Non mi lasciare¹ è una serie TV italiana trasmessa su RaiUno in quattro serate, la regia è di Ciro Visco.
Trama
Il corpo senza vita di un bambino viene ritrovato nella Laguna di Venezia. A fare luce sul caso è il vicequestore Elena Zonin, esperto di crimini informatici e di pedofilia in rete, che per l’occasione fa ritorno nella sua città natale. Lì ritrova Daniele, suo amore di gioventù ora diventato poliziotto, e sua moglie Giulia, un tempo sua grande amica. Tra fitti misteri e ricordi del passato, Elena finisce per scoperchiare una rete che coinvolge persone influenti e insospettabili.
Interpreti e personaggi
Vittoria Puccini: Elena Zonin
Alessandro Roia: Daniele Vianello
Sarah Felberbaum: Giulia Vianello
Maurizio Lombardi: Ernesto Fortin
Sandra Ceccarelli: Serena Misuri
Massimo Rigo: Vincenzo Molli
Ivan Zerbinati: Augusto Ripetti
Eugenio Franceschini: Luigi Fornari
Federica Girardello: Emilia Zirri
Commento
Una fiction dal ritmo inusuale, lento ma ben scandito, una location mozzafiato come Venezia che viene esaltata dalla fotografia e dalla regia. Non mi lasciare è un racconto disturbante ma necessario, un prodotto intenso che scava in profondità, analizza ed indaga nel tentativo di catturare i colpevoli e di donare pace a quei ragazzini scomparsi nel nulla.
Elena, la protagonista, è una donna tanto fragile quanto forte che porta con sé lo spettatore durante l’indagine. La regia segue da vicino tutti i movimenti della squadra e la sceneggiatura, puntata dopo puntata, stringe il cerchio e fa emergere i colpevoli -l’unica domanda che alla fine della serie non ha trovato risposta è: perché Elena ha lasciato Venezia proprio 20 anni prima?-. Venezia è la città perfetta in cui far vivere la storia di Non mi lasciare perché è enigmatica e perché le sue acque diventano la metafora di una rete nascosta nel deep web.
La cupezza di trama, ambientazione e, alle volte, anche fotografia potrebbero scoraggiare lo spettatore alla ricerca di un prodotto più leggero e meno disturbante da guardare dopo una giornata intensa ma la bellezza di Non mi lasciare è insita proprio in quel racconto quasi difficile da guardare, in quel mare profondo e catramoso in cui si celano i loschi affari di chi rapisce e vende bambini all’asta. Questo è un prodotto che dovrebbe essere visto da molti perché, pur essendo fiction quindi in parte finzione, è reale, è qualcosa che accade anche senza che nessuno se ne accorga, è un dramma che in tanti vivono -o hanno vissuto- sulla propria pelle.
Il cast è azzeccato, i personaggi prendono forma e colore grazie alle interpretazioni, Elena, Giulia e Daniele sono tre persone comuni, ognuna con i propri drammi interiori, con le proprie fratture. I parallelismi tra il bene ed il male, tra i bambini felici e quelli rinchiusi sono il fiore all’occhiello di Non mi lasciare perché fanno percepire quanto la realtà che viviamo possa cambiare da un momento all’altro e quanto dovremmo sentirci fortunati a vivere una vita considerata “normale”. La spiegazione del titolo è semplicemente perfetta e le scene finali sono la miglior chiusura possibile.
Serie promossa e sicuramente caldamente consigliata!
E voi cosa ne pensate? Avete visto Non mi lasciare? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria
Consigliata sicuramente, però chi la guarda deve aspettarsi che guarderà un prodotto che tratta una tematica difficile, messa in scena in modo delicato e sensibile, magari senza essere cinici all’ennesima potenza, ma comunque senza indorare la pillola.
La vera protagonista devo dire che è Venezia, che è molto lontana dall’immagine idilliaca di città romantica a cui spesso in molti pensano. E’ una Venezia noir, ombrosa, scura. Senza Venezia anche i protagonisti forse sarebbero meno efficaci.
Ci hanno risparmiato il solito triangolo, sarebbe stato fuori luogo e non solo perché Elena ha ben altri dolori che pensare ad un primo amore che si è sposato con la migliore amica e anche visto che Giulia e Daniele hanno tre figli praticamente, ma perché avrebbe svilito la trama.
Particolarmente interessanti le allucinazioni/le visioni di Elena e di suo figlio Diego. A me piace pensare che la facesse sentire protetta sentirlo vicino: era una sua proiezione mentale. Quei bambini erano un po’ tutti i suoi figli e trovarli voleva dire dare un senso alla morte di suo figlio ed elaborare finalmente il lutto.
La Puccini è molto cresciuta come attrice devo dire: sono lontani anni luce i tempi delle eroine romantiche perfette di Rivombrosa. La Felberbaum che pure mi piace molto forse dovrebbe optare più spesso per interpretare ruoli più drammatici e non interpretare solo ruoli comici.
Assolutamente sì, è per quello che l’ho definita “disturbante ma necessaria”, non è una fiction leggera sicuramente, è quanto di più lontano possa esserci da una fiction leggera.
Lo credo anche io, Venezia muove le acque (in tutti i sensi e per tutti).
Il triangolo era la cosa che temevo di più dopo aver visto l’anteprima della prima puntata ma, per fortuna, ce l’hanno risparmiato e hanno (giustamente) preferito puntare sulla difficoltà dei rapporti umani che ripartono dopo vent’anni di lontananza.
Diego era sicuramente una proiezione di Elena ed era il motivo per il quale lei indagava con così tanta energia e sete di giustizia. Le visioni degli altri bambini poi sono state gestite veramente bene, ognuno di loro rappresentava una piccola crepa di Elena e fare giustizia era l’unico modo per sanarla e per lasciar finalmente andare i fantasmi del passato. Elena è finalmente libera adesso, dopo aver fatto giustizia ed aver preso i colpevoli.
Personalmente l’ho molto apprezzata, ha dato ad Elena spessore e corpo, ci si è calata all’interno senza toglierle nulla ma anzi aggiungendo qualcosa.
In realtà hanno accennato al triangolo, ma credo solo perché volessero un legame abbastanza profondo da unire queste tre persone. In fin dei conti Elena quando torna è a tutti gli effetti un’estranea per Daniele e Giulia e anche per tutte le altre persone con cui lavora. Che cosa provasse Daniele per lei non si è mai capito davvero in effetti…
Giulia sembrava tanto una seconda scelta, anche se con tre figli, ma sempre una seconda scelta, eppure lui non sembrava stare male con lei. Credo che una parte di lui comunque non l’avesse mai dimenticata, essendo poi le due così diverse. Forse era più forte il legame di amicizia tra le due donne del fatto che c’era un uomo di mezzo. E per una volta tanto che emerga di più l’amicizia (che è una delle forme più alte d’amore) che l’amore romantico con tanto di tradimenti è meglio.
Devo dire non sicuramente un personaggio solare Elena, determinata ma molto ombrosa fino alla fine e inquieta.
Secondo me la faceva sentire serena la presenza del figlio accanto a lei in qualche modo.
Vero, però per fortuna poi hanno giustamente fatto prevalere altro. Credo anche io che il legame tra Giulia ed Elena fosse qualcosa di molto più alto rispetto all’amore tra Giulia e Daniele o tra Elena e Daniele nel passato (anche se non è mai stato definito bene, soprattutto da parte di lui). Il legame tra le due donne è stato sviluppato bene, anche grazie ai ricordi del passato siamo proprio entrati in contatto con quel rapporto così profondo e radicato.
Elena sicuramente è un personaggio molto complicato perché molto vero, Diego le dava maggiore sicurezza, sentirlo al suo fianco (anche solo grazie alla sua stessa immaginazione) era forse anche un modo per fare qualcosa con lui, per portarlo con sé, per non trascurarlo -cosa che lei pensa fortemente di aver fatto quattro anni prima quando non ha sentito la sua chiamata.
Forse perché del trio Daniele è il personaggio meno delineato. Devo dire che non mi ha colpito davvero, non mi è rimasto impresso. Quello che rimane impresso sono più queste due donne molto diverse tra loro, ma molto legate. Credo che sarebbe infatti riduttivo per loro ridurle ad essere definite solo dall’uomo in comune.
Non si è capito nemmeno perché Elena se ne era andata vent’anni prima. Diciamo che forse Giulia non era una tappabuchi come è tipico in molte serie televisive, ma nemmeno una prima scelta, ma se stava bene a lei.
Anche il gesto di Elena di mettersi i capelli dietro alle orecchie per concentrarsi…
Sicuramente è così, nulla di lui mi ha particolarmente colpita.
Esatto, il fatto che lei se ne sia andata vent’anni prima è rimasto oscuro, è stato solo accennato che erano appunto passati vent’anni dall’ultima volta ma non si è capito perché proprio venti.
Giulia inizialmente sembrava a tutti gli effetti una tappabuchi però non sapendo come si è evoluto il rapporto tra lei e Daniele dopo che Elena se ne è andata da Venezia, credo che gli elementi a nostra disposizione per capire effettivamente il rapporto Giulia-Daniele siano troppo pochi.
Secondo una teoria (che condivido), il fatto che si mettesse i capelli dietro le orecchie le serviva anche per non perdersi i rumori come aveva invece fatto quattro anni prima con la suoneria del telefono quando Diego l’aveva chiamata.
Si anche io ho letto quella teoria e la condivido anche io: come a non perdere mai la concentrazione e a stare sempre all’erta cosicché non le sfuggisse nulla. Elena in effetti è un personaggio che vive di ossimori secondo me: estremamente professionale, determinata e competente ma con un approccio al limite dell’ossessione e della poca lucidità. Vive di contrasti sicuramente.
Si Daniele è un personaggio che personalmente trovo amorfo, sicuramente un uomo non con così tanto carisma.
Si troppi pochi elementi per capire le dinamiche.
Anche se nella prima puntata la canzone di Daniele e Elena con Giulia e i figli che tornano a casa la diceva lunga, per me è un grosso no. La moglie scelta perché in effetti una donna molto materna e dolce, la donna con cui creare famiglia, ma sicuramente lui nel profondo del suo cuore era rimasto legato a Elena: questa era la mia interpretazione.
Come a dire che le amava entrambe anche se in modo diverso. In fondo Giulia forse è una molto più risolta e meno complessa e più adatta a stare con un uomo tutto sommato semplice come lui, mentre Elena, non a caso la protagonista, era complessa.
Io pensavo che la “talpa” fosse il procuratore e invece il capo di lei. E comunque non mi avrebbe sorpresa una colpevolezza di Daniele.
In Elena ci sono sicuramente tantissimi contrasti, è un personaggio vero.
Il momento della canzone grandissimo no, concordo in pieno, anche se in qualche modo è stato l’unico segnale grazie a cui abbiamo capito che Daniele era intimamente ancora legato ad Elena nella sua immaginazione; devo essere sincera e dire che da parte di Elena non ho mai percepito davvero qualcosa in quel senso, lei sembrava aver proprio sepolto tutto ciò che riguardava il suo passato lì.
Giulia, alla fine, è la donna “perfetta”, ha molte meno rotture di Elena (o almeno così ci hanno fatto pensare), è una brava madre, è la donna giusta per la famiglia.
Io ho sospettato di Serena dal promo in cui lei diceva ad Elena che Daniele era coinvolto anche se non mi era chiaro che cosa potesse aver fatto Serena all’interno della rete. Personalmente Daniele l’ho sempre visto talmente tanto marginale, poco definito che non ho mai pensato potesse essere coinvolto.
Si che poi se ci pensi Elena interagiva con loro come interagiscono molti di noi con persone che magari non vediamo da anni, parenti o amici, che credono di conoscerci e poi magari gli fai capire “Tu conosci quella che ero tutti quegli anni fa, non quella di ora”. Elena era così con loro, di fatto gli ha fatto spesso capire che loro conoscevano la Elena di 20 anni prima prima, ma quella di ora no…La confidenza era poca per motivi ovvi…
Infatti da parte di Elena segnali no, era troppo concentrata e fossilizzata sulla sua missione e sul suo lavoro e anche sul suo dolore. Era andata avanti quando se ne era andata da Venezia e quello che aveva lasciato a Venezia era rimasto a Venezia per lei.
