Visto che non è mai chiaro, il cyberbullismo è reato: significa genericamente un attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato verso qualcuno mediante gli strumenti della rete e/o far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo. Nonostante questo, molte persone non hanno chiaro che gli attacchi continui possono avere forme diverse, più o meno gravi ma sono TUTTI atteggiamenti considerabili BULLISMO.

Anche tu potresti essere un bullo

Wikipedia spiega il fenomeno del Cyberbullismo, riassumendo molto bene i punti principali. Io mi limiterò a linkarvi la pagina per approfondire e citarvi tutti quegli atteggiamenti  che rientrano nel cyberbullismo:

  • Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi “flame“) mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.
  • Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
  • Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network, etc.
  • Sostituzione di persona (“impersonation”): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
  • Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
  • Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.
  • Cyberpersecuzione (“cyberstalking“): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.
  • Doxing: diffusione pubblica via internet di dati personali e sensibili.

Il decalogo della Polizia Postale per non finire nella trappola dei cyberbulli o di malintenzionati

Per mia sfortuna sono stata vittima di Flaming e Cyberpersecuzione quando ero più piccola attraverso Ask e Facebook e recentemente vittima di denigrazione su twitter. In quei momenti, pensavo solamente al perchè degli sconosciuti potessero avercela con me e come avrei fatto e se ce l’avessi fatta, a superare tutto. Quando mi capitò per la prima volta non sapevo nemmeno cosa fosse il cyberbullismo e neanche la seconda volta ero consapevole del fatto che avrei potuto denunciare gli artefici di questo accanimento nei miei confronti.

Quindi eccomi qui sul blog a fare un sunto di tutte le mie ricerche su come tutelarsi, quando e come denunciare il cyber bullismo.

Consigli alla vittima: impara a lavorare su te stesso

Ciao, so bene come ti senti. Sono qui per aiutarti. La prima cosa da fare è cercare di capire cosa sta succedendo e quanto sono gravi le offese/danni che stai ricevendo. Ci sono diverse forme di cyberbullismo: anche una battuta ripetuta più volte può fare male, ma non devi in nessun modo sminuire ciò che ti sta accadendo. Prima di arrivare alla denuncia in polizia del reato di cyberbullismo, è utile lavorare su se stessi e fare chiarezza.

Come difendersi dal cyberbullismo e prevenirlo

Quando qualcosa ti infastidisce ci sono delle azioni preliminari che puoi fare: nei casi più semplici è utile non rispondere e non interagire con i messaggi offensivi, oppure bloccare, segnalare, rimuovere, il contenuto/profilo. Ma devi lavorare anche su te stesso e sulle persone che ti circondano e ti voglio bene: confidati con qualcuno di fiducia, chiedi aiuto e non preoccuparti a parlarne ai tuoi genitori. Sicuramente il sostegno di un’altra persona ti aiuterà a metabolizzare la cosa.

Puoi anche chiamare il telefono azzurro e ricevere assistenza e informazioni utili.

Consigli ai genitori sul cyberbullismo

Fermare la diffusione dei contenuti offensivi – richiedere l’oscuramento

Lo step successivo è quello di richiedere al sito, social o in generale alla piattaforma su cui sono stati postati i contenti offensivi di oscurarli, rimuoverli o bloccarli in modo da farli diventare irreperibili per i normali utenti del web ma non per la polizia e la vittima, che potranno usarli come prova in un consequente processo/denuncia. Se entro 48 ore il sito non dovesse provvedere, si può fare un reclamò all’Autorità Garante della Privacy che provvederà a farlo nel giro di due giorni. Per maggiori informazioni leggere qui

Quando il Cyberbullismo è reato

Arriva la parte più spinosa: il cyberbullismo è reato ma come viene trattato dalla legge italiana?

Nel 2017 è stata emanata la legge numero 71 dedicata interamente al Cyberbullismo che potete trovare qui

Sul sito della polizia postale per i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 16 anni la polizia postale ha scritto questo articolo

Per Cyberbullismo si intende:

Ai fini della presente legge, per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identita’, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonche’ la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu’ componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

Da questo estratto, e anche dalla legge numero 107 chiamata Buona Scuola (simile alla 71 in quanto trattano più o meno lo stesso argomento), si capisce/evince che il cyberbullismo dalla legge è inteso come un fenomeno che riguarda i minori, ma questo non esclude che anche adulti vittime di qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, etc… possano fare ricorso alle autorità.

Infatti la legge sul cyberbullismo è stata fatta apposta per rendere possibile anche ai minori di denunciare questo fenomeno.

La differenza tra il reato di cyberbullismo commesso da infraquattordicenni e ragazzi dai 14-18 anni è spiegata qui.

La distinzione fra adulti e minori è stata necessaria in quanto spesso tra i giovani l’atteggiamento da bullo non viene percepito come tale. Chi prende in giro, diffama o molesta in tenera età spesso pensa si tratti di un gioco, non è totalmente capace di intere e di volere come un maggiorenne

Per gli adulti, solitamente il fenomeno del cyberbullismo rientra nel reato di diffamazione, molestie o stalking (a seconda del tipo di offesa subita)

Il bullismo e il cyberbullismo possono configurare fattispecie perseguibili penalmente. In particolare, possono configurare il reato di Diffamazione, perseguibile ai sensi dell’art. 595 c.p, nonché il reato classificato come “Atti persecutori” ex art. 612 bis c.p. Quest’ultima fattispecie, nota anche come stalking, punisce chi, in maniera reiterata, minaccia o molesta qualcuno, causandogli un grave e perdurante stato di ansia o di paura. Le pene sono molto severe e si può arrivare anche a cinque anni di reclusione. Se il colpevole è un minorenne, bisogna distinguere: per chi ha meno di 14 anni esiste una impunità totale ex lege, cioè non si è perseguibili; per chi ha più di 14 anni, invece, le pene sono ridotte. Naturalmente si è anche responsabili civilmente rispetto al risarcimento del danno causato alla vittima. In un caso, un giudice di Milano ha condannato i genitori di due quindicenni a risarcire con una somma record di 50.000 euro la giovane vittima di bullismo.

Quando il cyberbullismo è reato le soluzioni sono:

Denunciare/Querelare la persona: cioè avviare un processo penale nei confronti del bullo che può concludersi anche con il risarcimento dei danni alla vittima (cioè il bullo è costretto a dare dei soldi alla persona che ha offeso).

Ammonire il bullo: così come nel reato di stalking, il malintenzionato può ricevere un ammonimento dal giudice, ovvero l’obbligo a cessare l’attività di cyberbullismo e di non interagire più con la vittima.

Anche i minori di quattordici anni possono essere denunciati o ammoniti.

Esempi di Cyberbullismo secondo la polizia di stato

Il reato di diffamazione per via telematica

Anche gli adulti sono vittime di cyberbullismo, questo concetto in Italia non è ancora ben presente, quindi gli stessi avvenimenti trattati nella legge 71 sul cyberbullismo per i minori, per i maggiorenni sono invece trattati nell’articolo 595 dedicato alla Diffamazione.

Come spiegato qui, c’è differenza tra Diffamazione e Ingiuria, e soprattutto ci sono vari modi per offendere qualcuno. In particolare diffamare una persona significa diffondere l’offesa nei confronti della vittima a più persone.

chiunque […] comunicando con più personeoffende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 Euro”. Ai commi 2 e 3 del medesimo articolo si sottolinea che se l’offesa consiste nell’attribuzione di un determinato fatto, la pena aumenta, e se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516 (diffamazione aggravata).

Per “qualsiasi mezzo di pubblicità” si intende ad esempio Internet, social newtwork, siti, chat… insomma qualsiasi mezzo che crei la situazione in cui Peppino sparla di Pinco pallino ad almeno due persone in presenza o non in presenza di pinco pallino.

Leggendo sentenze di casi riguardanti questo tipo di vicende, si evince che i social sono il miglior mezzo di pubblicità che aggrava il reato in quanto attraverso i social network il numero di persone che arriva a leggere l’offesa è talmente elevato da raggiungere un numero indefinito.

Il processo giudiziario per reato di diffamazione si attiva solo quando la vittima manifesta la volontà di procedere penalmente contro  il colpevole

Il reato di diffamazione attraverso il web e i social network

Non è previsto uno svalutamento della pena nel caso in cui il bullo provi a sminuire la sua colpa o giustificarsi dicendo che gli è stato detto di farlo oppure che ha passato delle vicende difficili, che lo ha fatto per invidia. Tengo a specificare questo punto, semplicemente perchè mi è capitato di assistere a persone che scrivevano “ho scritto a questa coppia di fidanzati di morire bruciati perchè io sono single e mi sento triste nel vedere gli altri felici”, oppure ho passato delle brutte esperienze allora sono diventato scontroso e riverso il mio odio verso gli altri (vedi la puntata del 18 marzo 2019 su Forum).

Per il reato di diffamazione non sono consentite le misure dell’arresto, del fermo e misure cautelari personali.

Cosa può essere considerato diffamazione

Approfondimenti con esempi di diffamazione su facebook

Sicuramente bisogna cercare di capire quando ci sono i presupposti per fare una denuncia prima di procedere per vie legali, quindi di capire se ciò che ci è successo sia davvero diffamazione, quindi “l‘offendere la propria reputazione” oppure un commento legittimo, una critica. C’è da tenere in conto che l’applicazione dell’articolo 595 è a discrezione del giudice (cioè il giudice sceglie la pena e se applicarla).

Affinché possa configurarsi il reato di diffamazione, occorrono questi tre elementi:

  1. Un’offesa arrecata a una persona;
  2. L’assenza di questa persona;
  3. La presenza di almeno due persone. Se la diffamazione avviene a mezzo stampa o a mezzo internet di dominio pubblico, la condizione sussiste.

Entro tre mesi dal momento in cui vieni a conoscenza della diffamazione, hai la possibilità di sporgere querela presso il comando della polizia. Si instaurerà quindi un processo dove tu sarai la parte lesa.

C’è da dire che il margine di discrezionalità del giudice in questi casi è molto ampio e non è raro dunque assistere a una disparità di valutazioni in casi che sembrano simili. Diversa è infatti la sensibilità di ogni persona e anche il giudice lo è. Occorre poi analizzare il contesto e le relazioni precedenti tra parte offesa e offensiva.

Non fatevi ingannare da chi vi dice che l’articolo 595 è stato depenalizzato (cioè che non vale più), il reato di ingiuria è stato depenalizzato, ma non quello di diffamazione. Se qualcuno vi diffama su internet, non pensateci due volte ad agire!

Il reato di diffamazione avviene non solo sui social, ma anche nei gruppi di whatsapp, quando il messaggio contenente l’offesa viene letto da più persone.

Spero di essere stata comprensibile e di aver usato un linguaggio semplice in modo che tutti possano capire. In ogni caso ho citato tutte le fonti delle informazioni che ho consultato e che riprendono ogni punto, con i dovuti approfondimenti.

Vi prego di diffondere questo articolo con tutti i vostri conoscenti che potrebbero ritrovarsi in situazioni del genere. Facciamo informazione!

 

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film