Love, Victor è una serie tv basata sul film Love, Simon. In italiano Tuo, Simon, è l’adattamento cinematografico del romanzo Non so chi sei, ma io sono qui di Becky Albertalli. Protagonista è Nick Robinson, che interpreta il diciassettenne gay Simon, alle prese con gli amici, la famiglia, un amore segreto on-line e un bullo che minaccia di rivelare a tutti la sua omosessualità.
Love, Victor, invece, si concentra su Victor Salazar (Michael Cimino) e sul suo arrivo nella nuova scuola, la Creekwood High ad Atlanta, in Georgia, dove si è trasferito dal Texas. La storia è incentrata sulla vita e sul viaggio di Victor mentre fa i conti con la sua sessualità. Possiamo quindi considerarla un sequel/spin-off di Love, Simon.
La mia lista di motivi per guardare Love, Victor
La trama e la storia del coming out
Come in Love, Simon siamo spettatori del percorso di formazione di un ragazzo, Victor, che cerca di fare coming out con la sua famiglia e i suoi amici. Non è sicuro di essere gay, bisessuale, pansessuale o un’altra etichetta queer, ma sa che non rientra nella categoria eterosessuale. Love, Victor adotta un approccio onesto e realistico per descrivere un giovane adolescente alla ricerca di se stesso, sentirsi a proprio agio e trovare persone che lo amino, lo accettino e lo capiscano.
La parte più avvincente è il viaggio che Victor intraprende insieme a Benji: la serie gli permette di commettere passi falsi senza spingere il pubblico nella posizione di fare giudizi o critiche, ma anzi di mettersi nei suoi panni. Mostra come questa sia solo una parte del percorso di crescita e scoperta di sé di chiunque.
La sessualità di Victor non è l’unica tematica affrontata: tra i tanti argomenti, si tratta di trovare un posto a cui appartenere e non lasciare che gli altri ti definiscano o ti etichettino.
Gli intrecci romantici
Victor ha probabilmente il più semplice dei coinvolgimenti romantici. Gli piace una persona, ma vuole davvero provare ad amarne un’altra, perché questo renderebbe le cose semplici. Diversamente, i suoi amici e compagni di classe amano qualcuno che è già coinvolto con un’altra relazione, o semplicemente si vergognano di ammettere che gli piace qualcuno. Alla fine, nell’ultima puntata, ognuno avrà il proprio lieto fine e la situazione si risolverà apparentemente per tutti, ma sono state gettate comunque le basi per degli interessanti risvolti nella prossima stagione.
Anche i genitori di Victor hanno i loro problemi relazionali da affrontare, non sono i classici personaggi statici dei teen drama. L’amore è complicato e ha molte forme e casistiche, età, sesso, etnia…e questo rende speciale questa serie. La rende più reale e verosimile.
La diversità
Il cast di Love, Victor è molto diversificato sotto ogni punto di vista, anche quello etnico. Victor e la sua famiglia, ad esempio, sono una colombiani-portoricani e molti dei loro amici, altri studenti e del personale scolastico non sono nativi statunitensi. È bello vedere una serie che si sforza di essere inclusiva senza scendere nel politicamente corretto impostato e irrealistico, specialmente orientata alle famiglie e ai bambini più piccoli.
Dal momento che Victor trascorre la maggior parte della prima stagione a definire la sua sessualità, non c’è tanta rappresentazione LGBTQ come ci si aspetterebbe. Ci sono alcuni ragazzi gay come l’amico e collega di Victor Benji (George Sear), ma solo sul finale la serie si aprirà al mondo LGBTQ+, in previsione della seconda stagione.
Attori che sembrano e si comportano come adolescenti
Finalmente viene infranto un canone della narrativa audiovisiva. Non ci sono più trentenni che interpretano adolescenti, ma adolescenti che interpretano ragazzi della loro età. È uno di quei pochi casi in cui i casting selezionano attori ancora adolescenti o appena ventenni per il ruolo di liceali. Questo è un altro pregio del cast di Love, Victor; con il doppio vantaggio di portare sul piccolo schermo nuovi volti e talenti da scoprire.
È orientato alla famiglia
Love, Victor ruota molto intorno alle dinamiche familiari. I drammi in casa Salazar e Brooks (la famiglia di Mia) sono la fonte principale delle trame della prima stagione. Sulla fine, inoltre, cominciamo ad intravedere anche le problematiche di Felix (Anthony Turpel) e Lake (Bebe Wood), che credo gli scrittori esploreranno di più nelle prossime stagioni.
La famiglia Salazar è davvero interessante nel contesto della serie perché sono ritratti come una famiglia tradizionale e religiosa. Allo stesso tempo però, il telefilm mostra come tradizioni e credenze possano scontrarsi col mondo LGBTQ, ma senza dipingere come omofobi o mostri le persone che lo approcciano.
Voi cosa ne pensate?
Qui Sara Scrive, passo e chiudo!