In un momento, come quello attuale, in cui siamo vittime di foto di corpi perfetti che esistono solo perché ritoccati ad arte, che spesso ci fanno sentire inadeguati e a disagio dentro la nostra pelle, il discorso di Mary Jelkovsky arriva come una boccata d’aria fresca.
Mary, conosciuta su instagram come @maryscupoftea, dopo aver sconfitto un disturbo alimentare della durata di 8 anni, ha scelto di dedicare la sua vita ad insegnare alle donne ad amare se stesse, a godere della vita piuttosto che correre dietro ad un’ideale di perfezione che viene loro propinato dai social media, che non porterà loro magicamente alcuna felicità.
“Mi sento grassa”
Chiunque abbia sofferto di un disturbo alimentare ha detto questa frase, dentro di sè o ad alta voce.
Questa frase è spesso causata da una ferita aperta che viene riversata sul nostro corpo perché è molto più facile dire “mi sento grassa” che ammettere di sentirsi insicure, tristi, in lotta con noi stesse, ferite o deluse da qualcuno che amiamo, ridotte ad uno straccio da una giornata nera.
Mary sostiene che questa associazione deriva dal fatto che in quanto donne siamo vittime di un flusso costante di messaggi secondo cui occupare spazio è la cosa peggiore che possiamo fare.
La nostra mente lavora spesso per associazioni e quando qualcosa o qualcuno ci spinge a pensare che non siamo abbastanza, subito colleghiamo ciò alla sensazione di essere “grasse” così che crediamo che perdendo peso perderemo anche i nostri problemi e le nostre insicurezze.
Il vero problema
È facile dire “mi sento grassa”.
Più difficile è realizzare che non è vero, non è così che ci sentiamo.
“Grasso” è il nome che preferiamo dare alla continua battaglia contro noi stessi e la nostra immagine perché abbiamo paura che se questa non soddisferà le aspettative altrui verremo giudicati, presi in giro, rifiutati.
Non ci sentiamo grassi, ci sentiamo spaventati, terribilmente spaventati, dall’idea del rifiuto e della solitudine.
Ma controllare la nostra taglia è sicuramente più facile che controllare le paure e il peso delle aspettative che ci fanno sentire come se avessimo 10 kg in più sulle spalle.
Il controllo sul cibo e nella vita
La problematica del controllo sembra essere legata a tutti i disturbi alimentari.
Nell’anoressia si cerca di controllare il controllabile ovvero le calorie ingerite, questa dinamica viene innescata dalla realizzazione dell’impossibilità di controllare gli eventi ed il conteggio quotidiano delle calorie diventa un modo per illudersi di avere la situazione in mano, senza rendersi conto di camminare giorno dopo giorno verso il baratro.
Nella bulimia al contrario si sperimenta una perdita di controllo con susseguente insorgere del senso di colpa che scaturisce dalla rabbia per non essere stati in grado di frenarsi.
La mania del controllo e la paura di perderlo sono associate al tentativo disperato e irrazionale di evitare un qualsiasi danno e riversando sul cibo ogni problema si ha la sensazione di poter gestire tutto.
Quello che è difficile da accettare è che questo comportamento non ci evita la sofferenza ma piuttosto sparge sale sulle ferite aperte.
Chi sviluppa un DCA ed ha una personalità dedita al controllo si ritrova ogni giorno a dover lottare contro se stesso e le proprie imperfezioni rendendosi conto allo stesso tempo che è una battaglia persa.
La tortura quotidiana deriva dal fatto che perdere peso gratifica solo sul momento, poiché il dimagrimento non rimpicciolisce i conflitti che seppelliamo dentro di noi, quindi ritorna la paura di prendere peso e l’ossessione di perderne ancora.
È dura, è dura perché dopo ogni piccola “vittoria” si sente di non poter gioire ma di doversi preparare a combattere di nuovo.
Contro chi?
Contro il mondo, è quello che crediamo, contro noi stessi è invece la battaglia che non ci rendiamo conto di intraprendere.
Cosa ci ricorda Mary
Il nostro corpo non è un immagine.
Il nostro corpo non è il contenitore dentro cui rinchiudere il nostro dolore per prenderlo a pugni, perché il risultato sarà solo quello di continuare a maltrattare il nostro ego già malconcio.
Il nostro corpo è un’esperienza da vivere e di cui GIOIRE.
