Titolo: Lo capisce anche un bambino
Anno: 2021
Casa editrice: Feltrinelli
Genere: narrativa italiana, relazioni familiari
Target consigliato: per tutti
Lunghezza: 240 pagine
Punto di vista: interno
Valutazione: ★★★★★ -ma solo perché non ne posso dare di più-
Mattia Zecca
Mattia Zecca è nato a Lecce nel 1984 ed è un avvocato; Lo capisce anche un bambino è il suo esordio letterario.
Trama
“Un figlio è sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo.” E il mondo che questo libro invita a esplorare è quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papà Mattia e papà Nicola. È la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. Perché se l’amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l’amore. A Lorenzo e Martino, infatti, che di genitori ne hanno due, l’ordinamento italiano ne riconosce solo uno per ciascuno. L’altro, per le istituzioni, non è che un mero convivente. Lorenzo e Martino, per la legge italiana, non sono fratelli. “Per il nostro Paese noi siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono tanto bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un’ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papà Mattia e papà Nicola sapessero giocare a pallone. è questo, il problema.” Con una scrittura delicata e profonda, Mattia Zecca racconta una storia personale ma anche collettiva, che ci riguarda come figli prima ancora che come genitori, nel nostro diritto assoluto di essere visti per quello che siamo. E, in fondo, getta luce sull’unico senso intimo e universale del desiderio di costruire una famiglia: “Essere genitori è prima di tutto un’occasione: quella di essere i bambini che non siamo mai stati, o che non siamo stati abbastanza, o che non siamo stati come avremmo realmente potuto o desiderato. Essere genitori vorrebbe dire, insomma, tornare bambini, ma imparando a esserlo meglio”.
Commento
Per tutto aprile sono stata vittima del “blocco del lettore”, ho letto pochissime pagine a distanza di giorni e, alla fine, dopo aver riletto le stesse righe per quattro o cinque volte in un mese ho capito che il temutissimo “blocco del lettore” aveva colpito anche me. Poi, però, mentre girovagavo su Instagram prima di andare a letto, mi è comparsa davanti agli occhi la copertina de Lo capisce anche un bambino e mi ha conquistata al primo sguardo; quando poi ho approfondito la trama -che tratta un tema a me carissimo da diversi anni, credo dalla seconda o terza superiore- ho deciso che sarebbe stato lui il libro prescelto per sbloccarmi: il giorno dopo ero già in libreria e due giorni dopo averlo aperto, sono qui che mi appresto a scriverne la recensione.
In Lo capisce anche un bambino, Mattia Zecca ci apre le porte della sua casa ma, soprattutto, quelle della sua meravigliosa famiglia composta dal compagno Nicola e dai figli Lorenzo e Martino. Il racconto è fluido, scorre e si sedimenta nel lettore lasciandogli al contempo sia lo spazio per meditare sulle parole e la storia narrata sia la voglia di continuare a scoprirne di più. Quella di Mattia e Nicola è una famiglia a tutti gli effetti, nonostante la legislatura non riesca a percepirla come tale. Tra i punti che mi hanno colpita di più c’è sicuramente la parte del racconto sull’asilo nido: Lorenzo e Martino risultano bambini con un solo genitore e quindi appaiono tra i primi posti della lista d’attesa salvo poi diventare, insieme ai loro papà, una famiglia a tutti gli effetti nel momento del calcolo della tassa per il nido. Credo che questo fatto basti, da solo, a capire qual è la situazione in Italia per queste famiglie invisibili ed inconcepibili che famiglie, invece, lo sono a tutti gli effetti.
Spesso si ragiona, anche a scuola, su cosa voglia dire essere genitori ed io sono convinta da sempre che dove c’è amore e rispetto i figli crescono bene, felici, protetti, accuditi. Non importa -o, meglio, non dovrebbe importare a nessuno- se le persone che accudiscono quei bambini sono un uomo e una donna, due uomini, due donne, una sola donna o un solo uomo. Mattia Zecca pone il lettore di fronte alle domande -e alle indagini- che sono state poste a lui, a Nicola e a loro figlio Lorenzo e fa capire quanto possa essere brutto non sentirsi riconosciuti per quello che, a tutti gli effetti, si è: due padri, prima di Lorenzo poi anche di Martino. Lo capisce anche un bambino è la vera storia di due papà e di due figli, raccontata con uno stile semplice ma mai banale, uno stile che si rivela alla portata di tutti e che svela una storia tanto vera quanto amara -quella del riconoscimento della paternità di entrambi i papà, quella del riconoscimento e delle tutele a due bambini che hanno due padri ma ai quali ne viene riconosciuto uno solo- mescolandola con stralci bellissimi della vita comune di due “scemi felici” e della loro splendida famiglia.
Tra le parti più belle sicuramente va inserito il capitolo sugli “eroi” ed il fatto che non viene rivelato mai chi sia il “padre biologico” perché entrambi sono i padri, perché Mattia e Nicola hanno concepito -con l’aiuto di Ashleigh e Danielle- Lorenzo e Martino insieme, come solo una famiglia vera può fare. Un dialogo in particolare, poi, mi ha colpita: ad un certo punto c’è un passaggio in cui Mattia Zecca riporta una frase di Lorenzo “non papà-tu, papà-l’altro”, ecco, in questo esatto punto mi sono commossa più che nelle altre parti del libro perché questa è la sintesi del fatto che i bambini nascono senza preconcetti e che, se diventando grandi imparano a puntare il dito con fare accusatorio, la colpa è solo dell’aria piena di stereotipi che respirano.
Lorenzo e Martino sono i figli di papà Mattia e papà Nicola e a questa grande famiglia va il mio più grande grazie per aver raccontato -attraverso papà Mattia- la loro splendida storia che mi auguro possa diventare al più presto quella di una famiglia riconosciuta a tutti i livelli della legislatura italiana. Per me, loro, sono una famiglia da sempre, fin dal primo vero incontro di Mattia e Nicola, fin da quando hanno iniziato a concepire Lorenzo e Martino.
Conclusioni
Un libro da leggere assolutamente, da far conoscere ad amici e parenti, da leggere ai propri figli, da tenere nella libreria di casa per ricordarci sempre, ogni giorno, che la discriminazione non è mai una buona cosa.
E voi avete letto Lo capisce anche un bambino? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria