Ciao ragazzi! Visto che ormai siamo a Marzo, posso raccontarvi di come ho trascorso il mio primo semestre all’Università.
Studio Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza di Roma. Mi sono iscritta quest’estate convintissima della mia scelta per tanti motivi:
1) Quando mi sono iscritta al liceo, stupidamente ho deciso di frequentare lo scientifico perchè era più vicino casa, era quello dove sarebbe andata la mia ex migliore amichetta e non avendo le idee chiare credevo che fare un “liceo generico” fosse la scelta giusta. Invece ovviamente mi sbagliavo, ci sono state tante volte in cui mi sono detta che la matematica e la chimica non facevano per me, eppure non ho mai cambiato scuola. Sono stata una vera masochista visto che per arrivare alla sufficienza stavo ore a studiare cose che – per qualcuno portato per le materie scientifiche – erano delle cavolate. Se siete visitatori di questo blog avrete già intuito che le mie passioni sono l’arte e la letteratura… quindi nulla a che fare con la scienza! Nonostante questo, allo Scientifico ho avuto dei buoni professori e ho acquisito una preparazione di cui vado fiera, anche se dopo 5 anni passati a studiare controvoglia (sia chiaro che comunque io a scuola ho sempre avuto voti altissimi) ho capito una cosa: all’Università devo studiare solo ciò che amo!
2) Il mio sogno sarebbe quello di scrivere libri con un messaggio destinato ai miei lettori. Non voglio scrivere solo libri di narrativa per raccontare una semplice storia. Sembrerà strano, ma sono d’accordo con Cicerone (“docere delectare et movere”) e Mazoni (“l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo”)! Secondo me sarebbe veramente utile se oltre a rilassarsi, uno spettatore potesse imparare anche qualcosa e di conseguenza investire il suo tempo in maniera produttiva. Ultimamente però mi sono accorta, che per raggiungere questo obbiettivo, in particolare su larga scala, non posso scrivere libri perchè la gente di oggi non ama leggere, preferisce immagini che si muovono, la multimedialità. Quindi scrivere le sceneggiature di film mi è sembrato un buon compromesso fra lo scrivere libri e parlare ad un ampio pubblico. Racconterò lo stesso una storia con un messaggio ma lo farò tramite immagini. Inoltre il cinema e le serie tv mi hanno sempre appassionata!
3) Mio zio lavora a Cinecittà, ed è stato uno dei primi studenti del dipartimento del DASS (Arte e scienze dello spettacolo) che aprì circa una trentina di anni fa qui a Roma. È stato proprio lui a indirizzarmi alla Sapienza!
I primi mesi
Per entrare a far parte del corso di laurea 2017-2018 ho dovuto sostenere un test di ingresso come verifica delle conoscenze. Detto fra noi è stata solo una formalità, una caz***ata: per passare senza debito formativo dovevi totalizzare da un minimo di 20 punti a un massimo di 40 punti. Il test era a crocette e le domande erano piuttosto banali.
A posteriori è facile parlarne, ma se devo raccontarvi esattamente come sono andate le cose, i primi tempi da matricola li ho vissuti con un’ansia assurda: per non perdermi nessun aggiornamento mi sono iscritta a tutti i gruppi di facebook, whatsapp, scritto mail a ogni singolo tutore o segreteria. Non so neanche perchè ero così preoccupata… forse era perchè avevo paura di non saper gestire il sistema universitario, che appunto, è completamente diverso da quello di un liceo.
La mia ansia almeno questa volta però, è servita a qualcosa: stando sempre attenta ad ogni avviso e parlando spesso con altri studenti, non ho avuto nessun problema a capire come funzionavano le cose. E qui vorrei sfatare il mito “La Sapienza è cosi grande che sono disorganizzatissimi e non si capisce niente”. Forse non tutti hanno vissuto le stesse esperienze, ma io vi posso assicurare che chiedendo sempre informazioni in giro e mandando mail PER TEMPO, non mi sono ritrovata mai ad avere problemi. Ho sempre trovato l’aula e gli orari delle lezioni, ho sempre saputo quando il professore si assentava, ho sempre trovato i gruppi e i link di condivisione appunti e suggerimenti per passare gli esami e soprattutto sono riuscita a scegliere il mio percorso formativo in tempo e senza nessun ripensamento.
Le materie che studio
Il DASS è un corso di laurea ancora in via di sviluppo, nel senso che, essendo un dipartimento recente, ancora oggi continuano a modificare le modalità con cui uno studente deve affrontare gli esami. Infatti, proprio quando mi sono iscritta io, hanno deciso di mettere come propedeutici gli esami di Storia del Cinema e di Storia del teatro. Il che significa, che se non passi gli esami di cinema e teatro non puoi dare il resto. Fortunatamente cinema è andato bene, di teatro ancora non sono usciti i voti, ma vi farò sapere.
Oltre Cinema e Teatro, che sono le uniche materie obbligatorie, le altre materie sono a scelta. Io ho scelto Antropologia Culturale, Storia dell’Arte Medievale, Estetica, Tecniche di ripresa analogica e digitale, analisi del film e lingua inglese. Per un totale di 8 esami.
Spesso le materie si sono svolte in sedi diversi, con orari simili e quindi ho dovuto saltare alcune lezioni.
Durante il primo semestre ho seguito le lezioni di Cinema, Teatro, Antropologia Culturale e Analisi del film. Cinema e Analisi del film sono state due materie veramente coinvolgenti, mentre Teatro è stato un esame interessante ma difficile da preparare perchè i professori non sono stati in grado di spiegarci quali erano i nuclei principali della materia. Antropologia Culturale non l’ho seguita molto, ma la professoressa non era un granchè. Storia del teatro aveva degli orari improponibili (dalle 17 alle 20 di sera) e a volte, insieme a Storia del cinema (che si svolgeva la mattina), ero costretta a stare più di dieci ore a scuola. Contando il fatto che abito a 1 ora e mezza di distanza dall’Università, c’erano giorni in cui mi svegliavo alle 7 e tornavo a casa alle nove e mezza di sera. Insomma, non era una bella routine, anche perchè non avevo tempo per fare niente una volta tornata a casa.
Allora voi vi chiederete perchè andavo lo stesso a lezione invece di studiare per conto mio… La risposta però è molto semplice: il mio professore di Cinema è un grandissimo insegnante che mi faceva amare le sue lezioni e anche le lezioni di teatro erano piacevoli da ascoltare. È stato l’amore per ciò che studiavo a spingermi a rimanere a scuola.
I compagni di scuola: “i miei colleghi”
All’Università tutto è diverso. Fortunatamente non ci sono più quelle bambinate dei “popolari” e “gli emarginati”. Siamo in 400 a lezione, alla fine conosci un po’ tutti, poi ovviamente ti fai un tuo gruppo ma non ti limiti a stare sempre con le stesse persone, soprattutto perchè non tutti quelli che conosci frequentano le stesse materie che frequenti tu, e quindi sei costretto a fare sempre amicizia con gente nuova.
Trovare qualcuno con cui studiare diventa più difficile, perchè come ho detto prima, non sempre ogni studente ha gli stessi esami, quindi magari se faccio amicizia con X posso studiare con lui/lei un paio di esami insieme, ma il resto degli esami con chi li preparo? Da sola. Spesso ho studiato da sola. Non che mi trovi male a studiare da sola, però ho sempre pensato che due cervelli siano meglio di uno, quindi confrontarmi con un altro studente potrebbe sempre tornare utile.
Fatto sta che comunque, la ricerca di un secondo cervello può essere estremamente ardua: un conto è fare amicizia con una persona, un conto è trovarcisi bene nello studio. Ho conosciuto un sacco di persone e con molte di loro ho provato a mettermi d’accordo per studiare insieme, ma alcuni si agganciano a te solo per sfruttarti, altri ti danno la disponibilità e poi scappano in Messico e altri ancora sono molto lenti a studiare e non riescono a stare dietro ai tuoi ritmi.
Di queste tre categorie appena menzionate, gli sfruttatori sono i più numerosi e i più fastidiosi. Quanto spesso ricevo messaggi su whatsapp che mi chiedono “Senti ma hai fatto per caso…??? Che mi potresti passare gli appunti di….??”?
Guardate che io non sono stupida eh. Non ci vuole un genio a capire se sulla nostra chat ci sono 10 messaggi, di cui i tuoi chiedono sempre solo appunti e neanche un “come stai?” (almeno per far finta che ti interessa lo status della tua vittima), tu mi stia cercando palesemente per sfruttarmi. Non vi vergognate quando siete cosi spudoratamente parassiti?
Anche a me è capitato di chiedere qualche favore, ma ho sempre ricambiato e sicuramente chiedo aiuto a persone con cui ho confidenza… Perdonate lo sfogo, ma erano sei mesi che volevo denunciare in qualche modo questa cosa.
Qualche consiglio
Riassumendo, se dovessi scrivere qualcosa in stile “Ned #ScuolaDiSopravvivenza” ecco i miei consigli per sopravvivere all’università:
-Anche se fastidioso per le molte notifiche, iscrivetevi a tutti i gruppi possibili per rimanere sempre aggiornati sul vostro corso di laurea
-Fate amicizia con tutti, potrebbe tornarvi utile. Ovviamente non fatevi incastrare in giri strani, mandate sempre a cagare la gente che si dimostra svogliata o parassita
-Prendete appunti se possibile con computer o altri dispositivi elettronici, sarà più facile riorganizzare le idee
-Prima di scegliere una materia (sempre se avete un gruppo opzionale) cercate di parlare con chi ha già frequentato le lezioni e conosce il professore
-Registrandovi sul sito “docsity” potrete accedere ad un sacco di appunti e riassunti che vi aiuteranno a studiare e prepararvi per gli esami
– Frequentate le prime lezioni di ogni corso, ma dopo le prime settimane decidete quali sono le materie che potete studiare benissimo da soli a casa e quelle per cui invece necessitate per forza l’aiuto del professore. Andare ad ogni lezione può essere una gran perdita di tempo.
-Non demoralizzatevi mai, non siete un numero. Non è una gara. Non paragonatevi mai agli altri studenti e tenete sempre presente che all’Università ci andate per studiare ciò che amate. Siete voi che dovete avere la coscienza apposto, che sapete di aver studiato, non dovete dimostrare niente a nessuno. Il professore è solo una persona che, soprattutto nelle materie umanistiche, vi valuta soggettivamente. Quindi non demoralizzatevi se a volte i voti che prendete non sono quelli che in realtà vi aspettavate.
Qui Sara Scrive, ai prossimi aggiornamenti, passo e chiudo!