“Sono una puttana, ma non bacio sulle labbra” esclama Vivian, la protagonista del celebre Pretty Woman, che nonostante la sua professione le imponga di “promulgare amore”, vieta comunque ai suoi clienti di baciarla sulle labbra. Perché non c’è nulla di più intimo e profondo di un bacio.
“Ma poi che cos’è un bacio?”
Tecnicamente un bacio consiste nel contatto tra le labbra di una persona e quelle di un’altra. Considerato come una comune forma di espressione di affetto, è soggetto di varie teorie, rivolte alla comprensione delle sue possibili funzioni ed dei suoi legami con la sfera emotiva e sociale. Secondo lo scienziato inglese Colin Hendrie, lo scopo del bacio è quello di trasmettere germi, i quali vengono passati dall’uomo alla donna per preservarne la salute e la futura prole. Il Lafayette College, invece, sostiene che faccia calare il livello di cortisolo, provocando una diminuzione dello stress, ed aumentare il livello dell’ossitocina, che influenza la predisposizione all’innamoramento, soltanto però negli uomini. Esiste, inoltre, una teoria antropologica che fa risalire le origini del bacio alla preistoria: sembra infatti che le madri del passato triturassero il cibo nella loro bocca prima di passarlo alla loro prole, proprio come fanno gli uccelli.
Più romantica è di certo la spiegazione contenuta nella famosa commedia teatrale “Cyrano de Bergerac”, in cui il personaggio centrale si domanda che cosa sia un bacio, definendolo, poi, come “un apostrofo rosa messo tra le parole “T’amo”; un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio d’ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore e assaporarsi l’anima a fior di labbra”. In effetti sono proprio queste le parole che incarnano e rendono alla perfezione la bellezza di questo gesto semplice e vitale, spesso mattatore nell’arte e nella letteratura.
Il bacio nell’arte:
Il bacio è il simbolo di un’epoca tardoromantica, in cui i sentimenti facevano da padrone. Le arti visive hanno, dunque, cercato di rappresentare quest’atto, raggiungendo risultati sublimi. Ecco alcuni esempi che, secondo il mio modestissimo parere, vale la pena citare:
- Amore e Psiche di Antonio Canova realizzato a fine ‘600. La storia di Amore e Psiche ci viene raccontata da Apuleio, all’interno del romanzo “L’asino d’oro”. Venere gelosa della bellezza di Psiche, le manda contro suo figlio Cupido, ovvero Amore, per farla innamorare dell’uomo più brutto sulla terra. Per un errore, però, Amore si innamora di lei, dando inizio ad un rapporto proibito, che troverà pace solo dopo il superamento di alcune prove.
- Il bacio di Francesco Hayez, simbolo del Romanticismo italiano. Il quadro simboleggia la recente alleanza tra la Francia e l’Italia, siglata a Plombières nel 1858. Il colore delle vesti (rosso con penna verde per lui, azzurro per lei) sembra infatti richiamare le bandiere della nascente Italia e della Francia.
- Il bacio di Gustave Klimt, uno dei più importanti esponenti dell’Art Nouveau. Solo i volti, le braccia e i piedi, infatti, sono dipinti in maniera verosimile. Tutto il resto è decorazione, mosaico (ispirato chiaramente a quelli ravennati), sovrabbondanza di oro, motivi e simboli. I due corpi sono racchiusi da un ovale e le vesti – che richiamano le tuniche che a volte lo stesso Klimt era solito portare – sono riempite di simboli sessuali che si richiamano almeno in parte alla psicoanalisi.
Il bacio nella letteratura:
Anche la letteratura ha esaltato il bacio, in particolare la poesia l’ha rappresentato, appellandosi alle più alte vette della lingua:
Romeo e Giulietta di William Shakespeare
“Se con indegna mano profano questa tua santa reliquia, queste mie labbra, piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render morbido quel tocco con un tenero bacio”.
Sono queste le parole rivolte da Romeo alla bella Giulietta, prima di baciarla dolcemente. L’intensità di questa scena non ha eguali nella storia della letteratura.
Paolo e Francesca (Divina Commedia, V canto dell’Inferno, Dante Alighieri)
“Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.”
I celebri versi di Dante raccontano la passione tra i cognati Paolo e Francesca. Un amore che li condusse alla morte, divenendo l’emblema dell’affetto che sfida le convenzioni.
Dammi mille baci di Catullo
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.
Il quinto carme è tra quelli più conosciuti di Catullo per il messaggio assolutamente moderno che racchiude. A tutti i moralisti, rappresentati dagli anziani più severi, Catullo oppone la sua nuova filosofia della vita, che si riflette nell’esortazione a Lesbia a vivere intensamente e amare, ad abbandonarsi alla gioia di vivere.
Quindi il bacio, nel quale sono coinvolti ben 35 muscoli della faccia, non è semplicemente una ginnastica antirughe, ma il più bel segno di amore, venerazione, affetto e devozione che una persona possa ricevere e dare allo stesso tempo.
Qui Alessia Scrive, grazie per l’attenzione! Amatevi di baci!