Titolo: Come un respiro
Anno: 2020
Casa editrice: Mondadori
Genere: narrativa italiana contemporanea
Target consigliato: dai 18 anni in su
Lunghezza: 168 pagine
Punto di vista: esterno
Valutazione: ★★★★★
Ferzan Ozpetek
Ozpetek è regista e sceneggiatore, vive a Roma dal 1976. Oltre ad essere regista e sceneggiatore è anche scrittore: prima di Come un respiro -suo terzo libro- sono stati pubblicati Rosso Istanbul (2013, Mondadori) e Sei la mia vita (2015, Mondadori).
Trama
È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d’abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un’ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l’esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall’oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo.
Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l’Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.
Commento
Attenzione agli SPOILER!
Come un respiro è un libro che ho desiderato per molto tempo, sin da quando l’ho visto sugli scaffali di una libreria. Purtroppo, però, fino a Natale non avevo mai avuto occasione di averlo tra le mani ma, Babbo Natale, si sa, ci conosce bene e quindi me lo sono ritrovato sotto l’albero (grazie a Letizia, mia sorella). Ora, dunque, sono pronta a recensirlo, dopo averne ultimato la lettura in poche ore.
Questo era il primo libro di Ozpetek che leggevo e devo dire che mi ha piacevolmente colpita, soprattutto per il taglio prettamente cinematografico che il regista ha dato alla storia di Elsa ed Adele. In sé la storia non ha nulla di particolarmente innovativo –marito + moglie + amante (le ultime due sorelle) che vivono sotto lo stesso tetto- ma il modo in cui viene narrata è davvero strabiliante: il libro si legge più che volentieri in poche ore e se ne rimane realmente affascinati, fino ad esserne trascinati dentro di peso e senza possibilità di risalita. Le domande che si avvicendano nella mente del lettore sono veramente molte e non cessano mai, nemmeno una volta chiuso il libro: il finale, a sorpresa, è completamente aperto e questo stratagemma, secondo me, è un vero colpo da maestro. Non amo né i film né i libri né gli spettacoli che si concludono in modo aperto perché mi danno la sensazione dell’incompiuto, mi fanno sentire la profonda mancanza di un pezzo, mi spingono a dire “e poi?” e a formulare miliardi di teorie senza certezza alcuna. Il finale aperto, per me, è sempre un’arma a doppio taglio ma devo dire che in Come un respiro funziona perché la storia di Elsa ed Adele è enigmatica già dalla prima lettera (di Elsa ad Adele), giunge ad una “prima conclusione” per nulla inaspettata per me -mi riferisco al fatto che le due sorelle non hanno fatto nulla per fermare Vittorio dal baratro che l’ha condannato a morte-, e ad una ”seconda conclusione” aperta e del tutto inaspettata per me –Adele che se ne va, portando con sé i “segreti” delle lettere ma, soprattutto, accendendo una sigaretta che altro non è se non un fortissimo rimando al passato.
Come un respiro sorprende il lettore e lo fa nel modo più subdolo possibile: lo spinge ad interrogarsi, non solo sulla vita di Elsa ed Adele ma anche, e soprattutto, sulla propria, sugli affetti che lo circondano, sulle scelte, sul destino. Ozpetek si inserisce quale narratore in tutto ciò e spinge divinamente il suo lettore da una parte all’altra della storia, di una storia in cui tutti sembrano nascondere qualcosa, una storia che spazia tra passato e presente con una disinvoltura incredibile, senza perdere di ritmo, e raccontandoci gli avvenimenti dal punto di vista di entrambe le sorelle.
Conclusioni
Consiglio Come un respiro a tutti e spero di vedere presto il film omonimo di cui si vocifera più o meno dall’uscita del libro.
Voi cosa ne pensate? L’avete letto? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria