The Full Monty è un musical diretto da Massimo Romeo Piparo che ha pensato ad un adattamento teatrale dell’omonimo film uscito nel 1997.
Vestito piaccio, nudo convinco.
Trama
Cosa faresti se ti trovassi senza lavoro a causa di un licenziamento di massa? Ti suicideresti, la butteresti sul ridere o, ancora, ti danneresti per cercare un nuovo lavoro? Di certo grazie a The Full Monty sappiamo cosa hanno in mente Giorgio -l’ideatore di tutto-, Aldo, Davide, “Cavallo”, Marcello e Daniele, ex dipendenti di una fabbrica situata a Torino, ma la vera domanda è: riusciranno a dare al pubblico il servizio completo? Lo scopriremo alla fine ma prima vedremo i nostri eroi destreggiarsi tra figli, mogli, mutuo, prove, lavori al supermercato o al bar e molto altro!
Cast – personaggi
Paolo Conticini – Giorgio
Luca Ward – Aldo
Gianni Fantoni – Davide
Jonis Bascir – Cavallo
Nicolas Vaporidis – Marcello
Sebastiano Vinci – Daniele
Laura Di Mauro – Vittoria
Elisabetta Tulli – Giò
Valentina Gullace – Patti
Christian Roberto – Gabriele
Paila Pavese – Jeanette
Commento
Credo ci sia un’unica parola adatta per descrivere questo musical: travolgente. Tutto ciò che vedrete sul palco vi trasporterà, anima e corpo, all’interno della narrazione e ad un certo punto vi renderete conto di voler entrare anche voi a fare parte dello spettacolo stesso. Una musica eccezionale ed un uso sapientissimo delle luci vi trascineranno nell’impresa di questi sei disoccupati e vi faranno capire che se lo si vuole davvero, tutto diventa possibile.
Mettetevi comodi che lo spettacolo sta per iniziare e il divertimento è garantito.
Il rapporto padre figlio
Da una buonissima interpretazione di Paolo Conticini (Giorgio) e del giovanissimo Christian Roberto (Gabriele, il figlio di Giorgio) emerge un quadro quanto mai realistico di cosa vuol dire essere padre e figlio nel 2019, di cosa vuol dire per un padre vedersi prestare i soldi -i risparmi per l’università- da parte di suo figlio, quell’unico figlio alla cui madre deve passare ancora seimila euro di alimenti arretrati. Emozionanti i dialoghi e i pugnetti in scena tra Giorgio e Gabriele, che permettono allo spettatore di rivedersi nel padre o nel figlio, nel sedicenne che ragiona da quarantenne o nel quarantenne che ragiona da sedicenne. Bellissimo il momento in cui Giorgio è tentato di lasciar perdere tutto, dopo essere stato la mente dello spettacolo, ma viene convito a proseguire verso il gran finale proprio da suo figlio Gabriele.
L’amicizia
L’amicizia è il secondo importantissimo tasto che viene toccato da The Full Monty. Gli ex lavoratori tra una prova dello spettacolo e l’altra riusciranno ad entrare tra loro in sintonia e a creare un meraviglioso rapporto di amicizia che si consoliderà sempre più e che li aiuterà ad arrivare integri al gran finale. Forse è proprio l’amicizia la chiave di tutto il musical, e probabilmente della vita stessa, perché se gli amici sono veri tornano sempre, ti danno forza e, anche se ti prendono a male parole, lo fanno per te, per farti reagire. Questo è un po’ quello che succede anche all’interno del musical e fa sì che lo spettatore non parteggi mai per uno o per l’altro personaggio ma per tutto l’insieme, per quei sei uomini che hanno una voglia di riscatto grande come una casa.
Il conflitto uomo-donna
Chi porta davvero i pantaloni in casa? L’uomo o la donna, la donna o l’uomo? Sembra quasi un dilemma shakespeariano ma questo musical pone il conflitto eterno tra uomo e donna sotto una luce differente, permettendo allo spettatore di capire tanto le ragioni della donna quanto quelle dell’uomo e di entrare in simbiosi con entrambi a prescindere dal proprio sesso. Bellissime le parti cantate prima dai mariti e poi dalle mogli perché quello che emerge è che, a prescindere da dove la si guarda, sono e restano comunque l’uno il centro dell’universo dell’altra. Questo è un conflitto che, a fine spettacolo, non vi sembrerà più conflitto ma unione, matrimonio appunto, perché non importa quanto differenti siano le idee, chi passa l’aspirapolvere, quello che conta è il sentimento reciproco e allora entrambi cominceranno a portare i pantaloni senza preoccuparsi troppo ma cercando sempre di supportarsi.
L’accettazione di sé
Questo è un tema che emerge in maniera decisa verso la fine ma che è presente sin dalla prima entrata in scena del cast: appare chiaro da subito, infatti, che non tutti gli attori hanno la stessa fisicità. Più procede la narrazione più sì comprende che ben vengano le loro diversità se quello che li unisce è più forte e riesce a sfondare le barriere. Il tema dell’accettazione di se stessi rimane ancora oggi un tema piuttosto scottante e non c’è nulla di meglio di un musical per ricordarci che alti o bassi, magri o grassi, chiunque ha diritto ad avere un posto nel mondo e a far sentire la propria voce.
Tra canto e recitazione
The Full Monty è un musical, sì, però non va trascurata nemmeno la recitazione che rimane di buon livello durante tutto lo spettacolo. Le parti cantate sono altrettanto godibili, specialmente quelle ad opera della parte rosa del cast. La sorpresa più grande per me è stata sicuramente la prestazione di Paolo Conticini che non avevo mai visto dal vivo e che mi ha colpita in maniera incredibile. Una presenza scenica importante e decisa corredata da una buonissima capacità canora che non mi aspettavo minimamente. Tutta la bravura, già citata, del cast forse riesce a smuovere il pubblico dalla classica concezione dell’attore che se canta fa disastri. Qui nessuno fa disastri, anzi, accentua ancora di più le sue capacità e fa percepire la propria persona come un essere a 360°, nel vero senso della parola.
Tra risate e applausi a non finire
Se cercate uno spettacolo per staccare un po’ la spina dalla monotonia che pervade le vostre giornate, The Full Monty fa sicuramente al caso vostro perché le risate sono assolutamente garantite, così come gli applausi che scrosciano prepotentemente ad ogni cambio scena. La risata che gli attori suscitano con le loro battute è davvero contagiosa e riesce a smorzare anche i momenti più carichi di pessimismo e di riflessione permettendo così allo spettacolo di essere classificato come commedia. Le risate del pubblico non giungono mai a caso ma arrivano piuttosto da un ragionatissimo uso delle battute e dell’ironia.
Conclusioni
Sembra impossibile che uno spettacolo classificato come commedia possa arrivare a toccare tanti argomenti così tanto importanti eppure con The Full Monty accade ed accade in maniera sorprendentemente meravigliosa. Spettacolo promosso a voti pienissimi e che consiglio a tutti voi!
E voi avete visto questo musical? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria