Il commissario Ricciardi, un personaggio tempestato dal dolore altrui e dal suo che, di riflesso, gli viene riversato dalla maledizione (dono?) che gli è capitata e che già era stata di “proprietà” della madre. Ho iniziato a leggere questi libri di de Giovanni in attesa della messa in onda della serie tv, per farmi un’idea personale in merito ai vari personaggi, al contesto, ai loro modi di interagire, prima di vederli effettivamente attraverso la recitazione di persone terze. Di seguito trovate la recensione a tutti i libri della serie letteraria: ho deciso di non separare un libro dall’altro per non perdere in fluidità nel racconto e anche per dare una “visione d’assieme” del mio pensiero. I libri sono 12, spero apprezzerete l’idea di raccogliere tutte le recensioni in un solo articolo che, me ne rendo conto, è molto lungo.  

Buona lettura! 

Il senso del dolore – l’inverno del commissario Ricciardi  ★★★★★

Il commissario Ricciardi - il senso del doloreIl talento infinito, l’amore del pubblico, la devozione delle donne, l’amicizia dei potenti: e Arnaldo Vezzi, il più grande tenore del suo tempo, crede di essere un dio. Quindi si prende quello che vuole, se ne serve e lo getta via; calpesta cuori e anime; deride, distrugge. Tutto deve essere suo, nulla gli si può rifiutare. Ma un dio può non essere immortale.

 

 

 

 

 

 

Ho sempre pensato di non essere una lettrice di gialli, ho sempre pensato che gli omicidi letterari non facessero per me, in realtà, non avevo mai scoperto Ricciardi. La potenza di un dolore sordo, cieco, muto, ma presentissimo nell’anima, saldo nel cuore, ancorato come un macigno nell’uomo dagli occhi verdi che lavora in polizia. Questo per me è stato il primo libro di de Giovanni e mi ha folgorata, dalle prime parole, dai primi capitoli, la sua scrittura ha un che di ammaliante anche se non saprei ben definire cosa. Trascina il lettore nelle sue pagine e ci si trova a concludere il libro con la sensazione di avere dentro di sé un po’ di Luigi Alfredo Ricciardi, di essersi trascinati nel cuore un po’ di quel dolore immane. Una scrittura fluida e bellissima, una narrazione in terza persona che cattura il lettore come fosse in prima. Primo libro promosso a pieni voti! 

La condanna del sangue – la primavera del commissario Ricciardi ~ ★★★★★

Il commissario Ricciardi - la condanna del sangueChe succede a giocare con le illusioni, a cancellare i sogni? Una cartomante e un’usuraia, nella stessa persona: inventare il futuro e sbriciolarlo tra le dita. Mentre la città si apre alla primavera, nel solito trionfo di profumi e canzoni, il più tenero degli amori diventa la peggiore delle condanne: e spegne nel sangue anche il ricordo di un’antica passione.

 

 

 

 

 

 

Questo è il secondo libro della serie e io sono già irrimediabilmente stregata da tutto il mondo “Ricciardi”, dalla sua sofferenza, dalla vastità di sfaccettature che mostrano lui e tutti gli altri personaggi. Finalmente assistiamo al primo vero incontro tra Luigi Alfredo ed Enrica, la ragazza mancina della finestra accanto. Quello di Enrica è un personaggio che mi ha colpita da subito, forse perché in qualche modo nella sua meticolosità nel riordinare la cucina e nella sua propensione ad un po’ di sana solitudine rivedo me stessa. Parteggio, ovviamente, per la formazione della coppia anche se non credo che per i due le cose si concluderanno in modo positivo. Il giallo anche questa volta è intricato ma basta un dettaglio all’abilissimo Ricciardi per capire tutto; interessante il fatto che, come accaduto già nel libro precedente, il caso veda la sua soluzione all’interno di un teatro. De Giovanni ha una sensibilità rara nella narrazione e, leggendo le sue parole, mi sono immaginata pezzo per pezzo ogni singola scena, soprattutto quelle che vedono il commissario Ricciardi alle prese con il Fatto. Altro libro promosso a pieni voti! 

Il posto di ognuno – l’estate del commissario Ricciardi ★★★★★ 

Il posto di ognuno, il terzo libro della serie de Il commissario Ricciardi

Caldo. Torrido, impietoso, atroce. Caldo. Per le strade, nei vicoli, nelle stanze buie dei palazzi. Caldo. Da non respirare, da soffocare, da non riuscire a parlare. Caldo. Da odiare chi si ama, perché osa guardare altrove, perché vuole libertà. Caldo. Da non mangiare, da non dormire, da non sognare. Caldo. Da uccidere, per poter ancora vivere.

 

 

 

 

 

 

C’è qualcosa nei libri di de Giovanni che rarissime volte ho riscontrato negli altri libri: l’olio che fa girare perfettamente i meccanismi, la maestria che c’è dietro la costruzione della storia di un delitto. Il libro è un sapiente alternarsi di vicende legate all’omicidio e di vicende legate alla vita personale dei protagonisti ma si aggiunge anche un terzo binario: quello degli spezzoni di racconti che hanno a che fare con la morte raccontata. Ricciardi strega e affascina, De Giovanni accompagna il lettore sulla via del commissario e lo spinge nella direzione corretta con naturalezza. Questa volta l’omicidio è molto più complesso e “il Fatto” si nostra utile ed inutile a fasi alterne perché, come già ci aveva fatto presente lo stesso Ricciardi, non è necessariamente un aiuto sentire quell’ultima frase. Tutto il mondo che sta dietro ad un libro del genere è sicuramente vastissimo e le trecento pagine che lo compongono non sono che la punta dell’iceberg, l’unica cosa che effettivamente vediamo. 

Il giorno dei morti – l’autunno del commissario Ricciardi ~ ★★★★★ 

il-giorno-dei-morti il commissario RicciardiSeduto con un cane a fargli compagnia, un bambino morto per caso. Un orfano, niente famiglia, niente amici. Una fossa comune. E invece qualcuno che si chiede perché, e come, e quando. Qualcuno che si mette a scavare in vite piccole, di cui non ci si cura, di cui non si sa niente. Qualcuno che non si rassegna all’urlo che non sente, al lamento che non riesce a trovare. Fino al giorno dei morti.

 

 

 

 

 

 

Una parola per descrivere il quarto libro della serie de il commissario Ricciardi: shock. Shock per due motivi: il primo, l’assassino, il secondo, le vicende personali di Ricciardi. L’imprevedibilità del capitolo successivo permea l’intero libro e davvero si arriva alla conclusione con gli occhi sgranati e senza aver battuto le palpebre per le ultime venti pagineLa cosa che più colpisce dall’inizio è il nuovo ruolo del Fatto, che diventa motivo di ulteriore sprone per Ricciardi. La genialità del libro sta tutta nei dettagli, nelle parole e nella testardaggine del protagonista. Questo è sicuramente il libro più bello della serie che ho letto fino ad ora in primis per la nuova luce sotto cui viene vista tutta la vicenda. Commentare i libri di de Giovanni diventa sempre più complesso ad ogni libro perché nel momento in cui lì si legge vi si entra anche all’interno e la via di scampo non c’è, così come non c’è il vero concretizzarsi di un pensiero effettivo. Trasferire nero su bianco quelle emozioni infinite che Ricciardi è in grado di trasmettere è terribilmente complesso. Per cui chapeaux a de Giovanni! 

Per mano mia – il Natale del commissario Ricciardi ~ ★★★★★ 

per-mano-mia il commissario RicciardiNatale 1931. Mentre la città si prepara alla prima di “Natale in casa Cupiello”, dietro l’immagine di ordine e felicità imposta dal regime fascista infieriscono povertà e disperazione. In un ricco appartamento vicino la spiaggia di Mergellina sono rinvenuti i cadaveri di un funzionario della Milizia, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, quasi sull’ingresso, mentre l’uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate. Colpi inferti con forza diversa: gli assassini potrebbero essere più d’uno. La figlia piccola si è salvata perché era a scuola. La statuina di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, giace infranta a terra. Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l’amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Il commissario dovrà girare a lungo, e sempre più in corsa contro il tempo, per le strade di Napoli per arrivare alla verità. In compagnia del fidato, ma non privo di ombre, brigadiere Raffaele Maione, che in questo romanzo conquista un deciso ruolo di comprimario. E insidiato nella sua solitudine da una altrettanto inaspettata rivalità tra due giovani donne che più diverse non si potrebbe. Tra le casupole dei pescatori immiseriti e gli ambienti all’avanguardia della Milizia fascista, una città sempre più doppia e in conflitto avvolge Ricciardi e Maione in spire sempre più strette.

