Dopo tutte le iniziative delle settimane passate, le dirette Instagram dei personaggi famosi, i canti dai balconi e gli arcobaleni dipinti, ho deciso di aprire una parentesi sul teatro. Quello che mi sono chiesta, e che chiedo anche a voi è: ma il teatro in streaming può davvero funzionare? Per natura tendo sempre a cercare il lato positivo in ogni questione, quindi la mia risposta è sì, ma in piccola parte.

Perché può funzionare

Perché il teatro in streaming può funzionare

Credo che il vero e unico punto di contatto tra teatro e streaming sia l’estensione della fruibilità degli spettacoli a tutti coloro che possiedono una connessione ad internet, quindi praticamente a tutto il popolo italiano. Il teatro in streaming porta a casa ciò che generalmente si dovrebbe andare a vedere fuori casa e questo è indubbiamente un vantaggio per tutti coloro che non si possono muovere dalle proprie abitazioni per i motivi più disparati.

Personalmente apprezzo l’iniziativa per due motivi principali: il primo è che il teatro mi mancava in modo pesante e poterlo vedere nuovamente, sotto forme diverse, mi fa un gran piacere. Il secondo è che il teatro in streaming permette di vedere spettacoli (prosa, danza, opera…) a cui mai ci saremmo avvicinati con l’assoluta libertà di interromperne la visione. Questo in realtà è anche un po’ un difetto perché quando siamo seduti sulla poltrona del teatro siamo “obbligati” a dare una seconda chance a quello che stiamo vedendo -e magari facciamo pure bene-, mentre quando siamo seduti sulla poltrona del salotto e stiamo guardando il teatro in streaming non abbiamo questo obbligo e possiamo interrompere la visione quando ci pare -e potrebbe essere una brutta idea-.

Perché non può funzionare

Perché il teatro in streaming non può funzionare
Per come viene concepito da sempre (e per come continuerà ad essere concepito anche in futuro), il teatro in streaming non può funzionare. Ho sempre sostenuto nei miei articoli teatrali che il teatro è magico perché è 3D in ogni senso, perché dipinge in carne ed ossa, in respiri e in odori ciò che al cinema vediamo sullo schermo. Ecco perché il cinema funziona anche da casa mentre il teatro e lo streaming non potranno mai andare d’accordo.

Se al cinema il contatto tra spettatori ed attori è nullo, a teatro quello stesso contatto è la linfa vitale che sorregge tutto, che rende possibile lo scambio di sguardi ed il mescolio di respiri. Proporre il teatro in streaming coincide con l’appiattire quasi tutte le sensazioni che gli attori alimentano nell’animo degli spettatori. Ho provato più volte a vedere spettacoli trasmessi in streaming prima dell’emergenza e, pur trovandoli molto piacevoli, mi sono sempre rimasti l’amaro in bocca e la sensazione che vederlo dal vivo sarebbe stato qualche milione di volte meglio. È indubbio che se gli attori sono bravi anche il teatro in streaming riesce bene ma immaginate di vedere quegli stessi attori a qualche decina di metri da voi: le sensazioni si acuiscono e tutto diventa molto più coinvolgente.

Conclusioni

In conclusione, riassumendo un po’ tutto ciò che ho esposto poco sopra, il teatro in streaming può funzionare però c’è un grande ma: la mancata compresenza di attori e pubblico nello stesso spazio. Rimango però fiduciosa riguardo il fatto che il teatro in streaming possa avvicinare a quest’arte meravigliosa chi fino ad ora non ci aveva mai nemmeno pensato e possa altresì spingere quelle stesse persone ad uscire dalle proprie case e ad andare a teatro non appena sarà nuovamente concesso. Perché il teatro è bello sempre, ma dal vivo è tutta un’altra cosa!

Un paio di link…

Spero di avervi fatto incuriosire circa il teatro in streaming o di aver quantomeno alimentato una sorta di dibattito interiore in voi. Se sono riuscita nel mio intento, ma anche se non ci sono riuscita, vi lascio qui due link interessanti:

Cosa ne pensate? Il teatro in streaming può funzionare? Funzionerà?
Ilaria

Written by

Ilaria

Sono una studentessa universitaria appassionata di teatro e di recitazione in generale ma anche di tennis.