L’attimo fuggente è stato un grandissimo film del 1989 con protagonista Robin Williams ed ora è stato riadattato per essere portato sui palcoscenici italiani. La regia è curata da Marco Iacomelli e lo spettacolo è di Tom Schulman.
L’attimo fuggente | Trama
1959.JohnKeating,docente di letteratura, viene trasferito nel collegio maschile Welton Academy, i cui pilastri fondanti sono: onore, disciplina, tradizione ed eccellenza. Keating però, ha dei metodi di insegnamento un po’ anticonformisti e alla lunga verrà mal visto dal collegio che prevede regole severe e zero tolleranza.
L’attimo fuggente | Cast e personaggi
Ettore Bassi -John Keating-
Mimmo Chianese -Paul Nolan-
Marco Massari -Signor Perry-
Matteo Vignati -Neil Perry-
Alessio Ruzzante -Todd Anderson-
Matteo Napoletano -Charlie Dalton-
Matteo Sangalli -Knox Overstreet-
Leonardo Larini -Richard Cameron-
Edoardo Tagliaferri -Steven Meeks-
Sara Giacci -Chris-
L’attimo fuggente | Commento
Finalmente è giunta l’ora di tornare a parlare di teatro: non sto più nella pelle!
Andiamo con ordine e iniziamo a parlare del palcoscenico: appena entrati in sala non si nota nulla di che, sei sedie nere, tutte uguali, e due specie di teloni bianchi a fare da sfondo -sui quali successivamente verranno proiettate varie immagini o frasi-.Poi parte la musica e si entra nel vivo della narrazione iniziando a scoprire i quattro pilastri del rigidissimo collegio maschile direttamente dalle voci dei ragazzi che lo frequentano. Da subito si percepisce che la Welton Academy è una scuola diversa dalle altre, è una scuola che si contraddistingue per l’ottima preparazione che fornisce ai ragazzi ma anche per la severità e l’austerità di tutto l’ambiente e di chi ci lavora. Il professore Keating, in questo quadro un po’ demoralizzante, è la vera luce nell’oscurità, è colui che insegnerà davvero a vivere ai ragazzi.
Carpe Diem! Cogliete l’attimo, perché ogni secondo è importante!
Il carpe diem è il vero mantra de L’attimo fuggente, è l’insegnamento vero e proprio che John Keating dà ai suoi studenti che dapprima sono scioccati (esilarante la scena in cui il docente invita i discenti a strappare la pagina 17 del libro) ma poi iniziano a seguirlo con sempre più convinzione via via che lo spettacolo procede.
Il messaggio che lo spettacolo vuole inviare agli spettatori è bello forte e viene spedito attraverso un’estrema semplicità tanto di parole quanto di scene vere e proprie. Non ho una scena preferita però posso dire che dopo i primi 10-15 minuti tutto diventa molto più coinvolgente probabilmente anche perché gli attori nel frattempo si sono un po’ sciolti e riescono a performare meglio. Passando al piano attoriale ho apprezzato molto la severità resa da Mimmo Chianese, il terribile preside Nolan, e il rapporto padre-figlio molto conflittuale che sono riusciti a creare Marco Massari e Matteo Vignati. Il migliore tra tutti secondo me è stato Alessio Ruzzante che è riuscito a giocare molto con la balbuzie del “suo” Todd e a renderlo verissimo. Anderson è anche il mio personaggio preferito perché è un po’ la persona considerata generalmente “inutile” che, invece, si rivela migliore di tutti gli altri messi assieme. Buona prova anche per gli altri attori, nessuno sfigura ed Ettore Bassi sembra quasi un altro attore rispetto a ciò che si vede sullo schermo del televisore -a me, infatti, è sembrato molto più coinvolto e calato nel personaggio a teatro-. Pensate che all’inizio dello spettacolo ho quasi faticato a riconoscere lo stesso attore che ha prestato il volto a Piras ne “La porta rossa”. Questo fatto mi conferma una sola cosa: a teatro è tutto diverso!
Considerazioni finali
Riassumendo tutto ciò che ho scritto sopra consiglio assolutamente la visione di questo spettacolo soprattutto ai ragazzi e alle ragazze perché capire che la vita è una e che va vissuta appieno non è così banale e vedere uno spettacolo come questo sicuramente aiuta. Consiglio la visione ai teenager (qui il mio articolo sui giovani a teatro) anche per la durata della messinscena: L’attimo fuggente dura solo 90 minuti, è senza intervallo e, pertanto, queste tempistiche sono adatte per coloro che non vogliono passare troppo tempo seduti sulle poltrone del teatro.
Professor Keating per tutti!
Questo paragrafo non c’entra completamente con lo spettacolo ma è una riflessione personale elaborata a partire da ciò che ho visto ne L’attimo fuggente. Il pensiero che si è insinuato nella mia mente dopo lo spettacolo è stato: vorrei anche io che tutti i miei professori fossero come il professor Keating. Non per strappare pagine, non per salire sulle sedie, ma per imparare davvero, nel senso più esteso del termine. Letteratura, matematica, scienze, storia, sono tutte materie importanti a scuola ma dovrebbe essere aggiunta al curriculum di tutti gli studenti una nuova materia: imparare a vivere. È proprio questo che Keating insegna ai suoi studenti e anche agli spettatori che, di sera in sera, affollano i teatri italiani. Lui, un banalissimo professore di lettere, ha deciso di far passare tutto il suo amore per la materia, per l’insegnamento, per la vita vera ai suoi studenti. Perché, se ci pensiamo bene, L’attimo fuggente è una dichiarazione d’amore potentissima nei confronti della vita e dell’insegnamento. Quindi: professor Keating per tutti! E, ricordate, vivete la vita, non aspettate di diventare cibo per vermi prima di scoprire che non avete vissuto davvero (by Keating)!
Avete visto o andrete a vedere L’attimo fuggente? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria