Mare fuori è una serie tv italiana, andata in onda dal 23 settembre al 28 ottobre del 2020. Se non avete visto tutte le puntate fate attenzione al possibile rischio SPOILER.
Cast
Carolina Crescentini: Paola Vinci
Carmine Recano: Massimo Valenti
Valentina Romani: Naditza
Nicolas Maupas: Filippo Ferrari
Massimiliano Caiazzo: Carmine Di Salvo
Vincenzo Ferrera: Beppe Romano
Anna Ammirati: Liz
Ivan Franek: Tal
Raiz: Don Salvatore
Fausto Maria Sciarappa: Lorenzo Elia
Giacomo Giorgio: Ciro Ricci
Ar Tem: Pino ‘o pazzo
Domenico Cuomo: Gianni Cardiotrap
Serena De Ferrari: Viola
Matteo Paolillo: Edoardo Conte
Serena Codato: Gemma Doria
Chiara Primavesi: Anita
Agostino Chiummariello: Gennaro
Edoardo Guadagno: Gigi
Antonio De Matteo: Lino
Pia Lanciotti: Wanda Di Salvo
Emanuele Vicorito: Ezio Di Salvo
Giuseppe Brunetti: Saverio
Desirée Popper: Consuelo Gomes
Antonio Orefice: Totò
Nicolò Galasso: Tano ‘o Pirucchio
India Santella: Serena
Clotilde Esposito: Silvia
Ludovica Coscione: Teresa Polidori
Carmen Pommella: Nunzia
Paola Benocci: Professoressa Amelia
Trama
L’Istituto di Pena Minorile di Napoli è a picco sul mare e ospita settanta detenuti: 50 maschi e 20 femmine. Quando entrano i ragazzi hanno sempre meno di 18 anni e lo fanno perché hanno “sbagliato”. Questa serie racconta le loro storie.
Commento
Di seguito la mia recensione a Mare fuori.
Due piccoli difetti
Iniziamo da due difetti, per poi passare a parlare di tutto il resto che definire “superbo” è poco. I due difetti che ho riscontrato sono stati la musica lievemente più alta del tono di voce in alcune parti della prima puntata e i sottotitoli “a singhiozzo”. Per quanto riguarda la musica, il tutto si è sistemato già dalla seconda serata di messa in onda. Un discorso simile può essere fatto per i sottotitoli: la situazione si è regolarizzata in poco tempo e ho potuto apprezzare Mare fuori pur non avendo familiarità con il dialetto napoletano.
La storia
Passiamo a parlare della storia: dalla trama si capisce che gli argomenti trattati non saranno affatto leggeri ma solo vedendo la serie si riesce a comprendere effettivamente quanto poco lo siano. Mare fuori è una serie indubbiamente differente da tutte le altre proposte in questi anni dalla Rai -ma anche negli anni passati e da emittenti differenti. Trovo che la scelta operata in merito agli argomenti da trattare sia stata assolutamente coraggiosa perché per portare in prima serata -seppur su RaiDue- delle storie così vere e spiazzanti è richiesta sicuramente una grande voglia di cambiamento.
I giochi di potere, la “legge delle famiglie”, in questa serie c’è tutto ciò che conosciamo -in negativo- di Napoli ma c’è anche la voglia di riscatto, di emancipazione da una famiglia cui si sente di non appartenere, la fragilità degli animi posti di fronte alle loro insicurezze. La cosa che colpisce da subito risiede all’interno dello stesso IPM: le porte vengono lasciate aperte, nessuno controlla. All’inizio questa configurazione lascia spiazzati ma, a ben guardare le cose, altro non è che una scelta precisa per far capire chi comanda davvero.
Le interpretazioni
Volti giovani, storie complesse: l’esperimento è riuscito alla perfezione. I volti un po’ più conosciuti c’erano (penso a Valentina Romani, Carmine Recano, Carolina Crescentini…) ma i protagonisti erano tutti alle prese con i loro primi passi nel mondo cinematografico. Rendere così veri i propri personaggi alla prima vera prova è scioccante e strabiliante allo stesso momento. Tutti sono stati più che all’altezza del ruolo loro affidatogli e hanno saputo dare corpo e voce a dei personaggi che non erano affatto semplici da rappresentare.
Da spettatrice ho empatizzato con chi si meritava la mia empatia, ho condannato chi si meritava la condanna. Quando una serie -o un prodotto cinematografico/teatrale- riesce in questo intento vuol dire che le interpretazioni sono riuscite. Far notare qualche interprete rispetto agli altri potrebbe essere un po’ inopportuno vista la bravura di tutti ma, personalmente, ho apprezzato moltissimo Valentina Romani (Naditza): era una delle poche interpreti presenti che avevo già visto all’opera (come Vanessa ne La porta rossa 1 e 2) quindi è una delle poche che posso giudicare anche per confronto. Ho adorato Naditza e ho adorato l’interpretazione che Valentina Romani ha restituito a noi spettatori.
La colonna sonora
Vorrei spendere due parole anche sulla meravigliosa colonna sonora che ha fatto da sfondo ad ogni singolo episodio. Il curatore della colonna sonora di Mare fuori è Stefano Lentini -curatore anche della colonna sonora de La porta rossa e di Braccialetti Rossi, per citarne due-. Ho trovato tutte le musiche particolarmente calzanti e credo che siano state decisamente un valore aggiunto alla serie tv. Spesso non prendiamo in considerazione l’importanza della musica, così come quella della scenografia, ma immaginare Mare fuori con una colonna sonora differente o, peggio ancora, senza colonna sonora è impensabile.
Un grandissimo complimento va quindi anche a Stefano Lentini e a tutti coloro che hanno suonato le sinfonie che noi abbiamo potuto ascoltare come contorno su RaiDue in ogni singola puntata di Mare fuori.
Conclusione
Sono arrivata alla conclusione di Mare fuori con il cuore che batteva molto più veloce della norma, le mani che tremavano e la speranza di un mondo migliore per tutti i protagonisti. In generale durante tutte le puntate il respiro concesso allo spettatore è stato poco e nell’ultima puntata si è praticamente azzerato. Poche serie tv/libri/film mi hanno lasciata attonita e Mare fuori è sicuramente una di queste. Non è una serie da vedere “quando non si ha nulla di meglio da fare” perché stravolge ma è sicuramente una serie da vedere! Bravi tutti, ma proprio tutti coloro che hanno lavorato per portarla in tv -compresi tecnici, regista, autori e chi più ne ha più ne metta-! E ora…aspettiamo la seconda con ansia!
E voi cosa ne pensate? Avete visto Mare fuori? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
P.S.: Vi lascio qui sotto anche un’audiorecensione -sempre mia-. Non è una lettura della mia recensione perché per preparare questa audiorecensione ho seguito solo i punti principali e per il resto sono andata a braccio.
La fiction in quanto tale non è aderente alla realtà, ci sono moltissime, troppe, incongruenze ad uso della trama che però funzionano, eccome se funzionano!
La troppa libertà di movimento ed imboscamento consentita ai detenuti, anche misti, non la si può credere reale.
Le storie invece sorprendono perchè quasi nessuno è davvero buono o davvero cattivo tranne Massimo, il comandante.
Un’esagerazione anche questa, ma ci sta, non è una storia vera.
Se si guarda la serie consci che si tratta di fiction, allora scopriamo le sfumature di personaggi che sono davvero notevoli per come sono tratteggiate.
A partire dalla zingara Natitza, ma anche Filippo rampollo deficiente e pompato, o Pinu il terribile che non si inserisce bene nemmeno nel codice criminale e violento.
Serena la tossica, interpretazione superba.
Poi ci sono anche personaggi quasi caricaturali come il padre di Serena troppo buono, o lo spesino più profondo di uno psicologo di lungo corso, ma nella narrazione li possiamo accettare.
Le uscite in barca, bellissima la figura di Edoardo, visionario col miraggio del boss criminale, uno dei personaggi, assurdi, che mi è piaciuto di più quando tenta di comunicare con una tigre in gabbia.
Carmine invece troppo buono, poco credibile il personaggio, ottimo l’attore, ma utile a giustificare la scrittura di una sceneggiatura che deve anche intrattenere, non è un documentario.
A me è piaciuto più di altri lavori, anche se alla fine si rifà a Meri per sempre, riesce comunque ad esprimere un’originalità ed una grazia sue proprie.
Se a qualcuno non è piaciuto, ho letto recensioni pessime altrove, non mi sento di dire nulla, i motivi per le critiche più feroci ci sono tutti, ma sarebbe da considerare un ottimo lavoro anche solo per la colonna sonora stupenda.
Un’analisi pressoché perfetta, grazie per averla condivisa!
Personalmente ho molto apprezzato “Mare fuori”, per il coraggio dimostrato nel portare in prima serata delle storie che, per quanto “romanzate” ed adattate allo schermo, possono essere quantomeno verosimili -anche se alla lontana. Ho cercato, inoltre, di immaginarmi il perché di alcune scelte (come la libertà di movimento) e, pur non sapendo se la mia interpretazione è corretta, ho trovato in “Mare fuori” una fiction decisamente riuscita.
Avete rovinato una bella fiction con quella cazzo di musica sempre presente e per di più altissima
E poi ma chi cazzo lo capisce il napoletano ma ci volete mettere i sottotitoli?
E inoltre le voci sommesse, basse non si capisce niente
Bohhhhh
Fermo restando il fatto che apprezzo molto i commenti sotto i miei articoli, forse lo stesso concetto poteva essere espresso anche in altro modo. In ogni caso, sono d’accordo con le affermazioni (almeno per le prime puntate) e credo che le voci sommesse siano un desiderio del regista Carmine Elia, in quanto anche ne “La porta rossa” molti dialoghi erano quasi sussurrati.
Grazie per aver condiviso la sua opinione!