Ogni volta che ho sentito parlare di Jane The Vergin ho pensato: perché guardare una serie basata su un personaggio che non ha mai fatto sesso e accidentalmente rimane incinta? Come può accadere tutto questo? E soprattutto, pur capendo che non è opera di Dio e che con un’inseminazione accidentale, ciò può accadere, a causa di una ginecologa ubriaca, come approcciarsi alla visione di un prodotto di questo tipo dopo esser stati abituati alla normali serie anni 90 e 2000 viste e riviste?
Insomma, forse è esagerato dirlo ma per me è stato così. In quarantena, dopo i primi minuti del pilot di Jane The Virgin, mi sono detta: stop. Continuiamo a guardare altro, non è il momento e forse non lo sarà mai. C’è anche da dire che spesso non è davvero il momento e magari serve una seconda possibilità per poter fruire al meglio di un prodotto a capire se realmente ci piace. Ma per me era sempre stato così. Se ad un primo impatto è no, quel cast non mi convince.
CAMBIARE IDEA…
Ma un sera, che è una di quella sere come è accaduto svariate volte a Jane per avere l’ispirazione per il suo libro, ecco che i tempi sono più calmi, che davvero di rewatch non se ne può più, qualche nuovo film è stato visto e quel Jane, quel nome rimane impresso e pensi davvero di dover giocare una nuova carta. Così inizia il viaggio assieme a Gina Rodriguez e credetemi (qui sembro un po’ il narratore alla Jane The Vergin), non c’è nulla di cui pentirsi, anzi: se dopo non vi viene voglia di vedere nulla per un po’ e i solito rewatch o le nuove serie sembrano avere un sapore diverso o addirittura inesistente, è tutto normale. Come molti degli attori del cast hanno affermato: questa seria cambia la vita. Davvero.
Forse per poco ma io credo per sempre. A me, almeno, così è accaduto. L’ho guardata interamente nel 2021, nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio, e no, non sono mai stata così felice di poter dire: che grande serie, grazie universo di avermi fatto cambiare idea e soprattutto: quanto è stato bello guardare qualcosa di simile? Il mio cuore batte ancora se ci penso, cinque stagioni sono poche e si, questo è un articolo tributo ma per me è un articolo più unico che raro perché è come se Jane fosse stata appena trasmessa e da poco entrata nelle nostre vite di fan. Per chi guarda vecchie serie tutte in una volta, è così. Magari per coloro che l’hanno seguita passo dopo passo è qualcosa che oggi ha bisogno di tributo ma per me è un viaggio che è appena iniziato e ahimè, si, è anche terminato ma non per questo deve necessariamente finire.
L’immaginazione può tutto ed ecco che quindi questo articolo è tributo ed è opinione, recensione e semi-spoiler (perché come per ogni serie c’è sempre qualcuno che può ancora non averla vista ed invito a correre su Netflix per recuperare!).
SENTIRSI JANE GLORIANA VILLANUEVA
Insomma, in questo momento mi sento, lo ammetto, un po’ Jane che scrive e riscrive col sorriso di giovane sognatrice davanti al suo laptop per narrare il romanzo della vita e poi incontra un editore poco entusiasta o così tanto da farle vivere le giornate a mille ma… la verità è che sono emozionata e grata a questa bellissima serie, telenovela, a questo mix tra latino e americano, tra Venezuela e Miami, tra amore e thriller, tra letture, scrittura, social, Twitter, Le passioni di Santos, immigrazione, omosessualità. Perdono, divorzio e famiglie allargate.
Immagino Jane che scrive e la grafica della serie che fa comparire le parole una dopo l’altra, Rogelio che manda Tweets e magicamente compaiono gli hashtag sullo schermo creando fusione tra serie tv e digitale, un espediente super innovativo per la televisione e che Jane The Vergin mette a fuoco incredibilmente. Insomma, ci sarebbe tanto da dire e tanto da commentare ma ciò che so adesso è solamente: grazie.
RINGRAZIAMENTI
Grazie ad ogni personaggio, attore, al regista e alla sceneggiatura, alla scenografia, al narratore che accompagna ogni puntata con dedizione, emozione, enfasi e commozione, riassunti e delucidazioni, flashback e approfondimenti. Invito a guardare la serie e ad apprezzare l’altalena dei pianti, la veranda delle tre donne Villanueva e ogni sfumatura incredibile che una serie di questo tipo sa offrire ed ha offerto a tutti noi del fantastico fandom. Il realismo magico di Isabelle Allende e quello di Borges accompagnano la nostra vita come hanno fatto con Jane, grazie a Jane. Dopo la visione della serie, è questo che vi sembra e vi sembrerà di vivere. Realtà vista attraverso gli occhi dell’incanto e della magia. Siete d’accordo?