Molto probabilmente il cinema è la mia più grande passione. Fin da piccola ho dedicato quasi ogni serata della mia vita alla visione di un film, consigliatomi, molto spesso, da mia madre. Solitamente non guardo lo stesso film per più di due volte, fatta eccezione per una pellicola, che mi ha fatta sognare durante la mia infanzia e soprattutto durante la mia adolescenza. Perché diciamoci la verità, chi è che non desidera una storia d’amore come quella raccontataci dal cult “Dirty Dancing”?
Trama:
La pellicola del 1987, che vede come attori principali la diversamente bella Jennifer Grey e il meraviglioso Patrick Swayze, è ambientata negli anni 60′ e si svolge nelle Catskill Mountains. In poche parole, la nostra protagonista, considerata da tutti ancora come una ragazzina e perciò soprannominata Baby, si ritrova a dover passare, quella che sarà l’estate più bella di tutta la sua esistenza, in uno di quei villaggi turistici, dove il massimo dell’emozione è giocare a bocce con gli altri ospiti, la cui età media si aggira intorno agli ottanta. Una sera però, la nostra “voglio cambiare il mondo” Baby, nell’aiutare il cugino, del protagonista maschile, a portare dei cocomeri in una sala da ballo(?), fa la conoscenza del bellissimo e sudatissimo Johnny Castle, che inizialmente non si fila nemmeno di pezza la nostra piccola Francis.
Il James Dean dei poveri, anzi degli anziani, è però costretto ad insegnarle a ballare, in quanto la ragazza con cui fa coppia fissa nelle gare di ballo, e cioè Penny, la cui magrezza mi ha sempre spaventato ed al contempo ingelosito, è incita ed è quindi impossibilitata nel partecipare ad una competizione di mambo.
I nostri giovani amici trascorrono, dunque, del tempo insieme e finiscono “inaspettatamente” per innamorarsi, passando la notte insieme. Successivamente Johnny viene accusato di furto e nonostante Baby affermi che sia impossibile, proprio perché lei era con lui ad “allenarsi”, il ragazzo viene licenziato.
Ma essendo innamorato perso della nostra piccola donna, Johnny torna al villaggio per rivederla e per esibirsi ancora una volta insieme.
“Nessuno può mettere Baby in un angolo”
La scena finale è diventata una delle più conosciute e romantiche della storia del cinema. Chi di noi non ha mai sognato un Patrick Swayze che si avvicinasse al nostro tavolo,dove magari è seduta anche quella zia che non vedi mai, ma che quell’unica volta all’anno ti fa la fatidica domanda ovvero:”e il fidanzatino?”, alla quale tu rispondi sempre e solo con un imbarazzato “Eeeh”, sfoggiando il sorriso più falso che hai? Chi non ha mai desiderato un Johnny, fatto su misura per noi, che esclamasse con tutta l’enfasi che possiede:” Nessuno può mettere Baby in un angolo” e che prendendoci per la mano ci facesse ballare a ritmo di “(I’ve Had) The Time of my Life”?
Ma noi non siamo in Dirty Dancing e non ci chiamiamo, di certo, Baby, ma abbiamo fortunatamente nomi comuni come Alessia, Sara, Lucia e per le più sfortunate Genoveffa, Adalgisa, Adiberta…
Ma è forse propria questa la magia del film: il fatto di avere una protagonista “bruttina”, che non rispecchi i canoni di bellezza richiesti da Hollywood, ci permette di identificarci con lei, di rispecchiarci in lei e di sentirci come lei per un po’. Baby è la ragazza della porta accanto, che studia e sogna di cambiare le cose, con la differenza che lei agisce concretamente, mostrando una sincera generosità. Ed è proprio questa sua bellezza interiore che porta Johnny ad innamorarsi di lei. Grazie a lui, poi, Francis acquisisce una maggiore sicurezza e fiducia in se stessa, sentendosi finalmente trattare come una donna.
Dirty Dancing, non è solo quindi una pellicola di balli proibiti, ma anche un invito a rischiare, a buttarsi senza troppe paranoie, a carpare il momento, perché è questo il tempo della nostra vita.
Qui Alessia Scrive, grazie per l’attenzione! Vivete la vita a ritmo di musica!