2 marzo 1962, in Italia stava avendo un grande successo “quando, quando, quando” di Tony Renis ma da un omone di 2,16 m per 125kg arrivava già la risposta: oggi e mai più. Almeno in NBA.

Wilt Chamberlain, campione indiscusso che sotto canestro aveva ben pochi rivali (forse il solo Bill Russell militante a Boston) quella sera non era intenzionato a giocare. Partita inutile, il record della sua squadra, i Philadelphia Warriors è di 46 partite vinte e 29 perse. Gli avversari, i New York Knicks erano fermi a sole 27 vittorie e 45 sconfitte. Un altro motivo per cui Wilt non aveva molta voglia di giocare era il fatto che il match si disputasse in una palestra ad Hershey e non a Philadelphia. Spesso le squadre dell’epoca si spostavano in luoghi più piccoli per mostrarsi e fare crescere il proprio pubblico visto che le televisioni non erano ancora molto diffuse.

Wilt però scende in campo e già dal riscaldamento si capisce che non sarà una serata come le altre. Complice di questo anche il fatto che a marcarlo non sarà il pari ruolo titolare di New York, Phil Jordon. Il ragazzo si è ubriacato la sera prima e non è disponibile. Al posto suo si alterneranno due giocatori che però avranno vita difficile contro il maestoso Chamberlain.

La partita inizia, primo quarto pazzesco chiuso con 23 punti. Il centro di Philadelphia è inarrestabile, oltre ad altezza e peso dobbiamo considerare l’incredibile atletismo e la straordinaria capacità di metterla dentro. Secondo quarto 18 punti, terzo quarto 28. Ad un quarto dalla fine è il momento di entrare a pieno titolo nella leggenda. Il precedente record di punti è già stato battuto. Lo deteneva Chamberlain stesso,  da tre mesi dopo averne messi 78 ai Los Angeles Lakers. Ora siamo a 79 e il pubblico, 6000 persone circa (ma negli anni pare che il numero sia cresciuto, le magie della mitomania), inizia a gridare “Give it to Wilt! GIVE IT TO WILT!”, “Datela a Wilt! Datela a Wilt!”.Viene messo in campo un compagno di Chamberlain con il solo scopo di fargli arrivare la palla in mano. Questo invece si prende due tiri. Sostituzione immediata, non si può impedire alla leggenda di avverarsi. L’ultimo quarto è assurdo. I New York Knicks allungano i possessi per impedire a Chamberlain di arrivare ai 100 punti, di contro tutti i giocatori di Philadelphia si caricano di falli per ottenere il possesso di palla il prima possibile. A pochi secondi dalla fine arriva il pallone nelle mani di Chamberlain. Tiro. Sono 100.

” Ho tirato troppo spesso in quella partita, specialmente nel quarto periodo, quando tutti mi spingevano verso i 100 punti. Ma i miei compagni volevano che li segnassi, e mi passavano la palla ogni volta che potevano – Wilt Chamberlain.”

Effettivamente il nostro non aveva tutti i torti 36 tiri entrati su 63 tentati e 28 tiri liberi (che valgono 1 punto) su 32 tentativi. Nota a margine, per quella stagione Wilt aveva deciso che i liberi li li avrebbe tirati dal basso e non da sopra la testa come qualsiasi altro tiro. Aggiungiamo 25 rimbalzi e 2 assist e avremo il quadro completo di una delle partite più incredibili della storia della palla a spicchi ma che purtroppo non ci è dato vedere. Quello che ci resta è uno stralcio di radiocronaca e la foto di Wilt Chamberlain con un foglio in mano che riporta la scritta 100.

    Il box score su un giornale dell’epoca

Qui sotto ciò che ci rimane di quella partita.

https://youtu.be/1Agchvbxd8A

 

Lorenzo

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Lorenzo

Sono un grande appassionato di Cinema, soprattutto pellicole horror. Adoro anche il cinema classico e tutto ciò che non è mainstream. Sono anche un appassionato di videogiochi e serie Tv. Amo leggere e vado matto per Stephen King e Bruce Springsteen.