Come in uno specchio, (in originale Såsom i en spegel) è un film del 1961 diretto da Ingmar Bergman e con protagonisti Harriet Andersson, Max Von Sydow, Gunnar Björnstrand e Lars Passgård.
Trama
Karin (Harriet Andersson) è appena uscita dall’ospedale psichiatrico e si reca insieme al padre David (Gunnar Björnstrand), al fratello Minus (Lars Passgård) e al marito Martin (Max Von Sydow) su un’isola.
Il padre è uno scrittore di successo che trae ispirazione dalla vita della figlia, il marito è un medico che crede soltanto nella medicina e nella scienza mentre il fratello è un ragazzo piuttosto innocente ed infantile nonostante non sia più un bambino.
Karin però è morbosamente attaccata al fratello Minus e il marito non se ne accorge, lui non è la persona alla quale confidare le proprie immaginazione mistiche, è un uomo di scienza.
Col tempo i personaggi, complice la grande differenza che li distingue uno dall’altro e il fatto di essere isolati in un luogo pacifico li spinge a riflettere su vari argomenti.
Tematiche
I personaggi leggono sé stessi nella persona che sta loro difronte proprio Come in uno specchio, confrontarsi con il nostro opposto evidenzia ciò che di noi stessi fatichiamo a vedere.
Karin, donna turbata psicologicamente (il nome potrebbe essere un riferimento a Santa Caterina, nota tra l’altro per l’episodio dell’estasi) riversa le sue attenzioni su Minus che, dal nome, è sia il fratello minore che una sorta di “minus habens“, un idiota. Idiota però innocente, vittima dell’assenza di un padre che, amato come il biblico re da cui prende il nome, purtroppo non riesce a guardare al di là di sé stesso.
Il senso della malattia, la presenza/assenza di Dio, il senso dell’arte e molto altro sono le tematiche affrontate in questo film ma il vero messaggio va al di là delle riflessioni esplicite dei personaggi.
L’altro come raffigurazione di Dio
Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò
In pratica Come in uno specchio. Quando i personaggi cominciano a guardarsi l’un l’altro come in uno specchio ecco che la visione divina riesce ad entrare nel loro cuore. L’altro è degno dell’amore ma non solo, guardando l’altro come in uno specchio riconosciamo anche in noi stessi la dignità di esseri umani.
Certo, questo modo di guardare non è esente da storture, Minus e Karin compiono un gesto che lo dimostra ma proprio perché ai due manca una guida, una sensibilità per capire l’errore in ciò che fanno.
L’isola è un po’ come un Eden e i due fratelli sono come Adamo ed Eva. Se ci pensiamo anche nel racconto biblico tecnicamente i due sono fratelli. L’arte è invece rappresentata dal padre e la scienza dal marito. Arte e scienza, religione e passione ma soprattutto amore in tutte le sue forme sono i punti cardine di questo capolavoro del cinema mondiale.
Tecnica
La fotografia in un bianco e nero quasi espressionista in alcune scelte (D.o.p Sven Nykvist) e la colonna sonora di Johann Sebastian Bach uniti alla regia invisibile di un Bergman straordinario e a delle interpretazioni sentite e mai banali dimostrano che forma e sostanza possono coesistere in un film.
Conclusioni
Un film potente, delicato, profondo, ricco di spunti di riflessione. Da vedere e rivedere per capire fin dove può spingersi l’arte cinematografica. Questo mio articolo è solo un umilissimo punto di vista che può anche essere del tutto sbagliato ma è ciò che ci ho visto io quindi perdonatemi.
E voi conoscevate questo film?
Che ne pensate?
Siete d’accordo con me?
Alla prossima!
Lorenzo
Alla prossima
Lorenzo