Ciao a tutti ragazzi! Sto scrivendo questo post perché voglio sfogarmi e comunque spero che quello che scriverò possa essere d’aiuto alle persone che mi leggeranno perché voglio essere sincera e dire alcune delle problematiche che ho passato riguardo l’Università. 

Ovviamente non sono problematiche chissà quanto rilevanti, però sono sicura che quello che ho passato io possono averlo passato anche altre persone, oppure possono ancora trovarsi in questa situazione e magari leggere come io ho affrontato la cosa, può aiutarli a superarla.


Ho sempre avuto le idee precise su quello che volevo fare da grande: sapevo che mi piacevano gli attori, che mi piaceva il mondo dello spettacolo, scrivere, mi piace disegnare, leggere e che sono una persona da scrivania e quindi io ero molto sicura su ciò che avrei potuto scegliere come corso di laurea. O editoria e scrittura e diventare scrittrice/giornalista oppure studiare cinema e diventare  giornalista di spettacolo, critica e anche sceneggiatrice. Su di questo non ho mai avuto dubbi.

Tutti avevano fatto qualcosa e io al massimo ho scritto qualche recensione di film sul mio blog

Il problema però è avvenuto quando mi sono ritrovata all’Università  in cui c’erano persone che oltre ad avere il sogno di diventare quello che  volevo fare io -lavorare nel mondo dello spettacolo –  erano anche persone che avevano avuto modo di sperimentare in maniera pratica il cinema, mentre io ero l’unica che sapeva solo studiare.

Perché io ho fatto liceo scientifico e con tutta la mole di programma da studiare al liceo non è che avevo tempo di fare dei corsi di cinema o di fare dei cortometraggi. Quindi esperienza zero.

Non sapevo da dove partire …Non non ho mai avuto l’occasione di sperimentare niente e quindi sono arrivata all’Università dove mi sono ritrovata con tutte persone che erano attori di teatro, di miniserie TV ,  facevano le comparse o avevano già scritto sceneggiature, giravano cortometraggi, facevano gli assistenti alla regia di qualche video clip….

In pratica tutti avevano fatto qualcosa e io al massimo ho scritto qualche recensione di film sul mio blog.

I primi tempi all’Università, mi sono sentita un inetta perché con tutte le persone che parlavo mi dicevano: ” Io ho capito che volevo far cinema perché io faccio cortometraggi e questa mia passione ho deciso di farla diventare un lavoro”

Questa cosa mi faceva sentire molto a disagio perché poi io sono comunque dell’idea che – per quanto non si è mai in ritardo per cominciare a fare qualcosa – comunque prima cominci e meglio è.

Quindi io mi sentivo circondata da persone che erano già avanti a me, e che io ero il fanalino di coda…un po’ come dire: comincia la gara e tu parti 10 minuti dopo che hanno dato il via.

Tengo molto all’Università e vorrei sul serio lavorare nello spettacolo…ma sentirmi così non mi  ha fatto bene, soprattutto i primi tempi. 

Poi mi sono detta: ” va bene…chi se ne frega, posso comunque cominciare a correre: chi me lo dice che magari le persone che  sono partite prima di me hanno finito il fiato, hanno deciso di fermarsi oppure che io magari non cominci a correre più veloce  e raggiungo il primo al traguardo?”

La competitività

Oltre a questa insicurezza, una cosa che di certo non ha giovato e che mi ha fatto capire di che pasta le persone che lavoreranno nel settore dove voglio lavorare io, è la competitività.
I ragazzi del DASS sono, diciamo,  tutti artisti o aspiranti artisti e c’è una competitività alle stelle! Cioè roba della serie che se tu magari c’hai un problema e non sei riuscita andare a lezione e comunque chiedi aiuto -se  non ti fai degli amici – non avrai nessuno che ti risponde ai messaggi sui gruppi e ti dà una mano… perché la gente è  in preda alla competitività.

Per spiegare meglio questo concetto, quello del raggiungere i propri obiettivi, c’è  la metafora del grattacielo:

“Se tu vuoi costruire il grattacielo più grande di tutti ci sono due modi per farlo: il primo modo è darsi da fare e costruire il grattacielo che oggettivamente il più grande di tutti, l’altro modo è abbattere quello degli altri e rimanere l’unico grattacielo più alto”

Questo è lo spirito che in parte ho respirato all’Università nella mia facoltà. Ovviamente  questo è un aspetto negativo del mio corso di laurea, magari anche negli  altri corsi è così perché non  penso che il DASS è l’unico corso di laurea in cui c’è competitività.

Comunque alla fine mi sono trovata bene: mi sono fatta un sacco di amici e ho conosciuto addirittura delle ragazze coreane che erano venute in Erasmus con le quali mi ci sento ancora!

Ho avuto queste insicurezze all’inizio e comunque il fatto che io amassi la materia mi ha aiutato ad andare avanti; senza ripensamenti. Auguro a tutti quanti di trovare la propria via e di cercare di di sentirsi in pace con quello che si sta facendo anche se non si è il primo in classifica.
Fregatene. Lo state facendo per voi!

Qui Sara Scrive, passo e chiudo!

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film