ritengo che sia anche il cuore pulsante della produzione.
Passiamo alla parte “negativa”: non saprei indicare qualcosa che manca eppure, nel mio piccolo, mi sento di dire che non c’è qualcosa che in realtà dovrebbe esserci. A vedere la lista infinita di premi che questo corto si è aggiudicato -tutti meritati, non penso di certo il contrario- mi viene da pensare che sono l’unica che crede manchi qualcosa. Forse sono semplicemente alla ricerca del cosiddetto “pelo nell’uovo” ma vi posso assicurare che anche dopo aver visto il corto più di una volta permane in me una strana sensazione.
Detto ciò, consiglio decisamente la visione di Pepitas perché in poco tempo riesce a trasmettere un bellissimo messaggio di accettazione del “diverso”, fermo restando il fatto che non dovrebbe esistere nemmeno la parola “diverso” perché tutti siamo esseri umani. Il corto è facilmente reperibile su YouTube e, per vostra comodità, vi lascio qui il collegamento per vederlo.
Voi cosa ne pensate? Avete visto Pepitas? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
NOTA: In rete ho trovato scritto il titolo sia come Pepitas sia come Pepita’s e alla fine ho deciso di utilizzare quello predominante ma ci terrei a scusarmi nel caso in cui non fosse quella la scrittura corretta.