È abbastanza forte da permetterci di affrontare anche le cose che non possiamo prevedere e non possiamo controllare.
La nostra immagine non dovrebbe MAI mettersi tra noi e la nostra esperienza di vita.
Nella sua TedTalk, Mary racconta del momento preciso in cui si è resa conto che il suo disturbo alimentare e la continua lotta contro il cibo e la propria immagine la stavano privando delle parti migliori della sua vita: quando non è stata in grado di dividere una bevanda forse troppo calorica con sua madre, a cui ha fatto una scenata per averla ordinata.
Da qui ha realizzato quanto il terrore del cibo l’avesse privata delle cose più semplici e più belle come un pomeriggio con una persona che amava perché era troppo impegnata ad odiare se stessa.
Mi dispiace dire che so cosa si prova a soffrire per tutto questo.
Quando ancora lottavo con l’anoressia nervosa la mattina mi svegliavo e se non mi vedevo magra come avrei voluto automaticamente decidevo che quella sarebbe stata una brutta giornata.
Mi odiavo e dunque mi maltrattavo: non mi spazzolavo i capelli ed uscivo in pigiama perchè tanto ero già orribile e non meritavo di curarmi di me stessa, tantomeno di mangiare.
Mi vedevo male e mi trattavo male, restavo a casa, al buio, ad autocommiserarmi.
Mi pesavo ogni ora solo per ripetermi “faccio schifo, sono grassa”.
Pesavo 40 kg, ero visibilmente sottopeso, ed ora so che non facevo schifo, mi sentivo uno schifo.
Non ero grassa: mi sentivo pesante perchè avevo paura, paura di non raggiungere i miei obiettivi, paura di deludere gli altri, paura e basta.
Ció che ho imparato
Quello che mi ha aiutato è stato smettere di fare paragoni con le donne dai fisici perfetti che vedevo praticamente ovunque.
Non volevo la loro taglia, volevo quel sorriso felice e credevo che perdendo peso, questo sarebbe naturalmente comparso sulla mia bocca.
Ma come puo’ essere felice una persona che si odia ed è incapace di accettarsi?
Il nostro corpo è il mezzo attraverso cui fare esperienza del mondo e della vita e se siamo incapaci di amarlo per quello che ci consente di fare non saremo mai in grado di essere felici e a nostro agio perchè affrontare la vita sarebbe come visitare una città magnifica stando seduti su una bici dal sellino terribilmente scomodo.
È difficile essere felici quando c’è qualcuno costantemente impegnato ad odiarti, specialmente se quel qualcuno sei tu.
Accettarsi è la chiave.
Poi, ricordarsi che è possibile avere una buona giornata anche quelle volte in cui la nostra immagine riflessa nello specchio non ci piace, perchè non è questo che rende piena la nostra vita, sono le emozioni che siamo in grado di provare e che non abbiamo paura di provare e niente di tutto questo potrà mai verificarsi se nel nostro cuore tutto lo spazio è occupato dall’odio che proviamo per noi stessi.
E comunque, grazie Mary per averlo detto, il nostro corpo non è un’immagine, il nostro corpo è fatto per cambiare, il nostro corpo è un viaggio e niente rende più piacevole un viaggio della serenità.
E so che è difficile, so che è difficile amarci ed accettarci quando siamo bombardati da messaggi che ci dicono come dovremmo essere, come dovremmo vestirci, quanto dovremmo pesare, cosa dovremmo mangiare, dove dobbiamo avere le curve, come ci dobbiamo allenare e nessuno, nessuno, si preoccupa di ricordarci che, in ogni caso, andiamo bene così come siamo, che il peso ideale è il peso che abbiamo quando stiamo vivendo una vita che ci rende felici, che il pasto perfetto è quello che condividiamo sorridendo con qualcuno che amiamo senza rovinare il momento calcolando le calorie che stiamo ingerendo.
L’unica cosa che conta è stare bene con se stessi.
Ho iniziato a guarire quando, dopo l’ennesimo crollo emotivo sul pavimento della cucina, un pensiero mi ha attraversato la mente ed è rimasto fermo lì: e se invece concentrassi tutti questi sforzi per perdere peso, tutta l’energia che investo nell’odio per me stessa a cercare di costruire una vita che io possa amare e che mi renda così schifosamente felice da farmi dimenticare che esistono kg e calorie?