 

 

Quando ho iniziato a leggere Per mano mia, il quinto libro con protagonista il commissario Ricciardi, mi sono subito trovata catapultata in un mare di pescatori che mi ha travolta e mi ha condotta in una nuova indagine compiuta da Luigi Alfredo e Raffaele. Il finale, per me, è stato inaspettato sia dal punto di vista dell’assassino sia dal punto di vista delle vicende personali di Ricciardi. Sono sempre più affascinata dal modo in cui il commissario riesce a risolvere i casi, forse anche perché mi ricorda un po’ il modo in cui Dr.House giungeva alle diagnosi. Non posso che rinnovare i miei complimenti a de Giovanni perché ogni libro che passa sento il fortissimo desiderio di sapere quali altre sfide personali e professionali aspettano il protagonista. Una sola cosa chiedo: quando facciamo sparire Livia? Sono conscia del fatto che non è un commento tecnico ma non ne posso davvero più di lei! Ho apprezzato tantissimo, invece, “l’incontro” tra Enrica e lo scrittore, forse ancor più di quanto avevo apprezzato quello tra lo scrittore e Ricciardi stesso. 

Vipera – nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi ~ ★★★★★ 

vipera il commissario RicciardiUna nuova primavera si affaccia, e tenta uomini e donne con i suoi profumi, ma anche il male è nell’aria. Manca una settimana a Pasqua nella Napoli del 1932. Al Paradiso, esclusiva casa di tolleranza nella centralissima via Chiaia, Vipera, la prostituta più famosa, è ritrovata morta, soffocata con un cuscino. L’ultimo cliente sostiene di averla lasciata ancora viva, il successivo di averla trovata già morta. Chi l’ha uccisa, e perché? Ricciardi deve districarsi in un groviglio di sentimenti e motivazioni. Avidità, frustrazione, invidia, bigottismo. Amore. La scoperta di passioni insospettabili si accompagna alla rivelazione di una città molto diversa da come appare. Sotto i nostri occhi prendono forma, vivissimi e veri, illuminati da dettagli sorprendenti, sorretti da una genuina vocazione narrativa, i mercati, i vicoli, le strade, i mestieri, la rete rigogliosa dei commerci vecchi e nuovi, accanto alla vigliaccheria e al coraggio, alle violenze arroganti di chi pensa già di essere impunito per sempre perché indossa una camicia nera. Tanto che uno dei compagni di Ricciardi, il dottor Modo, vecchio estimatore di Vipera, finisce per cacciarsi in un guaio molto serio… E il romanzo, come non mai, sembra costruirsi da solo, sotto le mani abili di chi sa dosare e mescolare gli ingredienti più diversi, come accade nelle vere ricette del periodo pasquale di cui è insaporita la storia.

 

 

Nuovo libro, nuova indagine. Questa volta, al centro del libro si pone l’omicidio di una prostituta, una lavorante de il ParadisoVipera è il primo libro nel quale riesco ad individuare l’assassino prima che venga svelato ma, per ora, Il giorno dei morti rimane decisamente il mio libro preferito della serie. Ancora una volta de Giovanni porta la scrittura oltre la pagina e fa percepire le scene al lettore come le vedesse davanti ai suoi occhi. La ricchezza di dettagli presenti nei libri del commissario Ricciardi permette di immaginarsi tutto in ogni singolo istante e di entrare appieno nella narrazione. Assume grande importanza, in questo libro, anche la parte delle vicende più personali di Luigi Alfredo e io, ancora una volta, continuo a sperare in un finale con Luigi Alfredo ed Enrica finalmente assieme. L’ “incontro con Livia” presente a fine libro però non mi dà grande motivo di speranza anche se trovo davvero affascinante che de Giovanni abbia voluto “incontrare” i suoi stessi personaggi. De Giovanni è realmente uno degli autori da scoprire, se non lo si è già fatto! 

