Woody Allen torna al cinema con Un giorno di pioggia a New York grazie a Lucky Red che lo distribuisce in Italia e ci porta nella sua amata New York.
Trama
Un ragazzo di nome Gatsby (Timothée Chalamet, doppiato da Alex Polidori) e la sua ragazza Ashleigh (Elle Fanning doppiata da Emanuela Ionica) vanno a New York per un weekend insieme durante il quale Ashleigh dovrà intervistare un importante regista. Le cose non andranno come i due (o forse solo Gatsby) avevano previsto.
Commento
Non mi sono dilungato troppo nella trama di Un giorno di pioggia a New York perché sarei incappato in spoiler ma ciò che conta, come insegnava Federico Fellini, non è la trama ma sono i personaggi. Allen distribuisce su ognuno di essi le proprie caratteristiche che spesso erano incarnate nel personaggio interpretato dallo stesso regista. Vediamo quindi una Ashleigh imbranata e farneticante, un Gatsby malinconico, una Shannon (Selena Gomez) sarcastica e tanti altri difetti.
Ciò che invece non sembra avere difetti è la città, New York è il vero amore di Woody Allen e forse soltanto chi l’ha vissuta può comprenderne il motivo. La magia di Central Park, la pioggia con una luce solare che da lontano crea un clima surreale, il grigio dei palazzi e del cielo e la bellezza del MET. La dichiarazione d’amore a New York Allen la fa attraverso le inquadrature ma non la rende una cartolina, il solo fatto di riprendere la pioggia dimostra ciò.
I personaggi però rimangono un punto importante. In un giorno di pioggia a New York non solo rappresentano i tipici aspetti del regista ma ci parlano di relazioni, di come gli interessi in comune siano importanti, di come il mondo dello spettacolo possa trasformare le persone, di come non conosciamo gran parte del passato di chi ci sta intorno e di come l’amore possa cambiarci.
Conclusioni
Un giorno di pioggia a New York è un bellissimo film che con una fotografia meravigliosa (del nostro Vittorio Storaro) , la solita eleganza registica e la scrittura brillante di Woody Allen ci mostra un ideale romantico di come vorrebbe i giovani il regista. Purtroppo però la realtà è differente, il contatto reale è sempre più in diminuzione e forse la frase messa in bocca a Timothée Chalamet “Odio questi cellulari!” è ciò che dimostra quanto stiamo perdendo della nostra vita davanti a questi piccoli schermi anziché essere liberi di inzupparci d’acqua magari con un hot-dog in mano fuori dal Museo di Storia Naturale senza pensare altro che al momento che stiamo vivendo e che rimarrà nella nostra memoria e non in pochi megabyte su uno smartphone.
Lorenzo