Premetto di non essere un fan di nulla, stimo autori e produzioni ma sono il primo ad ammettere quando le cose non funzionano. Nel caso di “Santa Clarita’s Diet”, serie Netflix nella quale Drew Berrymore si ritrova ad essere uno zombie senziente e cerca di continuare la sua vita insieme al marito e alla figlia, le cose funzionavano eccome.
“Santa Clarita’s Diet” era una serie divertente, frizzante e piacevole da guardare ma soprattutto era amata da molti. Che senso ha, dunque, cancellarne la produzione e chiuderla così? Molte cose sono palesemente lasciate in sospeso per una quarta stagione che non arriverà mai (salvo miracoli da parte di Amazon, come successe per “The Expanse”).
Mi sono posto questa domanda e mi auguro che la risposta che mi sono dato sia quanto di più lontano dalla realtà si possa immaginare. Mi è venuto in mente il lavoro di Mc Donald’s che, negli anni, ha gradualmente abbassato la qualità dei suoi prodotti facendo abituare i consumatori ad essi in modo da ottenere maggior profitto risparmiando appunto sulla qualità.
Un bell’hamburger fatto con tutti i crismi spesso diventa, agli occhi di molti, meno valido rispetto a un qualsiasi prodotto McDonald’s.
Penso che la stessa cosa stia succedendo con Netflix e me ne rammarico. Una serie ottima viene utilizzata come esca per iscritti che, una volta conclusa quella cercheranno qualcosa di simile (nei suggerimenti di Netflix stessa). Sì, non sarà come quella appena conclusa ma si lascia guardare. Poi, terminata questa nuova serie eccone pronta una nuova, sempre di qualità inferiore. In questo modo, il pubblico si accontenta di buttare giù ore e ore di serie vuote, insipide che sono costate una sciocchezza alla multinazionale dello streaming.
Chissà se con l’arrivo di Disney+ le cose cambieranno, staremo a vedere.
Nel frattempo spero che qualcuno ci dia una stagione conclusiva per “Santa Clarita’s Diet”.
Lorenzo