Lino Guanciale è intervenuto giovedì sera nel programma “Stati Generali”, in onda su Rai3, e ha portato in scena un monologo sui “giovani d’oggi”.
Il monologo
Lino Guanciale porta in scena un monologo incentrato sul rapporto che intercorre tra i giovani d’oggi e il mondo che li circonda, gli adulti che li circondano. In pochi minuti l’attore avezzanese tocca più temi: dalla “dipendenza” dai cellulari al fatto che gli adulti hanno un ruolo centrale nella vita dei ragazzi, dall’apparente nullafacenza che anima tutti i giovani al fatto che lo studio e l’amore per la cultura albergano anche nei teenager. Specifica anche che se sono bulli non lo sono perché “so’ regazzi” e che forse gli adulti hanno insegnato molte più cose sbagliate di quelle che pensano.
Il mio pensiero
Al di là del fatto che il monologo sia stato fatto da Lino Guanciale, attore che stimo infinitamente, credo che la cosa importante sia il messaggio che ha voluto far passare. Perché sì, non siamo tutti nullafacenti, non siamo tutti attaccati al cellulare e basta ma siamo anche giovani appassionati e studiosi, giovani che credono nell’importanza della cultura, della lettura e del teatro. Io ho 20 anni, quindi credo di poter essere ritenuta “giovane” e sinceramente mi rispecchio nei giovani studiosi ed appassionati ma non posso non far notare che ahimè ci sono anche ragazzi e ragazze che prendono la vita così come viene, senza cercare di cambiare il mondo forse perché non pensano che se è vero che questo è il mondo che ci hanno lasciato i nostri genitori è anche vero che non tutto è perduto. Per cui, ragazzi, travolgiamo gli adulti, facciamo vedere che ci siamo!
Vorrei spendere due parole anche sull’interpretazione: Guanciale talvolta legge dai fogli ma cerca moltissimo il contatto visivo con gli spettatori; inizialmente è visibilmente teso e risulta quasi distaccato da ciò che dice ma poi il monologo cresce in un climax ascendente sempre più forte e culmina con parole pronunciate con occhi pieni d’amore. Questo perché Lino Guanciale è sì un attore ma è anche un insegnante e quindi tocca con mano quelli che sono i “giovani d’oggi” e sa di cosa parla. Io gli auguro di diventare padre, per cercare di cambiare il mondo anche come genitore oltre che come attore ed insegnante, perché il mondo si merita più persone così, più adulti così.
Voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
Ciao,sono contenta che una giovanissima come te abbia voluto commentare il monologo di Lino perché vuol dire che il messaggio è “arrivato”ai giovani come te e anche a chi sta scrivendo che giovane non è…mi è piaciuta anche l’analisi sull’interpretazione dell’attore che condivido totalmente.Brava!
Grazie mille! Commenti così fanno un gran piacere!