The Witcher è la nuova serie Netflix tratta dai romanzi fantasy di Andrzej Sapkowski, a partire dalla raccolta di racconti nota come The Last Wish.
Trama
In un mondo abitato da esseri umani, elfi, nani e altre specie magiche, l’equilibrio è sempre instabile. Le razze civilizzate devono infatti convivere con i mostri che li minacciano e a causa dei quali sono stati creati dei guerrieri mutanti in grado di ucciderli: i witcher. Geralt è uno di essi: un essere umano strappato alla sua famiglia in tenera età e sottoposto ad un durissimo addestramento, durante il quale gli furono somministrate erbe e pozioni che mutarono profondamente il suo organismo affinando i sensi, attenuando le emozioni ritenute superflue e fortificando il corpo per renderlo più forte, veloce, agile e resistente.
Come ogni witcher, Geralt si guadagna da vivere uccidendo a contratto quelle creature che sgomentano anche i più audaci: i mostri. Le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui, lo considerano un male necessario, un cacciatore da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi delle persone; molte di loro infatti nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti, rivelandosi spesso creature peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Il destino stesso condurrà il witcher verso una potente maga ed una giovane principessa con un pericoloso segreto, in un continente sempre più destabilizzato da intrighi politici e calamità.
Commento
The Witcher è la serie fantasy di cui Netflix aveva bisogno. Con un tempismo perfetto, si è inserita in meno di una settimana nel palinsesto globale ed è divenuta una delle serie tv più chiacchierate di tutti. Di solito si aspetta un po’ per dirlo, ma sono sicura che presto potremmo considerarla addirittura un cult.
Cast
Henry Cavill è stato scelto per interpretare Geralt di Rivia (doppiato da Gianfranco Miranda), solitario cacciatore di mostri. Freya Allan veste i panni della Principessa Ciri, coraggiosa e custode di un misterioso segreto. Anya Chalotra (doppiata da Benedetta Degli Innocenti) interpreta la potente maga Yennefer di Vengerberg, il cui destino è inevitabilmente legato a Geralt.
Completano il cast e personaggi di The Witcher: Jodhi May nel ruolo della Regina Calanthe; Björn Hlynur Haraldsson interpreta Re Eist Tuirseach; Adam Levy è Mousesack; MyAnna Buring è Tissaia de Vries (doppiata da Federica De Bortoli); Mimi Ndiweni veste i panni di Fringilla Vigo; Therica Wilson-Read è Sabrina Glevissig; Emma Appleton interpreta la Principessa Renfri, mentre Joey Batey (doppiato da Alessio Puccio) è Ranuncolo.
A mio parere, tutti gli attori si sono rivelati all’altezza del ruolo. Inoltre, penso sia stato davvero un bene che, seppur visti da qualche parte, siano stati scelti dei nomi non troppo conosciuti. Si sono rivelati una piacevole scoperta, soprattutto Anya Chalotra.
Musiche
Un altro aspetto molto importante in questa serie tv è la componente musicale curata e prodotta da Sonya Belousova e Giona Ostinelli. Il risultato finale è molto soddisfacente dal momento che da una parte, riprendendo abilmente i motivi musicali del videogioco, si accontentano i fan della versione videoludica e dall’altra, con “Dona un soldo al tuo Witcher” cantata da Ranuncolo, hanno creato un tormentone orecchiabile.
Fotografia e regia
Se c’è una cosa che apprezzo molto sono le fotografie ricercate, capaci di rendere quasi tutte le inquadrature paragonabili ad una cartolina. E questo è stato possibile grazie anche ad una buona regia formata da numerosi professionisti come Alik Sakharov (House of Cards, Il Trono di Spade), Alex Garcia Lopez (Luke Cage, Utopia), Charlotte Brändström (Outlander: l’ultimo vichingo, Counterpart e Disparue) e Marc Jobst (Tin Star, Marvel’s The Punisher).
La produzione ha lavorato molto bene anche sulle ambientazioni, preferendo le riprese in loco piuttosto che in studio e selezionando panorami intensi, eterogenei e mozzafiato. Vediamo foreste, montagne, pianure e deserti che hanno contribuito a rendere la fotografia ancora più suggestiva.
Sceneggiatura
Sicuramente la forza nella trama della serie sta principalmente nella solida base creata dai libri di Andrzej Sapkowski. Autore capace di creare un mondo fantasy vivido, credibile e in grado di mescolare sapientemente ingredienti non certo inediti in un unicum che lascia il segno.
Inoltre, grande pregio di questa storia è quella di trattare temi attuali e importanti come la xenofobia e razzismo, solitudine e appartenenza, amore e famiglia.
Ma se da una parte i fan dei libri si possono ritenere soddisfatti, la serie tv recupera i romanzi nei toni cupi del racconto sia nei momenti più leggeri, questo non significa che non ci siano stati cambiamenti:
Il più grande cambiamento che ho fatto dai libri è che volevo che Ciri e Yennefer si mettessero un po’ di più sulle loro gambe. Nei libri sono introdotti attraverso lo sguardo di Geralt, attraverso il suo punto di vista e per me è stato importante che il nostro pubblico li conoscesse prima individualmente, durante il loro viaggio e poi li vedesse intersecarsi per scoprire cosa succede. Quindi quello è stato uno dei più grandi cambiamenti che ho fatto ma è stata per me, l’opportunità più eccitante perché ho anche trovato questi personaggi davvero avvincenti.
Lauren S. Hissrich
Difetti
Quest’ultima caratteristica, ovvero la particolare narrazione adottata per la prima stagione di The Witcher, può essere considerata un’arma a doppio taglio: trama aggrovigliata e personaggi offuscati. E se non si sta attenti, o se non si ha letto i libri, trovare gli indizi (presenti sin dalla metà della stagione, ma evidenti verso la conclusione) per capire che le tre trame non avvengano contemporaneamente, non è proprio immediato. Soprattutto perché il montaggio alternato camuffa un pochino la reale successione temporale e l’assenza di didascalie non aiuta. Ma è comunque ovvio che questa scelta, oltre a dare maggior spazio ai personaggi secondari, sia stata fatta anche per sorprendere lo spettatore. Come se fosse un puzzle di cui ricostruire i pregi. Personalmente ho apprezzato vedere tre linee temporali ricongiungersi piano piano, ma ammetto che forse in sceneggiatura si poteva fare di più.
Belle anche le coreografie dei combattimenti, che però sono meno frequenti di quanto fosse lecito aspettarsi. Altra cosa che non mi ha proprio convinto è stata la scelta del lessico, almeno in italiano. Infatti ho riscontrato in più di un’occasione la scelta di parole troppo moderne per essere credibili in questa ambientazione (ad esempio quando parlano di “una SPA”, invece che parlare di acque termali, acque calde, acque rigeneranti). Altra cosa che non mi spiego: in tutto il mondo Witcher è stato tradotto, mentre in Italiano (che ha il corrispettivo “Strigo”) non è stato fatto.
La cosa però che non mi è piaciuta per niente è la CGI: oltre a un abuso di green screen che a tratti risulta invadente, gli effetti per le scene di magia e combattimento contro i mostri non sono all’altezza delle aspettative (nella scena per proteggere l’uovo del drago, la creatura sembrava un personaggio dei cartoni animati).
La critica
Su questa serie tv c’è molto da dire, anche se non mi era mai capitato di dover commentare l’accoglienza della critica. Infatti questo aspetto è stato abbastanza discusso da tutti. Già la strategia di promozione della serie tv esce dai soliti schemi di Netflix, che solitamente concede ad un numero selezionato di critici di visionare in anteprima un prodotto. In questo caso, nessuno ha potuto guardare The Witcher prima della sua data di uscita. E questa si è rivelata una mossa vincente.
Spesso infatti le recensioni in anteprima possono influenzare l’opinione pubblica e per The Witcher è successo un fatto molto particolare. Mentre i fan hanno amato la serie, la critica, in particolare quella d’oltre oceano, l’ha praticamente stroncata. In alcuni casi hanno anche dato 0!
Ma perché una cosa del genere? Onestamente non lo capisco. In alcuni casi si è scoperto che il recensore non è stato tanto affidabile nella sua valutazione o addirittura di parte. Entertainment Weekly, ad esempio, odiava lo spettacolo in modo così veemente che ha svalutato la prima stagione con il peggior voto possibile: F. Successivamente si è scoperto che, la recensione scritta da due critici, Kristen Baldwin e Darren Franich, è stata redatta dopo aver visto meno del 50 % degli episodi. E se questo vi sembra poco professionale, dovete vedere cosa hanno affermato in seguito:
“perché la vita è troppo breve per i tempi di esecuzione del dramma Netflix, sono passato al quinto episodio”
Il paragone con il Trono di Spade
Nonostante questa controversa parentesi, un’altra parte di critica e i fan hanno comprensibilmente definito The Witcher il nuovoTrono di Spade, tanto che alcuni hanno dichiarato che le scene di battaglia superano di gran lunga quelle ambientate a Westeros: “Le scene di combattimento in The Witcher rendono quelle di #GameofThrones simili a degli ubriachi che litigano fuori a un bar”.
Fare confronti è lecito, ma c’è comunque da ricordarsi che entrambe le serie tv, sebbene abbiano un’ambientazione simile sono del tutto diverse: il Trono di Spade è un medioevo politico, fatto di strategia, complotti, ci sono molti personaggi e trame e la magia non è il fulcro del programma.
Ancor prima del suo debutto, The Witcher è già stato rinnovato per una seconda stagione. A quanto pare Netflix crede molto nella potenzialità del progetto. Inoltre, l’annuncio non stupisce nessuno, dato che la showrunner Lauren S. Hissrich ha pianificato la serie per sette stagioni.
Voi cosa ne pensate?
Qui Sara Scrive, passo e chiudo!