“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”
Nel 1943 Antoine de Saint-Exupéry scrisse “Il Piccolo Principe”. Si tratta di un racconto molto poetico che, nella forma di un’opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia. Ciascun capitolo del libro narra di un incontro che il protagonista fa con diversi personaggi e su diversi pianeti e ognuno di questi bizzarri personaggi lascia il piccolo principe stupito e sconcertato dalla stranezza dei “grandi”. Ad ogni modo, ciascuno di questi incontri può essere interpretato come un’allegoria o uno stereotipo della società moderna e contemporanea.
Trama
La narrazione inizia con l’incontro tra un pilota di aerei, precipitato nel deserto del Sahara, e un bambino, un principe di un asteroide lontano chiamato B-612. Su questo asteroide vivono soltanto il bambino, tre vulcani e una piccola rosa, molto vanitosa, che lui cura e ama. Il via della storia si ha con la richiesta di un disegno (il principe aveva bisogno di una pecora per farle divorare gli arbusti di baobab cresciuti sul suo pianeta) e con il racconto del piccolo principe che spiega al pilota che ha conosciuto diversi personaggi strani viaggiando nello spazio.
Visitando ciascun pianeta dall’asteroide 325 al 330 il piccolo principe se ne va con l’idea che i grandi siano ben strani. Nel suo viaggio incontra:
- un vecchio re solitario, che ama dare ordini ai suoi sudditi (sebbene sia l’unico abitante del pianeta). Egli rappresenta l’abuso di potere, inutile e reputato inutile.
- un vanitoso che chiede solo di essere applaudito e ammirato, senza ragione. Rappresenta l’inutilità delle apparenze.
- un ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere. Il significato è semplice: l’uomo cede di fronte ai vizi.
- un uomo d’affari che passa i giorni a contare le stelle, credendo che siano sue. L’analogia è semplice: non si apprezza mai il vero valore delle cose.
- un lampionaio che deve accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, perché il pianeta gira a quella velocità; per quest’uomo il piccolo principe prova un po’ di ammirazione perché è l’unico che non pensa solo a se stesso e rappresenta la dedizione al lavoro.
- un geografo che sta seduto alla sua scrivania ma non ha idea di come sia fatto il suo pianeta, perché non dispone di esploratori da mandare ad analizzare il terreno e riportare i dati. Rappresenta le potenzialità inespresse e la paura di mettersi in gioco.
Il geografo consiglia al piccolo principe di visitare la Terra, sulla quale il protagonista giunge, con grande stupore per le dimensioni e per la quantità di persone. Il suo primo incontro, nel deserto, avviene con un serpente. Proseguendo con il suo viaggio, egli incontra un piccolo fiore, delle alte cime, ed infine un giardino pieno di rose. La rosa del suo pianeta aveva raccontato al piccolo principe di essere l’unica di quella specie in tutto l’universo, e quindi rimane molto deluso da questa scoperta. Ma non fa in tempo a pensarci molto che compare una piccola volpe, che gli chiede di essere addomesticata e di essere sua amica. La volpe parla a lungo con il principe dell’amicizia. Il principe incontra poi un indaffarato controllore; l’ultima persona interessante che incontra è un venditore di pillole che calmano la sete, facendo risparmiare tanto tempo.
Dopo aver ascoltato tutto il racconto del piccolo principe, il pilota non è riuscito a riparare l’aereo e ha terminato la scorta d’acqua. Allora vanno alla ricerca di un pozzo. Dopo una giornata di cammino i due si fermano stanchi su una duna ad ammirare il deserto nella notte. Con in braccio il bambino addormentato, il pilota cammina tutta la notte, e finalmente all’alba scopre il pozzo.
Il pilota torna al lavoro al suo apparecchio e la sera seguente ritrova il piccolo principe ad attenderlo su un muretto accanto al pozzo, mentre parla con il serpente che aveva precedentemente incontrato. Ad un anno di distanza dal suo arrivo sulla Terra, il piccolo principe aveva chiesto al serpente, che durante il loro primo incontro gli aveva confidato di avere la capacità di portare chiunque molto lontano, di riportarlo a casa, sul suo piccolo pianeta. Il piccolo principe, consapevole di aver addomesticato il pilota, come lui stesso dice, sa di dargli un dispiacere e allora lo invita a guardare il cielo e a ricordarsi di lui ogni qual volta osserva le stelle, che per lui avrebbero riso, sapendo che una di quelle era il pianeta del piccolo principe. Detto questo il serpente (simbolo della morte) lo morde alla caviglia e il piccolo principe ricade esanime sulla sabbia. L’indomani il pilota non riesce a ritrovare il corpo del bambino; così immagina che il piccolo principe sia riuscito a raggiungere il suo pianeta e a prendersi cura della sua amata rosa.
Lezioni di vita:
–L’essenziale è invisibile agli occhi: Il tema è quello dell’importanza del cuore, del sentire più che del vedere e della necessità di lasciarsi stupire da tutto ciò che va al di là delle apparenze.
–La rosa: Il Piccolo Principe alla fine per tornare dalla sua rosa si fa mordere dal serpente velenoso. Questo è il gesto estremo. Ciò che fa di noi ciò che siamo realmente non è come appariamo (alti, bassi, magri, grassi) ma il nostro “io” più vero. E così anche per tutti gli altri. La rosa del Piccolo Principe è speciale, nonostante la delusione del protagonista quando incontra un altro piccolo fiore. Ma l’io della sua rosa è speciale.
–La volpe e la rosa, simboli di amicizia e amore: il Piccolo Principe racconta nel suo incontro con la volpe che, lentamente, addomestica. Facendo questo passaggio emotivo con l’animale, il Piccolo Principe dopo un anno di viaggio lontano dalla sua rosa capisce i sentimenti che prova per lei e che se ne è innamorato perchè si sono addomesticati a vicenda, curandosi e accudendosi l’un l’altro.
-Gli adulti: Il Piccolo Principe racconta come gli adulti perdano il loro equilibrio interiore perchè si caricano di sovrastrutture dovute e obbligate dalla società in cui viviamo. Sono legati alle apparenze e al materialismo, ma il bambino che è dentro ad ognuno di noi, puro ed innocente, non è morto.
-Aurora
Leggo sempre questa favola a mio figlio, è un toccasana psicologico