Molto spesso cerchiamo nel cinema, nelle serie TV e nella letteratura qualcosa che ci dia il senso di orrore e molto spesso ci troviamo davanti a suore demoniache, bambole brutte o altri personaggi che spaventano ma non lasciano altro che qualche pulsazione in più che si trasforma presto in una risata.
Per provare però quell’orrore che ci rode nel cervello come un tarlo, che ci spinge a immaginare mostruosità non descritte ma solo accennate dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e recarci a Providence, Rhode Island, all’inizio del ‘900. Howard Philips Lovecraft rivoluziona il modo di concepire la letteratura horror con racconti spiazzanti che lasciano immaginare al lettore qualcosa che le parole non sono in grado di descrivere. I nostri peggiori incubi saranno dunque ciò che porterà i protagonisti dei vari racconti alla follia. Ogni nostra proiezione causerà su di loro lo stesso effetto che avrebbe su di noi.
Provate a immaginare un colore che non esiste e non avete mai visto. Impossibile. Eppure ora non farete altro che cercare di immaginarlo ma questo sarà uno sforzo vano, la ragione si attacca sempre a qualcosa di reale.
H. P. Lovecraft creò i suoi racconti con una narrazione in prima persona, come se essi fossero testimonianze delle persone che, direttamente, hanno visto le entità. Immaginatevi di essere un lettore dell’epoca. Quanto poteva risultare inquietante tutto questo?
Lovecraft continua ad ispirare ancora oggi e la sua importanza è innegabile. Il centro della sua opera è l’ignoto, la follia e non qualche creatura ben definita che magari può essere sconfitta in qualche modo. Nelle sue opere è la mente dell’uomo la vera vittima. Vittima di qualcosa di più grande che la infetta.
Leggendo Lovecraft si possono trovare spunti di riflessione sia sulla natura umana stessa che sulla società dell’epoca. Siamo davvero così diversi da quella società oppure qualcosa di più grande di noi continua a infettare le nostre menti? Siamo davvero liberi o siamo soggiogati da moderni mostri che pensiamo di poter gestire? Lovecraft avrebbe molto da scrivere al giorno d’oggi, chissà cosa ne uscirebbe.
Lorenzo
Cavolo, tutto qua? Quando l’hanno detto a me, l’ho reputato un grand complimento, quindi te lo “giro”: scrivi ancora del grande Lovecraft, così mi hai fatto solo venire l’acquolina in bocca, caz…perdindirindina!XD!
È un bel complimento! Sicuramente più avanti parlerò nello specifico di qualche suo racconto