In questo periodo dominato da parole come pandemia e coronavirus si fa un gran parlare di lavoro agile. So per esperienza diretta cosa voglia dire lavorare da casa, quindi ecco gioie e dolori dello smart working.
Virus, pandemia, autoisolamento o quarantena, ufficio chiuso, smart working (quando va bene). Ecco in breve cos’è successo a tante persone nelle ultime settimane. Io e mia moglie non siamo un’eccezione: lei lavora da casa mentre il sottoscritto cerca di intrattenere la piccola con tutti gli annessi e connessi. Non è tutto rose e fiori, quindi, ma non è neanche una schifezza totale. Ragion per cui, dall’alto della mia esperienza (passata) e di quella di mia moglie (presente), ho pensato di scrivere qualcosa a riguardo. Ecco a voi i pro e i contro del lavoro agile.
Lavoro dal 2005, quindi sono 15 anni e tutti all’insegna del precariato. In questo lasso di tempo ho anche avuto modo di lavorare col mio pc standomene seduto sulla mia sedia, nel mio soggiorno. Non è stata un’esperienza esaltante ma neanche totalmente negativa, per fortuna. E mia moglie non può che essere d’accordo, visto che l’ufficio dove lavora ha giustamente adottato una politica conservativa: si continua a “produrre” ma al sicuro, a casa.
Lavoro agile: i pro
- Puoi stare al computer con un look fatto di ciabatte, pigiama-vestaglia o tuta. I coraggiosi possono osare e starsene come mamma li ha fatti. Ma con le tende ben chiuse, questo è ovvio.
- Non è obbligatorio pettinarsi e/o truccarsi, si fa solo se si vuole e non per un’esigenza di decoro aziendale.
- Potete far colazione/pranzo mentre lavorate. Ma occhio a non farvi andare il boccone di traverso!
- I più easy possono accendere la radio o magari la tv e seguire il telegiornale o qualche show ad impatto cerebrale zero. Così, giusto per un po’ di compagnia…
- Pausa? Date da mangiare al cane, al gatto, ai pesci, agli alligatori o ai licantropi. E ai figli, se ne avete, concedendo loro una coccola o qualche minuto d’attenzione.
- Non si ha a che fare con colleghi logorroici, dediti alla lamentela, con ascelle e alito che ucciderebbero un orso.
- Capo lontano, quindi non chiede il caffè e, magari, non fa battutine divertenti come un attacco di dissenteria.
- Potete gestirvi tempi e carichi, evviva l’autonomia!
- Pensate a non dovervi spostare quotidianamente in auto o sui mezzi. Quando finite siete già a casa. E potete giocare alla Play, guardare una serie tv o immergervi nei social.
Lavoro agile: i contro
- Organizzarsi (lavoro, pranzo, riposino figli, passeggiata del cane) a volte può essere un’impresa titanica. E affatto rilassante.
- Manca del materiale, che fai? Una penna in casa magari la recuperi, un faldone coi bilanci di una certa azienda invece…
- Il cane/gatto/petauro/cinghiale la fa sul divano. Ti tocca pulire, in un tripudio di maledizioni.
- Tuo/a figlio/a si annoia e cerca attenzioni, trasformandosi in un criceto sotto l’influsso di droghe pesanti. Caos in casa, signore e signori!
- Molti parenti, amici o conoscenti non si renderanno conto della tua realtà di lavoratore e chiameranno negli orari meno indicati, quelli d’ufficio. Per parlare delle cose meno importanti e irritanti che possiate immaginare.
- Immagina una video o call conference con gente nuda che rutta, scorreggia, estrae caccole dal naso e ascolta musica a volume giostre.
- E del capo totalmente fuori dal mondo ne vogliamo parlare? Pretende tutto e subito, anche se i clienti sono chiusi e non rispondono al telefono o alle mail. Perchè il lavoro agile non lo hanno adottato mica tutti, eh!
- Il suddetto capo magari ti chiamerà una domenica per dire che ti dimezza la paga causa crisi. Mezzo stipendio quindi si lavora 4 ore? Col piffero! Dovrai essere disponibile 24h su 24 tanto “cosa sei a casa a fare”. Vai a cagare, voglio fissare i pesci nell’acquario e tu non devi rompere le palle.
Finito. E voi? Com’è cambiata la vostra vita col coronavirus? State lavorando? Magari da casa? Pensate abbia dimenticato qualcosa in questo piccolo elenco semiserio? Fatemelo sapere nei commenti qua sotto.
A presto!