Giorgio Tirabassi è Paolo Borsellino
Paolo Borsellino è una miniserie targata taodue, del 2004, in due puntate, dedicata alla vita del giudice Borsellino. Prendono parte al cast, oltre a Giorgio Tirabassi nei panni di Paolo Borsellino, Ennio Fantastichini nei panni di Giovanni Falcone, amico inseparabile di Paolo, Giulia Michelini nei panni di Lucia Borsellino, figlia del giudice ed Elio Germano, nei panni di Manfredi Borsellino, figlio del giudice ( che all’epoca dei fatti aveva nove anni ma nella miniserie veste i panni di un ragazzo universitario iscritto a giurisprudenza).
Questo prodotto televisivo, mandato in onda dalla Mediaset, vuole essere un invito alla memoria, al ricordo, per non dimenticare mai i soprusi, le aberrazioni, le violenze e le atrocità compiute da Cosa Nostra in Sicilia negli anni novanta, quando la mafia uccise tutti coloro che lottavano per la giustizia, per un mondo migliore, contro la mafia, le associazioni criminali, la crudeltà senza fine di uomini che non avevano scrupoli nell’ammazzare altri uomini, ma anche donne, bambini, persone innocenti.
La forza di un uomo
Giorgio Tirabassi interpreta una figura unica che si è distinta nella lotta contro la mafia di Cosa Nostra. Voleva sconfiggere il nemico, Paolo Borsellino, era un uomo che metteva il lavoro al primo posto, che sapeva compiere il suo dovere e ci teneva a compierlo fino in fondo. Cosa ne sarebbe stato del mondo senza la sua figura, senza il suo passaggio, la sua presenza? Di sicuro non avremmo assistito alle indagini scrupolose, alle ricerche di giorni e notti passate insonni, alla meraviglia dinnanzi alle vittorie come quella di creare un Maxiprocesso per cercare di far luce sui malaffari di Totò Riina, il boss di Cosa Nostra e di tutti i mafiosi coinvolti nella mafia siciliana. Per Borsellino, il dovere era una cosa seria. Magari si poteva fallire, non si riusciva a raggiungere un traguardo, ma alla fine bisognava ricordarsi di averci comunque provato, di aver svolto fino in fondo ciò che si doveva fare. Queste sono le parole che dice alla figlia Lucia poco prima di morire. Lucia, che come Manfredi, studiava giurisprudenza. Lucia che il giorno della morte di Paolo, era in università e davanti ai professori increduli della sua presenza in sede d’esame, discuteva le leggi dello Stato. Quello Stato che Paolo amava, quello Stato che forse era giusto ma di sicuro era anche corrotto e colluso, intriso di uomini che facevano il doppio gioco, che indossavano la giacca in tribunale ma di notte ammazzavano o stavano a cena coi padrini e i picciotti.
Film, serie, libri e musica: raccontare la mafia oggi
Basta guardare la tv o andare al cinema per vedere che la mafia è oggetto di grandi film o serie che tendono a documentare il fenomeno mafioso sia in maniera integrale che fittizia. Girare tra le librerie per notare i volumi sulla Storia della mafia, sulle vite dei magistrati, giudici, poliziotti che si sono distinti per il lavoro svolto in maniera accurata ed egregia. Anche la musica ha contribuito al ricordo, alla commemorazione, alla spiegazione di questo cancro dell’umanità, così denominato da alcuni studiosi del fenomeno mafioso, delle mafie, della storia della criminalità organizzata. Un esempio ci arriva dal cantautore Fabrizio Moro che con la canzone Pensa, nel 2009, ci regalò un singolo straordinario, ricco di significato, di speranza, di storia, di considerazioni, di dettagli. Moro ci ha descritto gli uomini che si sono distinti con coraggio, con impegno, con dedizione. Le lotte di faide e famiglie su un’isola di sangue piena di meraviglie che però viene macchiata di sangue e violenza.
Le denunce contro la mafia sono tante. Ancora oggi, dopo le stragi di Via d’Amelio, Capaci, le morti del poliziotto Giuliano, del giornalista Mario Francese, della più giovane della scorta di Borsellino, Emanuela Loi, di Santi Mattarella, di Rocco Chinnici, di Dalla Chiesa, dello scrittore Giuseppe Fava e di tanti altri che hanno perso la vita a causa della mafia, speriamo che cambi qualcosa. Che si smuova qualcosa nelle coscienze. Basta omertà, basta silenzi. Viva la libertà. Aboliamo le violenze.
Musica e parole
Di seguito, riporto il brano di Fabrizio Moro intitolato Pensa:
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato
Il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
Di faide e di famiglie sparse come tante biglie
Su un’isola di sangue che fra tante meraviglie
Fra limoni e fra conchiglie, massacra figli e figlie
Di una generazione costretta a non guardare
A parlare a bassa voce, a spegnere la luce
A commentare in pace ogni pallottola nell’aria
Ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
Hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
Con dedizione contro un’istituzione organizzata
Cosa Nostra, cosa vostra, cos’è vostro?
È nostra, la libertà di dire
Che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare, le orecchie ascoltano
Non solo musica, non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira, ragiona
A volte condanna, a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare, prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto, un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza, idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile, contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare, prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto, un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato
Perché in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no, non è solo un’illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare, prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto, un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto, un attimo di più
Con la testa fra le mani
Per concludere, una citazione dello scrittore Giuseppe Fava, siciliano, impegnato nella lotta contro la mafia siciliana:
A volte basta omettere una sola notizia e un impero finanziario si accresce di dieci miliardi; o un malefico personaggio che dovrebbe scomparire resta sull’onda; o uno scandalo che sta per scoppiare viene risucchiato al fondo.
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