“A star is born” uscito il 4 Ottobre 2018 e diretto da Bradley Cooper, al suo debutto come regista, è il terzo remake dopo il musical del 1954 e il musical rock del 1976. Vede come attori principali lo stesso Bradley Cooper e Lady Gaga.
Trama:
Vediamo come protagonisti Jackson Maine, un musicista di successo che però sta attraversando un brutto periodo a causa della dipendenza dall’alcool (interpretato dallo stesso Bradley Cooper), e Ally una cantante emergente (interpretata da Lady Gaga). Quando Jack sente cantare Ally per la prima volta resta così stupefatto dalle incredibili doti canore della donna, che chiede di conoscerla. Sarà proprio Jack a convincerla a non rinunciare al suo sogno di cantare e la porterà in tour con lui facendola conoscere al pubblico che la amerà presto. Tra i due nasce subito l’amore, destinato però ad essere continuamente tormentato appunto dalle dipendenze di cui l’uomo è schiavo da tempo.
“Un film vero e trasparente”
Le scene dei concerti sono reali: i due hanno deciso di incidere i brani dal vivo, nelle scene di massa dei concerti, durante festival come Coachella e Glastonbury. Nel film, inoltre, non vediamo Lady Gaga ma la pura e semplice Stefani Germanotta. Lady Gaga abbandona tutto il trucco e gli eccessi che le appartengono per mostrarsi estremamente naturale, quasi irriconoscibile. La vediamo vera, esattamente per quella che è, cioè una persona normale e spesso insultata per il suo aspetto fisico. Attraverso questo film riusciamo a capire senza mezzi termini come funziona il mondo della musica: spesso se non hai anche un bell’aspetto la tua voce viene sottovalutata. E’ proprio il caso della nostra protagonista Ally, rifiutata a causa del suo naso troppo grande, naso che però Jack ama.
L’amore e la musica come temi centrali:
L’innamoramento dei due protagonisti è secondo me uno degli aspetti più riusciti del film. Jack ed Ally sono molto diversi tra di loro ma entrambi con un passato difficile e la voglia di riscattarsi, con la differenza che Jack ha già avuto successo e quindi la sua carriera è sulla via del tramonto. Tra Ally e Jack c’è una chimica tale che tutti gli spettatori riescono a sentirla, quando compongono insieme un nuovo pezzo è come se la musica prendesse forma. Questo porta alla creazione di una coinvolgente storia d’amore coronata da un matrimonio abbastanza improvvisato, che però si addice perfettamente alle movimentate vite dei protagonisti. Anche quando la cantante si trova sul palco degli Emmy e viene interrotta dal marito ubriaco che le ruba completamente la scena, non smette di amarlo e difenderlo, pur avendo tutti contro.
Epilogo:
La storia si conclude con una nota amara, Ally deve fare il suo ultimo concerto al Forum di Los Angeles e chiede a Jack di andare con lei per cantare la ormai famosa “Shallow” insieme. C’è qualcosa di diverso però negli occhi di Jack, lo possiamo vedere e percepire. Infatti dopo la conversazione con il manager di Ally, che gli dice che a causa del suo comportamento sta rovinando la vita e l’immagine della cantante, Jack inizia a pensare che sia proprio vero.
Un finale aspettato ma non scontato, Jack non raggiungerà mai Ally a cantare sul palco, si suicida con lo stesso metodo che aveva sperimentato da piccolo, quasi come a concludere un processo iniziato quando aveva 12 anni. Nell’ultima scena Ally canta al funerale la canzone che Jack le aveva scritto poco tempo prima, in una scena straziante che lascia un po’ l’amaro in bocca e che fa domandare “Come può una persona talentuosa, ricca e amata a non essere felice?”. È proprio questo che lascia gli spettatori quasi confusi: la consapevolezza che pur circondandosi di tutto ciò che sembra “felicità” bisogna trovare la pace dentro se stessi, la stessa pace interiore che Jack non è riuscito a trovare.