Da poco l’Unione Europea ha approvato una serie di proposte di leggi per tutelare il diritto d’autore. Abbiamo già discusso varie volte di come queste proposte siano esagerate e finiscano per limitare la libertà di espressione, ma ciò su cui stavo riflettendo in questi giorni, riguarda le cause di questa decisione.
Violazione del diritto d’autore
Per sapere cosa sia il diritto d’autore clicca qui
Secondo la legge italiana:
È punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 2.582 a euro 15.493 chiunque:
a) riproduce, duplica, trasmette o diffonde abusivamente, vende o pone altrimenti in commercio, cede a qualsiasi titolo o importa abusivamente oltre cinquanta copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d’autore e da diritti connessi;
a-bis) in violazione dell’art. 16, a fini di lucro, comunica al pubblico immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno protetta dal diritto d’autore, o parte di essa;
b) esercitando in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, importazione di opere tutelate dal diritto d’autore e da diritti connessi, si rende colpevole dei fatti previsti dal comma 1;
Nonostante questo, ci sono un sacco di truffatori che attraverso il web, hanno trovato un modo per raggirare queste leggi, o comunque fruttare certe situazioni (che facendo parte del grande mare della rete risultano ancora abbastanza confuse) per ricavarne profitti o altre occasioni vantaggiose.
In particolare, in questo comportamento malavitoso, ci rivedo il fenomeno dei freebooter.
Chi sono i freebooter?
Secondo i vocabolari online “a plunderer; specif., a pirate”, cioè dei pirati che campano attraverso il furto. Per spiegarla meglio, il sito Know Your Meme (che già ha un nome abbastanza legato alla vicenda) spiega che: “Il Freebooting è la pratica di scaricare contenuti protetti da copyright da un sito internet e di ricaricarli senza l’autorizzazione del creatore, in genere al fine di accumulare un grande seguito o profitti commerciali attraverso le entrate pubblicitarie.”
Questo fenomeno non deve essere confuso con il mirroring, in cui:
un intero sito (pagine HTML, ma anche semplici file binari) viene copiato su un altro computer per essere reso accessibile anche da altre fonti. Il motivo principale dell’utilizzo dei mirror sta nel sovraccarico del sito originale che spesso non possiede una banda sufficiente per l’utenza a cui è destinato. Attraverso questo meccanismo (il cui aggiornamento viene svolto automaticamente a intervalli regolari) una stessa risorsa può essere disponibile a un maggior numero di utenti.
Wikipedia
Il meccanismo dietro il Freebooting
Avete presente tutte quelle pagine che soprattutto su facebook e instagram caricano video virali? O quegli account di youtube che copiano di sana pianta un contenuto di un altro video cercando di mascherarlo per sfuggire al content ID del sito?
I freebooter sono truffatori che sfruttano i contenuti originali creati dai creators/artisti per creare un canale/piattaforma che attiri il maggior numero di visualizzazioni possibili. Le visualizzazioni servono poi per fare tante cose, perchè se sei in possesso di uno spazio che ogni giorno attira migliaia di visitatori, puoi cominciare a ricavarne dei soldi attraverso le pubblicità, le collaborazioni. Quindi è ovvio che l’idea di guadagnare facilmente sfruttando il lavoro altrui sia abbastanza presente nella mente di questi furbetti.
Di solito un creatore di contenuti ci mette un sacco di tempo e risorse per creare un video, un post, un articolo, una foto, mentre i freebooter attirano molti più visitatori postando ogni minuto, ora, giorno, sempre nuovi contenuti originali. Siccome le persone sono un po’ ignoranti e vogliono vedere tutto e subito (mi dispiace se l’utente medio si offenderà, è un dato di fatto), invece di andare a seguire ogni singolo creatore di contenuti e aspettare che questi pubblichi il proprio prodotto, preferiscono seguire gli aggiornamenti di account che costantemente caricano contenuti di intrattenimento e diciamo la verità, se ne fregano di chi li abbia creati, all’utente medio basta solo svagarsi.
Essendo il freebooting un reato bello e buono, molti di loro cercano di paracularsi inserendo nei commenti i crediti della fonte del contenuto originale, ma diciamoci la verità: se l’utente medio non va a cercare l’autore del video, anche dopo aver visto il video, pensate sul serio che si andrà a leggere i commenti o le descrizioni per capire a chi dare credito di ciò che ha visto/sta per vedere? Ovviamente no. E i freebooter ci marciano sopra.
I freebooter non vengono perseguiti, loro continuano a caricare contenuti, che al massimo vengono rimossi, ma tanto a loro cosa importa? l’importate è creare sempre nuovi account, postare più materiale possibile e fare più visualizzazioni possibili e, in certi casi, mettere più pubblicità possibili per guadagnare soldi…
Il freebooting è usare un contenuto altrui, senza consenso dell’autore, sia con e sia senza pubblicità. Il freebooting è, per farvelo capire meglio con esempi pratici, anche quando su Facebook si vedono quelle splendide compilation di “amazing kitchen skills” (una serie di video di cuochi con grandi abilità culinarie), anche senza pubblicità nel video, perchè quel contenuto di quella mega pagina che state vedendo è il frutto del furto di una decina di video da pagine minori (ad esempio di uno chef/ristorante) che vengono montati a formare una compilation e di cui però, nessuna di quelle pagine minori ci ricaverà qualcosa.
Il freebooting dei meme è, secondo me, l’esempio più calzante perchè esistono migliaia di pagine, in Italia, in tutto il mondo, che si scopiazzano a vicenda, perchè creare un bel meme che faccia ridere è difficile da fare tutti i giorni in serie, allora cosa fanno le pagine? Invece di postare i loro contenuti originali, implicando che questo gli costi tempo ed energie, preferiscono navigare nel web, alla ricerca di post interessanti DI ALTRE pagine, li copiano oppure li traducono da altre lingue (Sì ragazzi, anche tradurre senza citare è freebooting, e quindi furto) e poi li postano spacciandoli per propri. Alcune pagine hanno anche il coraggio di metterci il loro simbolino come timbro fedeltà! Magari poi sopra il timbro di un’altra pagina, così si levano il pensiero che qualcuno possa smettere di seguirli per seguire il vero autore dei meme.
In certi casi, come le pagine che vivono di screenshot, se le inventano anche le cose, per spacciare situazioni eclatanti e false, come rari reperti del web di cui solo loro sono in possesso… ma questa è un’altra storia, che entra nel filone delle fake news.
Le differenze di freebooting nei social media – Facebook è il regno dei Freebooting
Torniamo alle leggi europee sul diritto d’autore…adesso, non sembra più tanto campata per aria l’idea di voler tutelare più fortemente il diritto d’autore. Peccato però che:
- La legge sia stata fatta con i piedi e si rischia di passare all’estremo opposto: chiunque verrà censurato
- La legge in particolare tutela solo i grandi editori, non si occupa di arginare concretamente il freebooting
La moneta di scambio del web, si può dire che ormai siano le visualizzazioni, perchè sono uno dei metri di giudizio su cui si capisce il capitale potenziale che uno spazio sul web può fruttare. Se non si penalizza anche chi, senza guadagnare i soldi, fa visualizzazioni con il materiale altrui, il freebooting non verrà mai contrastato sul serio.
Le visualizzazioni sono come la tanto odiata pubblicità della televisione: le aziende pagano un canale di comunicazione per avere uno spazio per sponsorizzare i loro prodotti fra un contenuto e l’altro. Ecco perchè c’è chi si affanna notevolmente per arrivare in poco tempo ad avere un enorme traffico sul proprio canale.
In particolare Facebook ha creato un sistema che favorisce di gran lunga il frebooting sul social: infatti per garantirsi la permanenza fissa degli utenti sul loro sito, gli algoritmi di facebook favoriscono la circolazione di video caricati direttamente su facebook piuttosto che link che rimandano a youtube e altre piattaforme… In questo modo si assicurano anche di poter avere un gran numero di video/contenuti in cui piazzare le pubblicità.
Inoltre Facebook gonfia il numero delle visualizzazioni grazie al criterio dei tre secondi, secondo il quale, anche scrollando la home, la riproduzione dei video parte in automatico e se tu utente, rimani per tre secondi fermo sul frame del video, quei tre secondi contano come visualizzazione, dunque per loro è più facile arrivare a chiedere soldi per le visualizzazioni portate alle pubblicità/post sponsorizzati delle aziende.
Questo fenomeno, avallato da Facebook, ha un grande impatto soprattutto su youtube (potete approfondire questo discorso qui)
Come contrastare il freebooting
Le leggi sul copyright partono più o meno da un’intento condivisibile, ma finiscono per sbagliare nei modi.
La soluzione migliore, non sarebbe quella di mettere un bavaglio ad internet imponendo che la pubblicazione dei contenuti sia gestita da un algoritmo, ma come faccio nel mio piccolo, basterebbe che tutti gli utenti segnalassero e smettessero di seguire tutti quegli account che palesemente ricaricano contenuti di altri senza autorizzazione, invece che condividerli e citarli propriamente.
Inoltre non pensate che questa pratica sia fatta da chissà chi: il freebooting è praticamente ovunque e lo fanno i canali/pagine più frequentati, per questo bisogna imparare ad armarsi per difendere il diritto d’autore e la libertà di fare informazione sul web!
Spero di aver fatto chiarezza su questo fenomeno e avervi dato uno spunto di riflessione.
Qui Sara Scrive, passo e chiudo!