La sposa¹ è una serie TV italiana andata in onda per tre serate su RaiUno, la regia è di Giacomo Campiotti.
Trama
Italia, fine degli anni ’60. Maria è una giovane donna calabrese che, per salvare la famiglia dall’indigenza, decide di accettare la proposta di un matrimonio “per procura” con Italo, nipote del rude agricoltore vicentino Vittorio Bassi. Giunta al Nord, Maria si trova a fare i conti con una realtà completamente ostile e, soprattutto, al rifiuto del marito, ancora distrutto per la perdita della sua prima moglie. Ma Maria è una donna forte e resiliente e non si lascia andare.
Cast principale
Serena Rossi, Giorgio Marchesi, Maurizio Donadoni, Mario Sgueglia, Antonio Nicolai, Claudia Marchiori
Commento
Una fiction che parla di riscatto, di rivincite ma soprattutto di resilienza e lo fa grazie ad una protagonista forte e coraggiosa come Maria -un’ottima Serena Rossi le ha dato corpo e voce in modo praticamente perfetto, facendo percepire al pubblico quanto lei stessa fosse attaccata a questo personaggio-, questa è La sposa. Una storia che può essere quella di molte delle donne del passato, delle nostre nonne o bisnonne, di coloro che si sono rimboccate le maniche nella speranza di dare un futuro migliore ai loro figli.
Maria è l’unica, indiscussa, protagonista, su di lei viene incentrato tutto il racconto, lei porta avanti con dedizione il progetto di un mondo migliore: c’è tanta forza in Maria, tanto desiderio di cambiamento. Quest’ultimo viene reso anche grazie alla fotografia e alle ambientazioni: dapprima il Veneto appare incredibilmente nebbioso, cupo, tetro -anche un po’ troppo “caricaturale” in certi momenti-, poi man mano che Maria si fa largo nel cuore dei Bassi, i toni si scaldano. Rendere un cambiamento sfruttando le luci e la fotografia è un ottimo modo per far percepire quel cambiamento a tutto il pubblico -può essere considerata anche una semplificazione eccessiva ma certamente il messaggio arriva forte e chiaro a chi guarda.
La sposa si configura come una fiction che porta in alto la memoria di un passato fatto di battaglie giuste, di buone rivoluzioni. Il cast ha un buon affiatamento e porta sullo schermo i personaggi in modo convincente, anche il piccolo Antonio Nicolai rende bene il suo Paolino.
Commento sulla puntata finale (SPOILER)
Se non avete visto l’ultima puntata non leggete questo paragrafo, perché contiene SPOILER.
Il commento alla terza puntata è racchiuso in una sola domanda: perché? Qual è stata la motivazione che ha spinto gli sceneggiatori ad optare per la morte di Italo? Qual è stato l’apporto della sua morte alla trama? Nessuno, semplicemente nessuno. Il finale poteva essere uguale identico anche con Italo vivo (o magari in coma e sveglio solo negli ultimi minuti), Antonio poteva benissimo riuscire nel suo intento anche se Italo era morente e non direttamente sotto terra. La morte può essere un espediente narrativo, può essere portatrice di messaggi -nel caso di Vittorio lo è perché lui muore quando si è riconciliato con il mondo, quando ha avuto una crescita più che evidente- oppure può essere inutile: quest’ultimo è il caso della morte di Italo. La puntata finale ha macchiato una fiction che era stata presentata come portatrice di gioia e di speranza e l’impressione è che fosse proprio una puntata frutto di un’allucinazione con troppe tragedie stipate in poco tempo.
Senza l’ultima puntata, la fiction sarebbe promossa con un buon voto ma, con la morte (senza senso) di Italo il voto finale si abbassa sicuramente.
E voi cosa ne pensate? Avete visto La sposa? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
Premetto che mi è dispiaciuta molto la morte di Italo, ma secondo me il senso c’è e parlo del loro punto di vista, quello degli autori.
Ed è quello di rendere le donne totalmente protagoniste, di rendere Maria la protagonista di tutto. Mi verrà detto che lei era già la protagonista di tutto ed è vero, ma credo volessero farne un inno al femminismo ambientato in quegli anni e secondo me la cosa non è venuta male. Maria non smette di vivere e va avanti come è giusto che sia, per se stessa, per il marito che non c’è più, per i suoi due figli e per le amiche che sono la sua famiglia anche loro.
I personaggi maschili, non a caso, a parte Paolino, scompaiono tutti, alcuni scompaiono nella loro negatività e nel male, altri muoiono perché è arrivato il loro tempo come Vittorio. Nella migliore delle ipotesi sono in secondo piano rispetto alle donne, nella peggiore sono delinquenti, avidi o altro, oppure sono anonimi, le donne la fanno da protagoniste…Anche il loro percorso spesso sembra funzionale alle future scelte della donna…
Italo muore e la cosa può sembrare sadica, però è anche vero che va valutato tutto il percorso del personaggio. Italo si sentiva “morto” quando Maria lo conosce, era un uomo distrutto e Maria lo “resuscita”, costruiscono una vita insieme, con Paolino, con la nuova arrivata, con Vittorio. E alla fine Italo muore si ma da eroe, salvando il figlio e lasciando a Maria l’eredità della cooperativa e dei loro due figli di cui una femmina, per continuare la tradizione al femminile di queste donne estremamente forti e laboriose.
