Titolo: Meno dodici
Anno: 2016 (versione OscarMondadori: 2020)
Casa editrice: Mondadori
Genere: narrativa italiana
Target consigliato: dai 16-18 anni in su
Lunghezza: 360 pagine
Punto di vista: interno, prima persona
Valutazione: ★★★★★
Pierdante Piccioni & Pierangelo Sapegno
Pierdante Piccioni, giornalista e scrittore, opinionista, prima dell’incidente che gli ha cancellato dodici anni di vita, era direttore dell’Unità operativa di pronto soccorso dell’ospedali di Lodi, membro dell’Academy of Emergency Medicine and Care, consulente del ministero della Salute. Da febbraio 2015 a settembre 2016 è stato primario del pronto soccorso dell’ospedale di Codogno.¹
Pierangelo Sapegno, giornalista e scrittore è inviato de La Stampa.
Trama
31 maggio 2013: Pierdante Piccioni, primario all’ospedale di Lodi, ha un incidente e va in coma. Quando si risveglia, poche ore dopo, è convinto che sia il 25 ottobre 2001. A causa di una lesione cerebrale, dodici anni della sua vita sono stati inghiottiti in un buco nero. All’improvviso è diventato un alieno, incapace di riconoscere la sua vita e addirittura se stesso in quel volto invecchiato che gli restituisce lo specchio. Attorno a lui tutto è cambiato: i figli non sono più due bambini di otto e undici anni, ma due adulti, con la barba e gli esami all’università, e la moglie sembra un’altra donna, con le rughe e i capelli di diverso colore. Come potrà riprendersi la propria vita?
Commento
Ho voluto leggere Meno dodici per venire a conoscenza dell’effettiva storia da cui Doc-Nelle tue mani² è tratto. Il libro, in realtà, non c’entra assolutamente nulla con la serie tv, l’unico punto di contatto sono i dodici anni di memoria persi sia dal dott.Piccioni sia dal dott.Fanti -personaggio di invenzione interpretato da Luca Argentero.
Meno dodici è un libro davvero bello che indaga, in parte, anche la mente umana ma che soprattutto, ci dà una chiave di lettura alternativa per affrontare la vita. Più leggevo il libro più ammiravo Piccioni perché ricostruirsi dopo dodici anni di buco nero è una cosa quasi impossibile: la perdita di memoria permanente di un pezzo della propria vita è quasi assente nella letteratura medica e questo rende la vicenda che ha coinvolto il dott.Piccioni più unica che rara. Lo stile di scrittura è fluidissimo e il tutto viene presentato con maestria e cura del dettaglio, con molta autoironia ma anche senza trascurare i momenti durante i quali il protagonista si è ritrovato a pensare al suicidio. La storia è vera nel senso più esteso del termine: Piccioni ha vissuto tutto sulla sua pelle, ha deciso di raccontarlo e lo ha fatto senza alcuna remora, raccontando di quei bambini ingoiati dal “buco nero”, delle recidive della moglie e di tanto, tantissimo altro.
Il fatto che la storia sia narrata in prima persona è decisamente un valore aggiunto perché solo in questo modo il lettore riesce ad entrare completamente in empatia con ciò che legge. Meno dodici è uno di quei libri che, quando lo posi, ti chiedi: ma io come avrei affrontato tutto questo? Ne sarei uscito? O avrei scelto il suicidio? La risposta per me non c’è perché non mi sono mai trovata in una situazione simile (per fortuna!) ma ora so di avere una visione un po’ differente della vita e di ciò che mi capita.
Conclusioni
Se volete scoprire la vera storia del “vero doc” non potete assolutamente perdervi Meno dodici, se volete approfondire il vissuto di un uomo che ha dimenticato dodici anni della sua vita, questo libro fa per voi! Mi sento di consigliare Meno dodici a tutti perché è un libro semplice da leggere e assolutamente non di nicchia.
E voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
[…] seconda stagione abbia dovuto pagare lo scotto di espandere una storia inizialmente ispirata a fatti realmente accaduti senza però venire meno alle grandi aspettative alimentate dalla riuscita di tale trasposizione. […]