Uscito in Italia come “Tuo, Simon” e basato sull’omonimo libro di Becky Albertalli (inizialmente edito nel nostro paese come “Non so chi sei, ma io sono qui) racconta la storia di Simon, un adolescente della Georgia come tanti altri che però nasconde un segreto: è gay.

Nessuno, dalla sua famiglia ai suoi amici, sospetta nulla e lui non vuole parlarne a nessuno, fino a quando un giorno qualcuno fa un post nel blog Tumblr della scuola. Un ragazzo che si firma come “Blu”, racconta di come la sua vita sia un continuo andare su una ruota panoramica perché nessuno è a conoscenza del fatto che è gay. Simon, sentendosi rappresentato dalle parole di Blu, comincia con lui una corrispondenza anonima firmandosi come “Jacques”. I due cominciano ad entrare sempre più in intimità, sempre nascondendosi dietro all’anonimato e Simon comincia ad innamorarsi di questo ragazzo che non ha mai visto.

Tutto sembra andare per il verso giusto, fino a quando Simon lascia le mail aperte sul computer della scuola e queste vengono viste da un suo compagno, Martin Addison. Il ragazzo comincia così a ricattarlo, minacciando di pubblicare le sue mail se Simon non lo aiuterà a mettersi con Abby Suso, una delle migliori amiche di Simon.

Comincia così un periodo in cui il protagonista si ritrova a mentire a tutti i suoi amici per far sì che il suo segreto non venga rivelato. I suoi sforzi però si rivelano vani quando Martin,  dopo essere stato rifiutato da Abby, fa un post anonimo pubblicando le mail tra Jacques e Blu.

Questo fa sprofondare Simon ancora di più nel baratro: tutta la scuola e anche sua sorella è a conoscenza del suo segreto, i suoi amici non gli parlano perché hanno scoperto che ha cercato di manipolarli e infine Blu ha cancellato il suo account di posta elettronica.

Simon riesce però a superare anche questa: il giorno di Natale riesce finalmente a fare coming-out con i suoi genitori (la madre Emily, psicologa, che gli dice che ha sempre saputo che nascondeva un segreto e il padre Jack, che come prima cosa gli suggerisce di iscriversi a Grindr insieme).

Dopo aver fatto questo, Simon trova il coraggio di scrivere un post sul sito della scuola dove ammette che sì, è davvero gay; inoltre dice a Blu che lo aspetterà proprio sotto la ruota panoramica perché “ognuno merita una grande storia d’amore”.

Lasciando da parte per un momento la storia d’amore, “Love, Simon” parla di paura e di crescita. Paura perché, come dice lo stesso Simon, è spaventoso mostrare se stessi al mondo. E se al mondo non piacessimo? Eppure questo film parla anche di crescita, perché Simon alla fine questa paura riesce a superarla e trasformarla in coraggio, il coraggio di essere chi è senza più maschere.

Pur essendo una commedia, un film leggero magari da guardare in un pomeriggio di pioggia con gli amici o con la famiglia, comunque trasmette un messaggio importante. Inoltre, una cosa che mi ha colpito è stato il modo in cui è stato gestito il coming out (non soltanto quello di Simon, quanto più l’argomento in generale); c’è infatti una scena in cui lui immagina come sarebbe per i loro amici fare coming out da etero ed è una cosa che al tempo stesso fa ridere e riflettere, perché nessuno si sognerebbe di fare una cosa del genere (e allora, si chiede Simon, perché dovrebbe essere diverso per le persone gay?). E fa riflettere anche quella in cui Martin, dopo il post su Tumblr, prova a scusarsi e Simon gli dice che non vuole ascoltare le sue scuse perché gli ha tolto una cosa che avrebbe dovuto essere soltanto sua, che lui avrebbe dovuto scegliere a chi dirlo, quando e perché.

Un film importante nella sua semplicità, perché Simon potrebbe davvero essere tranquillamente uno di noi, il nostro migliore amico, la nostra vicina di casa, chiunque…

E, al contrario di molte commedie americane uscite recentemente, la recitazione non è affatto male (e parla una fissata che l’ha guardato più volte sia in inglese che in italiano): Simon è interpretato da Nick Robinson (già famoso per il film “Noi siamo tutto”); nel ruolo Leah, una delle sue migliori amiche su cui l’autrice ha poi dedicato un altro romanzo dal titolo “Leah on the offbeat” troviamo Katherine Langford, Hannah Baker in “Thirteen reasons why”. Sempre da 13 troviamo Miles Heizer nei panni di Cal, uno di compagni di teatro di Simon. Nel ruolo degli altri suoi migliori amici, Nick ed Abby, abbiamo Jorge Lendeborg (Spider-Man: Homecoming) e Alexandra Shipp (conosciuta per il suo ruolo nella terza stagione della serie Anubis).

Infine, anche la colonna sonora mi piace moltissimo: si passa infatti da successo intramontabili come “I wanna dance with somebody” o “Someday at Christmas” a brani ben più recenti come “Strawberries and cigarettes” di Troye Sivan o “Love me” dei The 1975.

Insomma, un film consigliato ad adolescenti e non solo, di cui vi consiglio assolutamente anche il libro, nonostante la trasposizione sia assolutamente fedele al romanzo, si sa che il libro ha sempre qualcosa in più!

Voi conoscevate questo film? Lo avete già visto? E se sì, che ne avete pensato?

Fatemelo sapere con un commento!

Dal paese delle meraviglie,

Alice