Si diciamo che Giulia era sicuramente la donna fatta per la famiglia, molto angelo del focolare; anche se Elena era così a causa dei suoi dolori e non solo a causa del carattere sicuramente meno portato ad aprirsi.
E’ per questo che ho pensato a lui: a volte certi personaggi indefiniti pensano di definirli facendoli risultare cattivi.
Elena torna a Venezia solo per il lavoro, infatti è anche quello che la porta ad essere in qualche modo “distante” nei modi, Daniele alle volte magari voleva provare ad approcciare in altri sensi ma lei non gliene ha mai (giustamente) dato modo. Anche in questo sta il fascino di Elena, è una donna che si dona in modo pieno al lavoro, che si sacrifica per la verità, che cerca i colpevoli incessantemente, anche per suo figlio.
Sicuramente senza il dolore del figlio perso in modo veramente tragico, Elena poteva essere una persona diversa ma credo che a livello di calore non avrebbe mai raggiunto Giulia -non è sicuramente una gara e, anzi, le loro diversità le rendono ancora più vere.
L’ho pensato mentre stavo scrivendo, infatti volevo aggiungere che se l’avessero fatto, sarebbe stato un comportamento completamente out of character, messo lì esclusivamente per dare corpo in modo deciso ad un personaggio che non l’ha mai avuto.
Si infatti, Giulia è una mamma che fa anche la poliziotta ma è prima di tutto madre; Elena è una poliziotta che è anche madre o che comunque vive la maternità in modo totalmente diverso. E’ totalmente votata al lavoro (soprattutto a quell’indagine, perché dopo troverà pace) e questo ha comportato delle rinunce e dei fallimenti (parlo anche del suo matrimonio). Credo che Daniele più che altro in certi altri momenti volesse sapere anche come era stata la sua vita in quegli anni, in fondo voleva una risposta per essere stato mollato e li – e dico solo li – forse ne avrebbe avuto diritto, però lei non si concedeva, nè con lui né con nessun altro.
Si sarebbe stata una scelta out of character un po’ come un vero e proprio tradimento. Con il terzo figlio in arrivo e con l’argomento trattato, svilire tutto con le corna ma anche no.
Sì, sicuramente Daniele avrebbe voluto sapere di più su Elena in generale -e non nego che un po’ l’avrei voluto anche io-, su quei vent’anni. Credo anche io ne avesse tutto il diritto (o almeno sembrava averlo per come ci sono stati presentati i fatti).
Esatto! E sono felice che non abbiano inserito nessuna delle due cose, Daniele non ha molta definizione ma almeno tutto ciò che fa è lineare, magari l’idea di un bacio ad Elena gli passa per la testa ma poi non succede nulla ed è più che giusto così, il triangolo avrebbe svilito tutto e tutti.
Credo che il diritto di Daniele fosse quello dello spettatore in generale visto che nella presentazione della serie questa cosa del ritorno a Venezia viene accentuata come a dire che ci fosse qualcosa di grosso in quella fuga, invece di fatto non abbiamo saputo nulla e questa è una mancanza della fiction, forse come ne La sposa, sfugge sempre qualcosa a chi scrive da raccontare.
Il centro della trama era più che altro l’indagine e attraverso l’indagine venivano approfonditi gli investigatori.
Infatti io la fuga da Venezia l’avevo vista come una fuga da Daniele perché lei era rimasta incinta, mi ero fatta addirittura i conti e tornavano pure perché lei diceva che suo figlio nel presente aveva 13/14 anni (ma avevamo capito che era morto perché non si toccavano mai e perché nessuno li aveva effettivamente incrociati assieme in quella passeggiata per Venezia, quindi gli anni erano rimasti congelati al momento della morte), in più indagava da sette anni e 13 + 7 fa proprio venti, quindi inizialmente l’avevo pensata come se Diego fosse la prima vittima della rete.
Esatto, e alla fine è stato più che giusto così.