Creata da Michael Schur (noto per il suo lavoro in serie come The Office, Brooklyn Nine-Nine, Black Mirror e tante altre) e andata in onda su NBC dal 2016 al 2020, The Good Place è una serie tv statunitense di genere comico e fantastico. Conta in totale ben 53 episodi da 20 minuti ciascuno suddivisi in quattro stagioni; le prime tre le potete trovare su Netflix.

L’importante non è che le persone siano cattive o buone. L’importante è che cerchino di essere migliori oggi di quanto lo fossero ieri. Ti chiedi dove io trovi la speranza? Ecco la risposta.

Trama

Eleanor Shellstrop muore, e quando riapre gli occhi viene accolta da Michael in quella che è definita La Parte Buona dell’aldilà (The Good Place). Michael le rivela di essere l’architetto del particolare distretto in cui Eleanor trascorrerà il resto della sua non-vita insieme ad altri residenti, e le presenta Janet, un’intelligenza artificiale capace di soddisfare qualsiasi domanda o esigenza. Non passa molto affinché Eleanor si renda conto di essere protagonista di uno scambio di persone e di non trovarsi assolutamente nel posto giusto. Nella sua vita, infatti, è stata egoista, scontrosa, ha commesso cose eticamente e moralmente discutibili e non ha concluso niente di buono. Eleanor, però, non ha intenzione di rivelare la sua vera identità e chiede l’aiuto di Chidi, in vita insegnate di filosofia e nell’aldilà la sua anima gemella, per diventare più buona e non finire nella Parte Cattiva (The Bad Place). Presto farà anche la conoscenza di TahaniJianyu/Jason, altre anime del medesimo distretto che, in un modo o nell’altro giocheranno un ruolo chiave nella storia.

Cast

Ad interpretare la carismatica Eleanor Shellstrop c’è la bravissima Kristen Bell (in italiano Francesca Manicone). Accanto a lei Ted Danson nei panni dell’architetto Michael (in italiano Mario Cordova) e D’Arcy Carden in quelli di Janet (in italiano Angela Brusa). L’indeciso e razione Chidi Anagonye è, invece, interpretato da William Jackson Harper (in italiano Riccardo Scarafoni). A chiudere il cast dei regular ci sono Jameela Jamil e Manny Jacinto, rispettivamente Tahani Al-Jamil, l’ereditiera inglese (in italiano Gaia Bolognesi), e il simpatico Jianyu Li/Jason Mendoza (in italiano Davide Garbolino).

La filosofia maestra di vita

Definire The Good Place una sitcom divertente sembra quasi un eufemismo. Ogni puntata è piena di scene surreali e stravaganti, accompagnate da battute spiritose, irridenti, originali. Questo perché anche il linguaggio si adatta alla materia fantastica. Il paradiso di The Good Place è diverso da come ce lo immaginiamo: non è un infinito cielo illuminato né sono presenti angeli o creature alate, anzi, è molto simile alla Terra. Ci sono case, bar, ristoranti, strade, laghi, fiumi; ciò che davvero lo rende speciale è la possibilità di far avverare qualsiasi desiderio.

La domanda fondamentale che si pongono i protagonisti della storia, nonché la serie stessa, è se sia possibile migliorare eticamente e diventare più buoni spontaneamente. La risposta viene trovata nella filosofia che, all’interno della serie, gioca un ruolo fondamentale. Tanti sono i filosofi citati e le loro teorie: Aristotele, Kant, Hume, e tanti altri. E i protagonisti ricorrono a loro proprio per poter applicare i loro insegnamenti tutti i giorni, cominciando a migliorarsi partendo dai singoli momenti quotidiani. Questo suscita di certo una riflessine negli spettatori che, insieme ai personaggi, affrontano quel viaggio che non è tanto verso la conquista di un posto in paradiso, ma verso il meritarsi il paradiso.

Il finale – SPOILER

La serie, che stagione dopo stagione ci abitua a tanti colpi di scena uno dopo l’altro, raggiunge il punto più alto nel finale, ovvero negli ultimi due episodi. I nostri sei eroi sono finalmente nella vera Parte Buona, ma presto scoprono che non è come si aspettavano. Si rendono conto che tutti i residenti, dopo aver passato milioni di anni in paradiso, non trovano più nessuno stimolo per godersi la vita ultraterrena. Non passa molto affinché Eleanor risolva la situazione proponendo di creare l’unica cosa che La Parte Buona non offre ancora ai suoi ospiti: la possibilità di morire per sempre. Ed è così che viene creato un arco che fonde l’essenza di chiunque lo attraversi con l’universo, rendendo possibile dissolversi e scomparire per davvero.

È qui che la serie diventa più seria, nostalgica e malinconica. La Parte Buona si rivela un posto in cui è letteralmente possibile fare qualsiasi cosa passi per la mente, ma tale possibilità fa in modo che nessuno dia più importanza agli avvenimenti. Ad un tratto il paradiso ci appare tanto simile alla nostra realtà. Una realtà in cui ogni giorno ci sembra simile a quello precedente, almeno finché non ci fermiamo a pensare alla morte, quell’evento irreversibile che pone una fine definitiva alla nostra esistenza. Ed è solo a quel punto che capiamo il vero valore della vita e l’importanza di non sprecarla ma di rendere ogni attimo unico e degno d’esser vissuto.

Ciò che i sei protagonisti fanno attraversando l’arco dopo aver raggiunto lo stato di completezza e di pace interiore è, di fatto, suicidarsi. Questo lega la serie alla seria tematica del suicidio, aprendo possibilmente la strada ad un’infinità di altre riflessioni.

Perché guardare The Good Place?

Se volete vedere una serie tv abbastanza breve e che concentri dentro di sé divertimento, originalità, irrisione, colpi di scena, personaggi meravigliosamente unici, ma anche riflessioni importanti affrontate con leggerezza ma mai in modo frivolo, The Good Place fa sicuramente per voi. Perché non darle una possibilità?

 

Avevate già sentito parlare di The Good Place? Se l’avete già vista, che ne pensate e chi è il vostro personaggio preferito? Fatemelo sapere nei commenti.

Alla prossima,

Rosy. xo