Devo dire che letta in questo senso, la morte di Italo sembra avere un perché però, a questo punto direi che è arrivata troppo presto. Mi spiego: leggendola sotto la lente che proponi, avrebbero potuto fare due puntate di cambiamento graduale e due di ripresa delle attività a pieno regime, di Maria che si rialza e tutto il resto. Per questo dico che la morte di Vittorio invece è arrivata al momento giusto, in un giorno che comunque era di “festa”, dopo aver ringraziato Maria, dopo essere effettivamente “cresciuto” e migliorato grazie a lei, anche la fotografia nella scena della sua morte è estremamente distesa, calda, si percepisce proprio che lui era ormai in pace con tutti e si è congedato in modo “giusto”. Al contrario, la morte di Italo avviene in un contesto totalmente differente (anche se lui sicuramente muore da eroe, muore per suo figlio che inizialmente quasi rinnegava), con le fiamme, la distruzione, proprio a simboleggiare qualcosa che si rompe. E qui si innesta Maria con la sua resilienza ed il suo coraggio, con la sua voglia di vivere per chi non c’è più e per chi c’è ancora (su questo concordo appieno), però non credo che Italo in coma avrebbe potuto compromettere la visione generale di Maria, per questo ho parlato di morte senza un preciso senso. Sicuramente si configura come una serie molto votata al cambiamento ad opera delle donne delle generazioni passate e anche il fatto che il frutto dell’amore di Maria ed Italo sia una bambina punta in quella direzione.
Ad ogni modo è sempre un piacere scambiare opinioni con chi ha dato letture differenti, aiuta sempre a capire qualcosa in più!
Che siano due morti differenti non c’è dubbio, ma le trovo entrambe fatte bene a livello di scrittura. Quella di Italo è inaspettata forse (anche se spoilerata dalle trame) però anche Italo muore felice e in pace con se stesso, Vittorio comunque vista anche l’età apparteneva anche ad un’altra generazione quindi la sua morte è anche il ricambio generazionale con lui che si è evoluto. Poi c’era anche un po’ il dramma su questa famiglia: lo stesso Paolino non è stato e non è un bambino fortunato, la sua fortuna è Maria, lo diventa e poi la sorellina Vittoria.
Capisco cosa intendi sulle puntate di graduale cambiamento, etc…Il fatto è che questi prodotti sono fatti di 2, max 4 episodi, non sono serie televisive vere e proprie in cui inserisci un percorso più articolato fatto anche di puntate “morte”, questi prodotti devono essere pieni zeppi di avvenimenti cruciali e non c’è tempo per i periodi di ripresa o per le fasi di stallo, devono essere riempiti di colpi di scena per tenere il pubblico impegnato e con il fiato sospeso. Quindi o estrema positività o estrema negatività di fatto.
Ovviamente ha delle conseguenze in negativo: la prima di solito è che riempiono le ultime puntate di queste miniserie molto più delle puntate precedenti e nell’ultimo episodio ti ritrovi a vedere la qualunque, la seconda è che si banalizza nella scrittura di certi personaggi.
Penso ad Antonio, l’antagonista, cosa abbiamo visto di lui? Una scena flashback nel primo episodio, qualcosa in più nel secondo e nel terzo e ultimo si è scatenato, ma sempre dietro le quinte. Un po’ deludente la cosa no?
Non si capisce in base a cosa era stato il primo amore di Maria…
Si anche per me è un piacere, anche perché ho cominciato a vederla distrattamente, per poi appassionarmi…
È vero, sicuramente, con poche puntate si cerca sempre di tenere alta l’attenzione anche con molti colpi di scena però davvero nella terza è successo letteralmente di tutto, le prime due sono servite a Maria per entrare gradualmente nel cuore dei Bassi, per farsi largo un po’ con tutti in Veneto e l’ultima è stata una tragedia dietro l’altra (esclusa la fine e anche la resilienza di Maria), per questo dico che avrei puntato su 4 episodi invece che 3…
Antonio doveva essere l’antagonista senza di fatto sapere perché lo fosse, l’idea doveva essere quella di riprendersi Maria ma, nel presente, non ho mai visto un coinvolgimento in primis da parte di lui. Lui è la miccia e basta, forse anche lui è inserito per farci vedere Maria ancora più resiliente e coraggiosa.
Per me il vero difetto è il poco approfondimento delle figure maschili a parte i Bassi che però in qualche modo forse erano davvero le figure maschili più importanti della storia, proprio perché ruotavano intorno a Maria. Diciamo che sono caratterizzati anche attraverso il punto di vista di lei, intorno alla quale ruota tutto.
Certo nella terza puntata Maria ne passa di tutti i colori, all’inferno e ritorno insomma, soprattutto quando le tolgono Paolino. Non si è proprio capito cosa ci trovasse Maria una volta (in un passato remoto) in Antonio, perché sono due persone totalmente opposte. Per lui era una forma di possesso più che altro.
Vero, alla fine i personaggi maschili sono descritti molto in funzione di Maria, c’è un prima Maria e un dopo Maria in tante dinamiche, diciamo pure in tutte. Ma credo fosse quella la volontà precisa di chi ha scritto e pensato la trama: una scissione completa tra il prima e il poi con l’aggiunta del mentre.
Esattamente, secondo me non si capisce nemmeno perché Antonio sia così desideroso di possedere Maria (forse perché la vede felice con un altro?)…