Già che non parte la sigla con il classico “Se tu lo vuoi, tu lo sarai” capiamo che Fate – The Winx Saga, serie Netflix italo-britannica, è l’adattamento a metà del Winx Club, il cartone animato con cui tutte noi siamo cresciuti. E come al solito ho già pronta  la lista dei pro e dei contro da condividere con voi!

Trama

Nascosta in un mistico mondo parallelo, la scuola di Alfea addestra le fate nelle arti magiche da migliaia di anni. Bloom, studentessa della scuola, è una fata diversa dalle altre: la ragazza è infatti cresciuta nel mondo degli esseri umani, e, nonostante abbia un animo gentile, dentro di sé nasconde un forte potere magico in grado di distruggere entrambi i mondi. Per gestirlo, Bloom deve controllare le proprie emozioni, ma la cosa si potrebbe rivelare complicata dovendo anche fare i conti con le questioni adolescenziali.

Trova le differenze

Non avrebbe senso giocare a trova le differenze con un’accezione negativa, perchè non tutti i cambiamenti vengono per nuocere. Piuttosto mi piacerebbe fare un discorso più generico. Fate – The Winx Saga non è una semplice trasposizione perchè l’obiettivo non è quello di sfruttare l’effetto nostalgia. Vi rimando quindi, ad un articolo che paragona ogni aspetto di questo telefilm all’opera da cui trae semplicemente ispirazione.

Fate: The Winx Saga, tutte le differenze tra il cartone e la serie TV

Il Cast

 

Che il casting fosse campato leggermente per aria, non c’erano dubbi. Soprattutto per il fatto che le attrici scelte per interpretare le protagoniste siano davvero troppo grandi (quindi fuori contesto) per calarsi nei panni di studentesse adolescenti. So benissimo che la serie stravolge completamente la storia originale, ma in questo caso l’aspetto più grave che concerne il casting è l’aver aggiunto e rimosso personaggi completamente a caso.

La scelta di non includere Tecna, di sostituire Terra a Flora, di eliminare le tre nemiche Trix e di non presentare anche le scuole di Torrenuvola e Fonterossa sembrano essere particolarmente difficili da perdonare per i fan.1

C’è comunque da apprezzare il fatto che siano state rappresentate fisicità realistiche e diverse, che tutti gli attori non siano solo strafighi da paura, ma che il corpo studentesco del college sia abbastanza eterogeneo. Questo proprio in contrapposizione alle accuse di whitewashing operato sulle più esotiche Flora e Musa (Aisha, invece, resta una ragazza di colore) e in generale su tutti gli studenti di Alfea, per la stragrande maggioranza bianchi e molto… inglesi.2 Effettivamente avrebbero potuto diversificare di più le etnie dei personaggi di Oltremondo, ma non credo che si possa rompere ******* alla produzione tacciandoli di discriminazione. Insomma, anche l’aver abbattuto il dualismo uomo-donna introducendo fate maschi e specialiste (parità di genere), dovrebbe dimostrare che l’obiettivo era quello di essere abbastanza inclusivi.

Sceneggiatura & Contenuti

Finendo di parlare di casting e addentrandoci nei contenuti, direi che questa inclusività in sceneggiatura sia poco sviluppata. Infatti sono stati creati archetipi narrativi abbastanza stereotipati, come il personaggio di Stella – la bella ricca, arrogante e viziata – oppure Terra – l’amica in carne troppo chiacchierona. Anche le tematiche LGBT ci sono, ma come al solito sono poco approfondite. Infatti parlerei quasi di apparenza inclusiva tipica dei prodotti politicamente corretti, che forse – anche in questo caso – contribuiscono a rendere i personaggi delle macchiette. Vedi il personaggio di Sky, ridotto ad un misero interesse amoroso, o peggio la protagonista.

Il personaggio con cui si riesce meno a trovare una connessione di empatia è Bloom… Non intriga a tal punto da connettersi con lei ed è un peccato, essendo la protagonista indiscussa. Il legame con Sky, tra l’altro, non trasmette le giuste emozioni e si potrebbe azzardare che i personaggi originali ne suscitino di più.3

Fate – The Winx Saga cerca di eliminare gli elementi troppo colorati del cartone animato descrivendo dinamiche sociali più adulte per evitare di risultare troppo infantile. Questo tentativo è abbastanza interessante, ma con risultati discutibili: se da una parte abbiamo nuove ambientazioni emotive per i personaggi, dall’altra vengono comunque descritte le solite situazioni da adolescenti  millennials in stile “sesso, droga e rock ‘n roll”. Non a caso la visione della serie è sconsigliata ad un pubblico inferiore ai 14 anni. Inoltre ci si rende presto conto che il target a cui è destinato questo prodotto è abbastanza ristretto. Forse questo è un altro limite su cui riflettere.

La trama è poco solida e quando tutti i nodi vengono al pettine, non riesce a sostenere la tensione della narrazione, finendo per proporre un ultimo episodio abbastanza scadente. La serie è stata comunque rinnovata con una seconda stagione, magari potrebbero esserci nuovi sviluppi. Scelte più mature e gli sceneggiatori potrebbero aggiustare il tiro.

Se di positivo c’è la sfumatura più umorale e pericolosa della magia, dall’altra parte la serie non si concentra per niente sull’universo Winx e sul suo funzionamento. Tutti gli interessanti cambiamenti o le dinamiche magiche non vengono mai approfonditi, ma solo mostrati fugacemente. Occasione sprecata se si pensa al successo di Harry Potter nel descrivere minuziosamente il mondo magico.

Comparto Tecnico

Il comparto tecnico non è sicuramente scadente, ma spesso i costumi e la regia risultano banali. Gli effetti si salvano solo quando non si tratta di scene troppo elaborate, ma alla fine riescono comunque a sostenere le numerose scene d’azione. Per la scenografia invece tanto di cappello. L’ambientazione è abbastanza suggestiva, figlia di Hogwarts e della mitologia celtica.

La location principale è Ashford Studios, una struttura che si trova nei pressi del centro di Dublino. Questa località è arricchita da montagne, laghi, spiagge, rovine e castelli. 4

Conclusioni

Potremmo dire che per adesso questa serie è fondamentalmente un Urban fantasy che colleziona solo clichè.  Come si evince dalla recensione, Fate – The Winx Saga è  un esperimento riuscito solo in parte: ci sono tanti spunti interessanti che vengono trascurati continuamente non raggiungendo mai il massimo del potenziale. Tutte occasioni perse, anche se alla fine viene raggiunto l’obiettivo di intrattenere lo spettatore.

Voi cosa ne pensate?

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

 

Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film