Lunedì 17 maggio -2021- si è conclusa Chiamami ancora amore, la serie tv di RaiUno con Greta Scarano e Simone Liberati nei panni dei protagonisti.
Vi avevo già parlato¹ di questa fiction dopo la trasmissione delle prime due puntate su RaiUno ma, dopo averne concluso la visione, ci tengo ad aggiornare il mio pensiero in merito.
Temi verissimi e crudi “addolciti” dal finale
Se a cinque/dieci minuti dalla fine mi aveste chiesto cosa pensavo di Chiamami ancora amore vi avrei risposto che è una serie coraggiosa, vera e con degli ottimi interpreti -su tutti Claudia Pandolfi che ho davvero apprezzato oltremisura-. Se me lo chiedete ora, dopo la sua conclusione, vi dico che il coraggio della fiction è rimasto intatto fino alla conclusione quando è stato preferito un finale “classico” e poco scioccante piuttosto che un finale più realistico. Che si sia arrivati ad Anna ed Enrico felici insieme a Pietro nella nuova casa a Torino in così pochi minuti non gioca certamente a favore dell’epilogo: arrivare allo stesso finale dopo un percorso effettivo e visibile dei due genitori sarebbe stato molto preferibile secondo me.
Personalmente ho visto la conclusione di Chiamami ancora amore come un frettoloso accontentarsi della famigliola riunita, un regalare al pubblico a casa un finale rassicurante, una specie di “tranquilli che tutto si sistema”. Chiamami ancora amore era una buonissima serie per i temi reali, crudi ma si è completamente lasciata andare negli ultimi minuti.
Un’occasione sprecata
Dopo il bellissimo esperimento di Mare fuori (ultra riuscito secondo me²), credevo molto in questa serie dopo averne visto le prime due puntate e fino a poco prima dalla fine ho continuato a crederci anche grazie alle interpretazioni. Riassumerei Chiamami ancora amore con la frase “un’occasione sprecata” perché non riesco proprio a vedere un senso effettivo in quel finale, perché dopo aver visto puntate intrise di realtà una chiusura del genere stona e lascia di stucco per la rapidità con cui viene raggiunta.
In conclusione, Chiamami ancora amore è una serie che consiglierei per i temi trattati (ho apprezzato, tra l’altro, il breve colloquio sul diventare genitori da soli e sull’egoismo che potrebbe essere collegato a quella scelta) anche se non ho apprezzato la sua conclusione.
Vi è piaciuta #ChiamamiAncoraAmore ?
— Mondo Fandom (@Scrive_Squad) May 17, 2021
Voi cosa ne pensate del finale? Vi è piaciuto? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
Si il finale può sembrare alla “volemose bene” ma è anche vero che la frase simbolo di questa serie era stata “Come si fa ad amare così tanto e a sbagliare tutto lo stesso?”. Questa serie ha raccontato e doveva raccontare come due persone che si erano amate molto erano finite a dare il peggio di loro stesse…Tra l’altro secondo me hanno addirittura esagerato con il dramma perché di tragico è stato inserito di tutto e di più: aborto, anoressia, suicidio, violenza, maternità vissuta senza fronzoli etc…Tematiche vere, forti ma anche drammatiche.
Parlava di due persone che si erano amate ma si è capito che anche quando si amavano non erano risolte con se stesse e questo ha portato alle guerre che si sono fatti l’uno con l’altra: perché se stai male con te stesso, finisci per fare del male anche all’altro, sia nel rapporto di coppia sia come genitore.
Loro hanno toccato il fondo, anche di più e poi la storia riprende sei mesi dopo in cui sono sereni, in cui hanno avuto un nuovo inizio. Sei mesi non raccontati perché non era quella la tematica della serie. Per fare il confronto con un terremoto: la serie ha raccontato il terremoto di una coppia, i sei mesi di mezzo probabilmente sono stati la ricostruzione, sulla base di fondamenta questa volta più solide.
In primis grazie del commento! In secondo luogo sono contenta di aver avuto la tua -spero che il tu non sia un problema- opinione in merito; leggere tutta la storia secondo quello che scrivi è assolutamente possibile anche se a mio modo di vedere le cose, un accenno al cambiamento avvenuto in quei sei mesi avrebbero potuto darlo, però capisco appieno il tuo pensiero e trovo anche efficace il confronto con il terremoto. Personalmente forse l’avrei diluita di più cercando di sondare anche cosa è accaduto nella loro mente quando hanno capito che erano ancora uniti da amore (anche magari solo per il figlio in prima istanza) sebbene la serie fosse incentrata sulla rottura e la guerra tra parti.
Di nulla. Questo è un prodotto di altissimo livello e da parecchio non si vedeva una serie così. Figurati è un piacere darsi del tu. Si avrebbero potuto farlo indubbiamente, diciamo che a voler narrare anche la risalita sarebbe servita un’altra puntata. Ma penso che comunque il punto più basso è stato raggiunto alla fine del primo episodio della terza e ultima puntata quando viene fuori la verità sul padre biologico e con il figlio in quella panchina. Li hanno toccato il fondo come esseri umani, come coppia (anche se erano separati quel segreto, quel tabù come lo chiamava Rosa lo condividevano e li rendeva ancora coppia in qualche modo), come genitori e da li è cominciata la risalita a mio parere. Io penso che entrambi abbiano affrontato i loro traumi, così la immagino la cosa e diciamo che è lasciata alla nostra immaginazione.
Ancora una volta mi trovi d’accordo. Sicuramente loro hanno toccato il punto più basso lì (sia nel passato sia quando l’abbiamo vissuto noi come spettatori). Nel complesso l’ho trovata una fiction davvero molto riuscita, avrei auspicato nella puntata in più per avere un quadro ancor più chiaro ma questo indubbiamente non toglie valore alla serie. Certamente entrambi hanno fatto i conti prima con loro stessi e poi con quello che volevano dalla vita e hanno messo ordine, per così dire, nel loro animo.
Già. Poi il finale positivo in realtà non è così edulcorato, anzi è un’eccezione considerando i tempi di oggi. Spesso chi si separa e si lascia facendo volare gli stracci si fa la guerra sulla pelle dei figli, si fa del male reciprocamente in tutti i modi possibili sfruttando le debolezze dell’altro, non accorgendosi di mancare di rispetto anche a tutto il buono che c’è stato, probabilmente perché tra certe coppie non c’è nulla da ricostruire: il meglio prima e il peggio dopo.
Ricostruirsi singolarmente e poi in coppia in un certo senso è più complesso ed è la strada meno semplice. Spesso la strada più facile è chiudere (e io non sono contraria, sono favorevole se non c’è nulla da salvare e se è la soluzione migliore)
Indubbiamente per i “tempi italiani” reali è un’eccezione però diciamo che per me rimane edulcorato -almeno in parte- perché in così poco tempo mi è sembrato forzato e fatto per accontentare/non scioccare lo spettatore, per fare percepire che poi andrà tutto bene, come ho appunto scritto. Sono assolutamente d’accordo sulla semplicità di chiudere tutto piuttosto che impegnarsi a ricostruire la coppia ma prima il proprio io. Mi piace molto la seconda parte del tuo discorso perché è davvero molto aderente al mio pensiero e alla mia visione.