In fondo al tuo cuore – inferno per il commissario Ricciardi ~ ★★★★★  

in-fondo-al-tuo-cuore il commissario RicciardiImmersa nel caldo torrido di luglio e nei preparativi per una delle feste più amate, la città è sospesa tra cielo e inferno. Quando un notissimo chirurgo cade dalla finestra del suo ufficio, per Ricciardi e Maione inizia una indagine che li porterà nel cuore dei sentimenti e delle passioni più tenaci e sconvolgenti. Infedeltà e tradimento sembrano connessi in modo inestricabile alla gioia rara dell’amore. Troppo per non rimanerne toccati. Il dubbio e l’incertezza si fanno strada sempre più nell’animo dei due investigatori, messi di fronte ai lati oscuri dell’anima. Sono le donne della loro vita a reclamare attenzione. La difficoltà di Ricciardi di abbandonarsi all’amore spinge verso inconsueti approdi l’intrepida Enrica e fa osare passi azzardati alla bellissima Livia, mentre per Maione la stessa felicità familiare sembra compromessa.

 

 

 

 

 

Wow! Tre lettere sole che rendono perfettamente la mia idea in merito a questo libro della serie sul commissario Ricciardi. Pochi libri sono riusciti a commuovermi, così come pochi film sono riusciti nello stesso intento, e da quando ho chiuso In fondo al tuo cuore, l’ho anche inserito in quella brevissima lista. De Giovanni mi sconvolge ogni volta di più e questa volta lo ha fatto in maniera ancora più convincente sia per quanto riguarda la narrazione dell’omicidio sia per quanto riguarda le vicende personali di tutti i personaggi. Ho intuito l’assassino da qualche dettaglio verso metà libro ma lo svelamento mi ha comunque lasciata lievemente attonita e la conclusione l’ha fatto ancora di più. Ho esaurito le parole per descrivere la bravura dell’autore nel tratteggiare in modo così distinto e chiaro ogni singolo personaggio e, se questo non fosse già il settimo libro della serie, vi consiglierei di iniziare proprio da questo gioiellino la lettura. Cinque stelline sono troppo poche per In fondo al tuo cuore, un libro che rimarrà, letteralmente, in fondo al mio cuore per moltissimo tempo, credo per sempre. 

Anime di vetro – falene per il commissario Ricciardi ~ ★★★★★ 

anime-di-vetro il commissario RicciardiRicciardi sta vivendo una profonda crisi personale, e per di più non ha per le mani casi interessanti. Così, quando la bellissima, altera Bianca di Roccaspina gli chiede di indagare su un omicidio già ufficialmente risolto da mesi, accetta di condurre, per la prima volta, un’indagine non autorizzata. Il commissario viene coinvolto dalla vicenda come mai avrebbe creduto, finendo con il sottovalutare i pericoli che lo circondano: qualcuno lo ha messo nel mirino e aspetta solo che faccia un passo falso.

 

 

 

 

 

 

Dopo aver lasciato un po’ in disparte Luigi Alfredo e a distanza di quasi un mese da In fondo al tuo cuore, mi sono gettata a capofitto in Anime di vetro e, come sempre, sono riuscita a staccarmi dal libro solo controvoglia perché de Giovanni è così, una volta che si entra nel vivo del suo racconto, è dura riporlo sul comodino. Questa volta lo scrittore ha saputo rinnovarsi, presentando al lettore un delitto con premesse ben differenti dal solito e, per la prima volta, senza il Fatto a disturbare/aiutare le indagini. Personalmente ho molto apprezzato questa svolta perché, giunti all’ottavo libro, poteva risultare pesante una riproposizione “tal quale” dei meccanismi del delitto -che comunque non sono mai uguali tra loro, grazie alla bravura di de Giovanni-. L’assassino/a questa volta era assolutamente impossibile da identificare, anche se ormai è più che noto che gli autori dei delitti agiscono “per fame o per amore”. Una svolta si ha anche sul piano sentimentale di Ricciardi, non un grande cambiamento ma un piccolo passo più che gradito. Spero che le sue parole sortiscano il giusto effetto nell’animo dolce di una ragazza con gli occhiali e che ricama con la mano mancina… 

