Mi chiamo Lucia, ho venticinque anni, e, negli ultimi sei anni della mia esistenza ho dovuto sorridere –destando non poco stupore- ad una conturbante affermazione: “Ma cosa pensi di poter fare con una laurea in lingue?”
Avevo da poco compiuto ventitré anni, quando in seguito alla proclamazione della mia seduta di laurea in “Lingue e culture orientali e africane” conseguita con il massimo dei voti, la mia dolce nonnina materna si congratulò con un pressappoco inopportuno: “Adesso perché non fai scienze infermieristiche?”
Sebbene fossi abituata a commenti sconfortanti, in quella che doveva essere un’occasione di orgoglio, il mio sguardo si spense come fuoco in assenza di ossigeno. Faccio ancora fatica a crederci. Tutti i miei sforzi di quegli anni, non erano stati per niente riconosciuti.
“Alla fine è una stupida laurea in lettere”, ebbe il coraggio di dire mia madre a pochi giorni dalla discussione, rispondendo a una nervosa figlia in preda ad un attacco di panico. Ma sapete? Io ho resistito, e ho continuato a studiare le due lingue che più amo al mondo: il giapponese e il cinese mandarino.
Potrebbe apparire come frivolo, ma credo di amare il mio corso di studi più di qualsiasi altra cosa al mondo. Varcare ogni giorno il portone della mia facoltà, conversare con i miei compagni su quelli che sono i nostri incompresi progetti, mi rende immensamente felice. Ogni momento, obiettivo e traguardo raggiunto non fanno che avvicinarmi al mio sogno di diventare interprete. Ed è qui che volevo arrivare, alla meraviglia di avere un sogno.
Avere un’ambizione è quanto di più prezioso abbiamo nella vita. Quando mi capita di incontrare ragazzi che soffrono per la loro mancanza di obiettivi, mi sento quasi privilegiata. Come dico sempre, avere le idee chiare è un dono.
Cari studenti universitari, innamorati della cultura e di ciò che oggi è ritenuto non essere spendibile (come la maggior parte delle facoltà umanistiche), sono qui per dirvi che la conoscenza, una laurea, non è mai inutile. Siate fieri delle vostre scelte, siate trepidanti di studiare e insistenti di riuscire. Quando si ha un sogno, tutto il resto appare così noioso.
Dobbiamo avere la presunzione di pensare di avere l’obiettivo più bello del mondo, anche migliore di quello degli altri. Essere presuntuosi e godere di ciò che ai nostri occhi appare come la più speciale, particolare ed accattivante delle cose per raggiungere la felicità. E noi vogliamo proprio ottenere la più meravigliosa delle cose.
Ogni carriera è meravigliosa, se ci si pone un determinato obiettivo. Studiare con sicurezza, oltre che giovare al nostro umore e rendere il tutto meno pesante, dona la forza di puntare ad essere brillanti, di acciuffare quelle possibilità di carriera che renderanno la vita lavorativa serena ed entusiasmante.
A pochi esami dalla mia laurea magistrale, posso constatare che la mia laurea non è inutile, per niente. E sebbene sia circondata da dottori con titoli più spendibili, non posso che gioire con loro dei successi, perché in fondo, entrambi, ci sentiamo fieramente, spassionatamente, profondamente realizzati.
Il percorso è ancora molto lungo, e sicuramente sarà più tortuoso che per altri. Ma sono fiera della mia scelta universitaria ritenuta dagli altri “azzardata”, perché non vi è nulla di più gratificante che seguire le proprie passioni.
E i momenti di sconforto, di inquietudine, giungeranno giorno dopo giorno, e quell’ angoscia di fallire, di non riuscire a dimostrare il proprio valore e l’amore che si ripone nei propri studi, potrebbe portare alla resa. Vi assicuro che sono solo momenti. Resistete, continuare a tentare.
A proposito, il mio pseudonimo è Asiaticamente, per chiari motivi. Sono di quelle che sostengono i sognatori, che si meravigliano per poco. Sono qui per condividere ciò che amo, e per trasmettere il coraggio di perseguire, nonostante la malevolenza della società che ci circonda.
Correte, gioite, acciuffate con forza la vostra aspirazione. Fatevi travolgere da ciò che più amate, ubriacatevi di questi vostri sogni, bramate l’inarrivabile.