Glass è il terzo e ultimo capitolo della triologia di ‘supereroi’ creata da M. Night Shyamalan. Ovviamente non stiamo parlando di cinecomics ma di una tipologia di film totalmente diversa, i protagonisti sono infatti ‘convinti’ di essere in qualche modo straordinari rispetto agli altri esseri umani. In Unbreakable, il primo capitolo di ben 18 anni fa, ci venivano presentati i personaggi di David Dunn (Bruce Willis), sopravvissuto a un incidente ferroviario e Elijah Price (Samuel L. Jackson), “l’uomo di vetro”, chiamato così per la sua particolare malattia. Nel secondo capitolo, Split, veniamo a conoscenza di Kevin Wendell Crumb (James McAvoy) e delle sue altre 23 personalità che convivono con lui. Unbreakable è un action movie molto convincente e visionario, con colpi di scena imprevedibili e molto interessanti. Split è un thriller psicologico molto più crudo e dalle tinte horror.
Glass è più simile al primo film ma nel complesso risulta meno convincente rispetto agli altri due. Questo capitolo mette a confronto i personaggi comparsi fino a questo momento e li unisce ma facendo così rischia di non sviluppare al meglio nessuno dei tre. Il titolo ‘Glass’ ci fa pensare che il protagonista sarà proprio Elijah ma non è così, anzi forse è proprio quello messo più da parte dei tre. Il personaggio di Samuel L. Jackson sembra aver perso quel mordente che aveva nel primo capitolo. Anche Kevin risulta meno affascinante persino quando veniamo a conoscenza delle altre personalità dell’Orda presenti dentro di lui. L’uso fatto della Bestia risulta forzato e fuori luogo in alcuni momenti.
Non mancano le sorprese e i colpi di scena ma alcuni di essi sono prevedibili fin dall’inizio. Ci sono anche troppi spiegoni che risultano tediosi e allentano un po’ troppo la trama, che annoia soprattutto nella parte centrale. Ci si aspetta, infatti, che arrivi un momento di svolta nel corso della storia ma che effettivamente non sopraggiunge mai. La fine al contrario risulta un po’ troppo affrettata nonostante mi sia piaciuta molto.
La regia e la recitazione sono fra gli aspetti migliori del film. Gli attori (anche quelli secondari) sono sempre al top, soprattutto McAvoy. Shyamalan ci dimostra le sue grandi doti da regista sapendo come esaltare ogni personaggio grazie a delle inquadrature originali, come d’altronde avevamo già potuto osservare in Split. Ma la fotografia è la chicca finale. Ogni personaggio ha dei colori caratteristici, per Mr.Glass è il viola (associato alla nobiltà d’animo), per Kevin è l’ocra (colore associato alle cerimonie religiose hindu e buddiste) e infine il verde per David (simbolo di protezione). La dottoressa (Sarah Paulson) invece è caratterizzata dall’azzurro proprio come le pareti dell’ospedale psichiatrico dove lavora.
Parte spoiler
Alcuni colpi di scena, come ho detto già prima, risultano prevedibili. La rivelazione della psichiatra che si rivela essere una sorta di villain è scontata e si può già capire dall’inizio facendo attenzione. Invece ho trovato interessante il fatto che il padre di Kevin sia morto nell’incidente ferroviario per mano di Mr. Glass, dove era presente anche David. E’ stato un bel modo di collegare tutti e tre i protagonisti.
Il finale mi è veramente piaciuto molto. L’ho trovato perfetto per l’epilogo della triologia e mi sono anche commossa perchè ormai mi ero affezionata ai tre protagonisti. Mettiamoci anche il fatto che a ognuno di loro è dedicata una scena con affianco la persona a cui tengono di più e via con i lacrimoni.
L’ultima scena poi è quella che offre un senso al sacrificio dei nostri protagonisti, ovvero quella di far sapere al mondo che esistono e che i supereroi sono reali.
Nel complesso possiamo dire che questo ultimo capitolo della triologia funziona ma è sicuramente sottotono rispetto agli altri due e di questo mi dispiace. Forse è un problema mio perchè avevo troppo hype?
Ora scrivete voi nei commenti cosa ne pensate di Glass. Da Noemi è tutto, vi ricordo che potete seguirmi sul mio profilo twitter (@arawynshope ).
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