Una ragazza vuole entrare nel mondo della moda come modella e si trasferisce a Los Angeles. Presto diventerà la più richiesta ma susciterà l’invidia di altre ragazze più grandi di lei.
Nicolas Winding Refn ci parla della bellezza mostrandocela in ogni suo aspetto. Immagini esteticamente perfette, colonna sonora magnifica, un cast incredibile e una sceneggiatura accattivante. Eppure da questa sorta di perfezione quello che rimane più nella nostra mente è l’imperfezione, è quella degenerazione dei personaggi che si trovano a desiderare il male per ottenere tale bellezza (rappresentata dalla protagonista).
Il desiderio di bellezza ci divora la vita, ci condiziona, ci rende schiavi. Chiunque cerca la bellezza nella propria vita, non solo nella propria estetica. Proviamo a pensare all’ossessione per il fisico, alla cura dell’auto, al desiderio di ottenere quella determinata sonorità nella composizione di un brano, alla perfezione di una fotografia, all’ordine in casa. Sono tutte espressioni della bellezza.
Insito nell’animo umano è il desiderio di raggiungerla. Da questo desiderio nasce l’arte. Refn illumina con il neon una storia che potrebbe essere ambientata in qualsiasi epoca sottolineando così l’attualità che ci viene a toccare più nel profondo.
Siamo schiavi se cerchiamo la perfezione ma se invece l’imperfezione fosse la vera bellezza? Così nel film troviamo Elle Fanning, decisamente un volto riconoscibile, mentre le sue avversarie sono anonime e quasi confondibili l’una con l’altra.
Dov’è l’imperfezione in “The Neon Demon”? Probabilmente è nell’umanità stessa dei protagonisti (tutti tranne la Jesse di Elle Fanning). L’essere umano è per natura imperfetto, Jesse è invece quasi un’immagine angelica (almeno inizialmente) e pertanto perfetta.
Refn ci parla della nostra ossessione per il bello e del fatto che non possiamo sconfiggerla se non guardiamo oltre. Se la bellezza è “l’unica cosa che conta” non potremo mai goderne appieno né godere appieno della vita che è anche composta di brutture. Accettando che la bellezza sia una parte della nostra esistenza possiamo raggiungere una consapevolezza che ci porterà a vivere decisamente meglio senza l’invidia che ci spinge a divorarci l’un l’altro.
Lorenzo