Serenata senza nome – notturno per il commissario Ricciardi ~ ★★★★(★) 

serenata-senza-nome il commissario RicciardiSono passati più di quindici anni da quando Vinnie Sannino è emigrato in America, imbarcandosi di nascosto su una nave. Là ha avuto successo, è diventato campione mondiale di pugilato nella categoria dei mediomassimi. Ma il suo ultimo avversario, un pugile di colore, è morto, e lui non se l’è più sentita di continuare. Adesso è tornato per inseguire l’amore mai dimenticato, Cettina, la ragazza che alla sua partenza aveva pianto disperata. La vita, però, è andata avanti anche per lei, che ora è donna e moglie. Vedova, anzi: perché il marito, un ricco commerciante, viene trovato morto. Qualcuno lo ha assassinato finendolo con un pugno alla tempia, simile a quello che, in una sera maledetta, Vinnie ha vibrato sul ring dall’altra parte del mondo. Per Ricciardi e Maione, e per i loro cuori, sarà davvero una brutta settimana di pioggia.

 

 

 

 

 

Questo è il primo libro di tutta la serie al quale non mi sento di assegnare cinque stelle piene: non è brutto, sia chiaro, ma è decisamente meno incisivo dei precedenti. L’assassino (o gli assassini) è facilmente individuabile anche per persone non così avvezze all’investigazione (tipo me) ma la storia di Ricciardi e degli altri personaggi risolleva ampiamente tutto il libro. Ho adorato le descrizioni di Enrica, la sua testardaggine e la sua voglia di credere in quegli occhi verdi finora troppo trincerati dietro il loro dolore. L’uso di una canzone per fare da fil rouge a tutto il romanzo si conferma una scelta vincente, o almeno per me lo è stata. Le emozioni sono tratteggiate divinamente ancora una volta e la capacità di de Giovanni di descrivere animo femminile e maschile con così tanta accuratezza mi lascia ogni volta sempre più basita. Un buonissimo libro, peccato solo per il giallo… 

Rondini d’inverno – sipario per il commissario Ricciardi ~ ★★★★★ 

rondini d'inverno - il commissario ricciardi

Il Natale è appena trascorso e la città si prepara al Capodanno quando, sul palcoscenico di un teatro di varietà, il grande attore Michelangelo Gelmi esplode un colpo di pistola contro la giovane moglie, Fedora Marra. Non ci sarebbe nulla di strano, la cosa si ripete tutte le sere, ogni volta che i due recitano nella canzone sceneggiata: solo che dentro il caricatore, quel 28 dicembre, tra i proiettili a salve ce n’è uno vero. Gelmi giura la propria innocenza, ma in pochi gli credono. La carriera dell’uomo, già in là con gli anni, è in declino e dipende ormai dal sodalizio con Fedora, stella al culmine del suo splendore. Lei, però, cosí dice chi la conosceva, si era innamorata di un altro e forse stava per lasciarlo. Da come si sono svolti i fatti, il caso sembrerebbe già risolto, eppure Ricciardi è perplesso. Mentre il fedele Maione aiuta il dottor Modo in una questione privata, il commissario, la cui vita sentimentale pare arrivata a una svolta decisiva, riuscirà con pazienza a riannodare i fili della vicenda. Un mistero che la nebbia improvvisa calata sulla città rende ancora piú oscuro, e che riserverà un ultimo, drammatico colpo di coda.

 

 

 

Rondini d’inverno mi ha colpita da quando ho buttato l’occhio sul retro e su quel “scusate se ho sparato al commissario Ricciardi”. Da lì, poi, è stata una continua scoperta. Se avete letto qualche mio articolo di recensione sapete che adoro le narrazioni che iniziano dalla fine quindi non ho potuto fare a meno di apprezzare enormemente questo libro di de Giovanni. Un’altra cosa che mi ha colpita incredibilmente è stato il continuo intreccio che si generava tra i personaggi ed il teatro, i continui rimandi al palcoscenico e, soprattutto, quello al sipario verso fine libro. De Giovanni riesce sempre a stupire con delle frasi che sono semplici ma che al contempo provengono indubbiamente da una mente nata per scrivere. Un ulteriore punto di forza del romanzo è la conclusione: a soli due libri dalla conclusione dell’intera serie sul commissario Ricciardi finalmente la storia giunge ad una svolta epocale -che non vi svelerò-. Ho apprezzato anche lo sdoppiarsi di Maione per aiutare Ricciardi e Modo. Un libro lievemente differente dai precedenti e che, ancora una volta, mi ha fatto apprezzare la scrittura così fluida e coinvolgente di de Giovanni. Piccola nota di merito aggiuntiva sulla spiegazione che ci è stata data in merito al vecchio maestro che insegna al giovane ragazzo a suonare. 

Il purgatorio dell’angelo – confessioni per il commissario Ricciardi ~ ★★★★★ 

il purgatorio dell'angelo - il commissario RicciardiÈ maggio, e la città si risveglia per avviarsi verso la stagione più bella. Eppure il male non si concede pause. Su una lingua di tufo che si allunga nel mare di Posillipo viene trovato il cadavere di un anziano prete. Qualcuno lo ha barbaramente ucciso. È inspiegabile, perché padre Angelo, la vittima, era amato da tutti. Un santo, dicono. Un fine teologo, un uomo che nella vita ha donato conforto a tante persone. Un confessore. È maggio, e anche se il sole e la luna sono un incanto, Ricciardi è più inquieto che mai. Lui ed Enrica hanno cominciato a incontrarsi, ma il commissario non può continuare a nasconderle la propria natura, il segreto che a lungo lo ha tenuto lontano da lei. È maggio, e i rapinatori sembrano diventati così abili che il brigadiere Maione rischia di perdere la testa nel tentativo di catturarli. Forse perché sente profonda la mancanza di Luca, il figlio morto, e vorrebbe spiegarlo alla moglie. Ma non è bravo con le parole.
È maggio, è tempo di confessioni.

 

 

 

Penultimo libro di Ricciardi e io decisamente non sono pronta a lasciarlo andare, non dopo un epilogo del genere. Tutto ora sembra essere sui binari giusti ma le poche righe che ho sbirciato da Il pianto dell’alba non mi fanno presagire nulla di buono. Per ora non ci penso, anche se la voglia di sapere cosa succede è tanta, e mi concentro sulla recensione de Il purgatorio dell’angelo. In realtà la paura di ripetermi rispetto alle altre recensioni è tanta perché davvero de Giovanni mi coinvolge e sconvolge ogni volta di più. Il sublime intreccio tra passato e presente mi ha disorientata all’inizio e solo quando Ricciardi ha scoperto i legami effettivi, anche io sono giunta alla stessa conclusione. Di Ricciardi ed Enrica non parlo perché…beh, leggetelo e scoprirete perché non ne parlo -non vi dico nemmeno se non ne parlo perché accadono cose positive o perché accadono cose negative-. Dire “bello” è davvero troppo poco e non rende merito all’effettiva complessità che si nasconde dentro al libro, de Giovanni è stato davvero molto accurato nelle descrizioni, nell’attenzione al dettaglio, nella caratterizzazione sempre precisa di tutti i personaggi. Aver scoperto de Giovanni e il suo Ricciardi è stato bellissimo e, anche se ho un po’ paura, non vedo l’ora di leggere il seguito. 

Il pianto dell’alba – ultima ombra per il commissario Ricciardi ~ ? 

il pianto dell'alba - il commissario Ricciardi

È maggio, e la città si risveglia per avviarsi verso la stagione più bella. Eppure il male non si concede pause. Su una lingua di tufo che si allunga nel mare di Posillipo viene trovato il cadavere di un anziano prete. Qualcuno lo ha barbaramente ucciso. È inspiegabile, perché padre Angelo, la vittima, era amato da tutti. Un santo, dicono. Un fine teologo, un uomo che nella vita ha donato conforto a tante persone. Un confessore. È maggio, e anche se il sole e la luna sono un incanto, Ricciardi è più inquieto che mai. Lui ed Enrica hanno cominciato a incontrarsi, ma il commissario non può continuare a nasconderle la propria natura, il segreto che a lungo lo ha tenuto lontano da lei. È maggio, e i rapinatori sembrano diventati così abili che il brigadiere Maione rischia di perdere la testa nel tentativo di catturarli. Forse perché sente profonda la mancanza di Luca, il figlio morto, e vorrebbe spiegarlo alla moglie. Ma non è bravo con le parole.
È maggio, è tempo di confessioni.

 

 

 

Se avete letto fin qui le mie recensioni, vi chiederete che cos’è quel punto di domanda dove generalmente ci sono delle stelline. Ve lo spiego: è ciò che dovrebbero essere le stelline, è la mia valutazione e quindi è una non-valutazione. Ho divorato in pochissime ore Il pianto dell’alba, l’ho chiuso e dentro mi è rimasto un vuoto, quindi Ricciardi (e de Giovanni) ha fatto nuovamente colpo su di me. Solo per questo le cinque stelline sarebbero poche. Poi, mi sono chiesta se ne è valsa la pena e la risposta è assolutamente positiva, non mi pento nemmeno per un secondo di aver iniziato a leggere questa serie di libri e sono anzi onorata di aver avuto la possibilità di conoscere Ricciardi. Il giallo in questo libro non c’è ma l’autore riesce a tenere il lettore con il fiato sospeso con grande maestria, riesce a spingere a continuare la lettura anche se è l’una di notte e l’indomani si prevede di avere una giornata densa di impegni. L’epilogo, di cui tanti discutono nelle varie e variabili recensioni lette in rete appena finito di leggere il libro, è diventato per me prevedibile a poche pagine dalla fine -anche se non avrei mai voluto vedere la sua realizzazione (ed è per questo che c’è quel punto di domanda, per ricordarmi che tutto è andato come doveva andare ma anche che è stata una scelta non “ingabbiabile” dietro delle sterili stelline). Chiedersi se sia giusto o sbagliato non spetta a noi, dire se ci è piaciuto o meno sì: a me è piaciuto (e al contempo mi ha devastata e continua a devastarmi ogni volta che ci penso) ma non di certo nel senso che avrei voluto finisse così; piuttosto perché il finale è in linea con Ricciardi anche se, lo devo nuovamente ammettere, ho davvero la morte nel cuore per come si sono concluse le sue vicende. Spero di incontrare nuovamente Luigi Alfredo tra le pagine di un libro e, nel frattempo, lo custodirò come uno dei regali più belli. 

Conclusione 

Era giugno 2020 quando ho deciso di intraprendere questo viaggio nella mente e nel cuore del commissario dagli occhi verdi, in quattro mesi ho terminato la lettura di tutti i romanzi -l’articolo è (molto) postumo perché volevo sistemarlo con cura- e, lo ripeto, sono davvero contenta di aver avuto il piacere di conoscere Luigi Alfredo e de Giovanni. Ricciardi non è un personaggio “da tutti i giorni”, è un uomo ricco di complessità e di sfaccettature, è un personaggio che mi porterò nel cuore e che, lo ammetto, non vedo l’ora di veder trasposto su schermo. In fondo, è per conoscerlo prima della serie tv che ho deciso di leggere questi libri ma decisamente non mi aspettavo una dirompenza del genere, Ricciardi -insieme agli altri personaggi- si è incatenato alla mia mente e credo che non lo dimenticherò mai. 

E voi avete letto i libri della serie de Il commissario Ricciardi? Cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti! 

Ilaria 

P.S.: Quando ho riposto Il pianto dell’alba, ho pensato che sarebbe bello fare un articolo dedicato ai personaggi principali, a come li vedo io, a come sono stati disegnati nei fumetti e ai loro interpreti nella serie tv. Credo, però, che questo articolo dovrà aspettare la messa in onda quantomeno della prima puntata, prima di vedere la luce, perché, sebbene i volti degli attori della produzione televisiva siano facilmente rintracciabili, non sono ancora a conoscenza della “voce” che daranno ai loro personaggi e la voce -così come l’aspetto, le movenze ecc…– che per tutti i dodici libri ho immaginato nella mia mente, non l’ho ancora udita attraverso il televisore.  

P.P.S.: Alla fine di una serie così lunga di libri viene spontaneo chiedersi quale sia il proprio preferito, io sono molto indecisa tra Il giorno dei morti (di cui ho acquistato il fumetto che è davvero bellissimo) e In fondo al tuo cuore perché sono i due libri che mi hanno colpita di più e sono i due libri che, per ragioni differenti, mi porto di più nel cuore.

Written by

Ilaria

Sono una studentessa universitaria appassionata di teatro e di recitazione in generale ma anche di tennis.