Ciao a tutti e a tutte! Tetragoni è un cortometraggio scritto e ideato da Giuseppe Schettino che racconta l’assoluto desiderio di restare e ricostruire di coloro che hanno perso tanto, tutto alle volte, nel terribile terremoto che ha sconvolto L’Aquila nel 2009. Questo corto è stato pubblicato sul canale YouTube della “peperonittofilm” negli ultimi mesi del 2011, quindi quasi otto anni fa. In rete non ho trovato alcuna recensione in merito a questo cortometraggio e sono rimasta abbastanza colpita da questo fatto perché è una produzione che merita di essere vista e che prova a trasmettere un bel messaggio in meno di cinque minuti. Il cortometraggio è girato negli interni del teatro Lanciavicchio di Avezzano e, se non fosse per l’orologio, sembrerebbe svolgersi in una dimensione parallela senza tempo dove tutto è rallentato. Nulla però riesce a rallentare l’animo delle tre persone che gravitano attorno a questo evento e che sono in rappresentanza di tutte le persone che hanno vissuto un tale evento traumatico.
Al cortometraggio hanno partecipato tre attori, due maschi e una femmina, ovvero:
- Lino Guanciale -che interpreta un sassofonista-
- Claudia Cucinelli -che interpreta una studentessa universitaria-
- Alberto Santucci -che interpreta un panettiere-
Il mio pensiero
Ho visto questo cortometraggio due volte prima di decidermi a farne la recensione perché avevo bisogno di “assorbirlo” almeno un po’ prima di poter scrivere qualche riga in merito. In effetti, sembra una cavolata, ma cinque minuti passano davvero rapidamente e lasciare il segno in così poco tempo è difficile. Nonostante tutto, secondo me, il lavoro è riuscito perché il messaggio che il corto vuole trasmettere è indubbiamente positivo ed è il messaggio di cui abbiamo bisogno tutti noi anche se non abbiamo vissuto un evento del genere. Anche la vita, infatti, ci pone davanti numerosi ostacoli e cercare di fronteggiarli e combattere è sempre la scelta migliore. Guardando Tetragoni la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la fenice: non so se lo sapete ma questo animale mitologico rinasce dalle proprie ceneri. Ecco, i protagonisti di questo corto sono esattamente come la fenice, le loro stanze iniziano a sbriciolarsi ma loro vi rimangono saldamente ancorati perché hanno voglia di ricostruire, di rinascere da tutte quelle briciole di intonaco.
Il fatto che il corto sia muto -musica esclusa- secondo me è un valore aggiunto perché permette di concentrarsi molto sulle espressioni e sugli occhi di tutti e tre gli attori che rendono bene sia la disperazione sia la tenacia che anima i loro “personaggi”. È bello anche l’utilizzo della luce per illuminare solo gli attori e l’orologio, lasciando il resto nell’oscurità. L’unica cosa che non mi è tanto piaciuta è il fatto che l’oscurità è troppo “oscura” alle volte: in alcuni passaggi il video è davvero molto buio e si fatica a distinguere le azioni che vengono compiute.
Curiosità sul titolo
Appena ho letto il titolo di questo cortometraggio mi sono chiesta “ma perché si chiama così?” e la risposta mi è stata subito fornita. Il tetragono è sì una figura geometrica ma il termine ha anche un altro significato: viene utilizzato per indicare la costanza e la forza d’animo. Lo stesso termine viene utilizzato anche da Dante Alighieri nella sua celebre “Divina Commedia” e, in particolar modo, nel 17esimo canto del Paradiso dove egli dice “Avvegna ch’io mi senta/ ben tetragono ai colpi di ventura”.
Se non l’avete visto ma le mie parole vi hanno incuriositi, vi lascio qui il link dove potrete reperire con estrema facilità Tetragoni.
Voi conoscevate questo cortometraggio? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria