L’ultima stagione di “Orange is the new black” è uscita su Netflix questo Luglio, e i fan hanno dovuto dire addio alle detenute del carcere di Litchfield. “Orange is the new black” è una serie che narra le vicende di varie detenute, le loro storie si intrecciano e inevitabilmente ci si affeziona a queste donne. Le detenute di Litchfield infatti sono diverse, ma tutte hanno tanto da insegnare e altrettanto da imparare, le abbiamo viste crescere e maturare nel corso di 7 stagioni e adesso non è facile lasciarle andare.
Trovare la giustizia nelle ingiustizie (spoiler)
“Trovare la giustizia nelle ingiustizie”, probabilmente questo è la cosa più importante che si impara dalla serie. Quasi nulla va nel modo in cui noi vorremmo che andasse, spesso subiamo delle ingiustizie o le commettiamo, l’importante è poi ritrovare la giustizia in noi stessi, anche quando nel mondo circostante non c’è. Le donne di Litchfield prima di essere delle detenute sono umane, hanno delle storie e delle famiglie, e sono diventate criminali a causa delle scelte sbagliate.
Tasha Jefferson (Taystee) è stata condannata all’ergastolo per un crimine che non ha commesso, incastrata dalla sua migliore amica per ottenere un rilascio anticipato. Taystee, che era da sempre stata quella che si batteva per gli altri e che ricercava la giustizia, si perde in un tunnel oscuro, dal quale non c’è via d’uscita. Vediamo la speranza e la forza che l’aveva sempre caratterizzata sparire dai suoi occhi e tentare il suicidio quando comprende di non voler passare tutta la vita in carcere in quelle condizioni. Taystee però, in particolare grazie alla nuova direttrice Tamika, si rende conto che anche se per lei non sarà mai fatta giustizia può aiutare altre detenute. Inizia così un corso su come gestire le finanze una volta uscite dal carcere e crea una rete di micro prestiti grazie all’aiuto di Judy King, un’ex detenuta.
Quella subita da Tiffany è stata una vera ingiustizia, ed è morta a causa di questa. Si era impegnata talmente tanto per superare l’esame GED che non appena si vede levare il tempo in più che le spettava per concluderlo è convinta di non averlo superato, cosa che poi si rivelerà non essere vera. Tiffany però non lo scoprirà mai, perchè amareggiata a causa dell’accaduto morirà di overdose. La morte di Tiffany fa riflettere tutti e Suzanne onora la sua amica cantando per lei e preparando comunque la “colazione per cena” che le aveva promesso. All’interno di questa ingiustizia viene ancora una volta fatta una piccola giustizia: Luschek ammette di essere lui a fare entrare i cellulari nella prigione e viene licenziato, impedendo così che la pena di Gloria sia aumentata.
La vita fuori da Litchfield
Una volta scontati gli anni di detenzione la vita non diventa più facile. Ce lo dimostra Piper, che fa fatica ad adattarsi, a trovare un lavoro e a ricrearsi una vita. Capisce che il carcere è una parte di sè che non può cancellare, impara a conviverci e a non vergognarsene. La sua relazione con Alex diventa sempre più complicata, potrebbe lasciarla andare completamente, ma non vuole farlo. Alex rappresenta la parte più grande della vita di Piper e continua ad andare a trovarla anche quando Alex viene trasferita in Ohio.
Aleida non riesce a mantenere la numerosa famiglia senza spacciare, continuando a commettere crimini dopo crimini ritorna in carcere. Per Aleida la sfida più grande è riuscire a fronteggiare la figlia Daya, ormai diventata una tossicodipendente e spacciatrice all’interno del carcere. Per le due non c’è alcun lieto fine, continuano a litigare e probabilmente continueranno a farlo. Aleida si rende conto di essere stata lei stessa la rovina della figlia e non vuole che anche la secondogenita Eva entri nel giro, ma è troppo tardi.
Imparare a lasciar andare
Nicky è costretta ad imparare una delle lezioni più dolorose: lasciar andare. Vede allontanarsi a poco a poco quelle che erano state le due figure fondamentali della sua vita in carcere: Red, come una madre per lei, e Lorna, come una sorella. Red ha un principio di demenza senile, inizia a scordare le persone e le azioni. Nicky comprende che Red non è più quella di una volta ed è difficile accettare che la donna che per anni si era presa cura di lei stia iniziando a poco a poco a svanire, adesso tocca a Nicky essere la sua spalla.
Lorna non riesce a reggere la notizia della morte di suo figlio, crea così una realtà fittizia in cui il piccolo è ancora vivo ed è suo marito che cerca di portarglielo via. Si autoconvince che il bambino non sia realmente morto, perchè non riuscirebbe ad affrontare il trauma di una simile perdita. Nicky lotta con tutte le sue forze per farle accettare la realtà e per mantenerla con i piedi per terra, ma Lorna si allontana sempre di più e alla fine Nicky capisce che deve semplicemente accettare il fatto che la sua amica non ci sia più, deve lasciarla andare via.
Immigrazione
L’immigrazione è un tema trattato ampiamente in quest’ultima stagione. Vediamo donne che non hanno commesso nessun crimine essere trattate come se fossero oggetti, tenute in un centro di detenzione per immigrati. Donne che praticavano un lavoro onesto all’interno dell’America, con bambini e mariti, non hanno neanche la possibilità di difendersi con avvocati o di avvertire i loro cari. Anche Flaca riesce a trovare la sua personale giustizia all’interno di questa ingiustizia, cerca infatti di fare chiamate per quante più detenute possibili, per avvisare i familiari e per trovare degli avvocati.
L’immigrazione è certamente un tema che, specialmente in questo periodo, tocca l’America in maniera non indifferente. La famosa intervistatrice Ellen ha infatti recentemente condiviso il video di una bambina disperata che chiede solamente che suo padre torni da lei.
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“Orange is the new black” certamente mancherà a tutti i fan, che hanno riso e pianto insieme alle detenute, ma non bisogna dimenticare che, al di là della serie, la realtà resta comunque da cambiare. E se è impossibile eliminare tutta l’ingiustizia dal mondo, dobbiamo comunque provare a creare la nostra personale giustizia.
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