Ciao ragazzi! L’altro giorno ho partecipato ad un seminario di Storia Moderna presentato dal professore Vittorio Frajese che ha spiegato un’interessante lezione su come capire un testo e contestualizzarlo. Per darci una dimostrazione, abbiamo analizzato un’opera di Paolo Sarpi e sono rimasta a bocca aperta dal risultato ottenuto.

Penso che questa esperienza sia stata molto interessante e soprattutto d’insegnamento, quindi ho deciso di condividere con voi i miei appunti della lezione.

Buona Lettura!

 


Alla controriforma nessuno stato italiano fa resistenza tranne Venezia che con due leggi vuole limitare la proprietà ecclesiastica subordinandola all’approvazione di Stato. Inoltre in quel periodo ci sono due chierici accusati di stupro.
Paolo V cerca di far eliminare queste due leggi e di far riabilitare i due chierici ma Venezia si affida all’intervento di Paolo Sarpi per controbattere a questo evento.

Paolo Sarpi (Venezia, 14 agosto 1552 – Venezia, 15 gennaio 1623) è stato un religioso, teologo, storico e scienziato italiano, appartenente all’Ordine dei Servi di Maria. Teologo, astronomo, matematico, fisico, anatomista, letterato e storico, fu tanto versato in molteplici campi dello scibile umano da essere definito da Girolamo Fabrici d’Acquapendente «Oracolo del secolo»
Autore della celebre Istoria del Concilio tridentino, subito messa all’Indice, fu fermo oppositore del centralismo monarchico della Chiesa cattolica, difendendo le prerogative della Repubblica veneziana, colpita dall’interdetto emanato da Paolo V. Rifiutò di presentarsi di fronte all’Inquisizione romana che intendeva processarlo e subì un grave attentato che si sospettò essere stato organizzato dalla Curia romana, “agnosco stilum Curiae romanae”, che negò tuttavia ogni responsabilità.

Sarpi è un personaggio molto interessante: era un eterodosso clandestino che aveva fondato un’accademia segreta in cui si parlava di filosofia, con teorie sulla morte dell’anima.

Un libro cifrato

Gli studiosi di Sarpi, fra cui Gaetano Cozzi cercano di capire che personalità abbia avuto Sarpi: essendo un religioso, pubblicamente si comportava da cattolico, ma nei carteggi da protestante. Questo è il ritratto che in superficie si riesce a ricostruire di lui. Cozzi, nei suoi studi, premise di aver lavorato su due opere inedite di Sarpi da lui ritrovate, fra cui “i pensieri medico morali”  e “i pensieri sulla religione” (testo di critica della religione in toto). Cercò quindi di capire cosa ci fosse dietro il primo libro, ma per farlo bisogna cercare di analizzare il contesto in cui era immerso Sarpi, poiché “I pensieri medico morali” è un testo molto difficilmente comprensibile.

Il professor Vittorio Frajese precisa che per capire in libro apparentemente indecifrabile sono indispensabili tre cose:

 

-Una lettura attenta

-Attenzione alla dimensione materiale del manoscritto

-Un’attenzione molto insistente del contesto

 

Applicando questi principi si può arrivare a rivelare il significato del manoscritto.

Tutti i manoscritti di Sarpi si trovano in luoghi pubblici, come archivi, musei e questo libro “pensieri medico morali” sta a casa del Doge, Donati delle Rose.  Questo libro ha delle caratteristiche precise. Cozzi si è accorto che Sarpi, oltre a scrivere testi pubblici ha scritto anche testi privati e segreti, tra cui questo libro, che è l’unico scritto dando del tu, come se si dovesse dare un’istruzione a qualcuno. Potrebbe essere davvero così, oppure il tu sarebbe un artificio letterario per un pubblico più ampio. E’ certo però che sta scrivendo un’istruzione come se la stesse dando a qualcuno.

Ritrovandosi a casa del Doge, si potrebbe pensare che siano delle istruzioni per il doge.

“il fine dell’uomo è la tranquillità dell’animo, che si raggiunge attraverso la propria comprensione personale”

Questo libro è molto strano, le parole cibo e medicina, ad esempio, sono cifrate, cioè vogliono dire altro. Il testo comincia con una teoria morale e poi si sfrangia. I piaceri sono un mezzo per raggiungere la tranquillità:

“Se i piaceri sono semplici e facili e si raggiunge facilmente la tranquillità, allora sei una persona semplice e secondo natura. Se i piaceri per farti raggiungere la tranquillità sono eccessivi, esagerati e difficilmente raggiungi la tranquillità, allora hai un animo malato”

“Ma se le passioni tue sono incontentabili e non raggiungi il piacere, se quelle voluttà che adoperi non restituiscono lo stato tuo, se le inclinazioni vanno con troppo impeto e per conseguente trapassano di molto, hai un morbo naturale che impedisce l’operazione cata-fisica, secondo natura.”

“Se si ha un morbo va curato e per curare il morbo è utile avere qualcuno vicino che abbia avuto il tuo stesso morbo e l’abbia superato.”

Leggendo un altro passo, sta parlando di Eros e dice di non seguire le istruzioni della teologia morale corrente che impone di reprimere le fantasie erotiche, ma consiglia di lasciarle andare. Questa è un’accademia abbastanza strana, se poi pensiamo che non sappiamo quando questo libro è stato scritto, potrebbe datarsi anche al periodo precedente all’interdetto in cui Sarpi era cavaliere dell’ordine di Maria. Quindi una figura del genere che dice di lasciarsi andare ai piaceri! Davvero strano!

“Non si avrà orrore di rubare, fornicare e commettere sacrilegio”

Secondo un altro passo, Sarpi dice di non cercare di essere troppo retto per impressionare gli altri, perché è un vizio il coltivare troppo la virtù.

Riguardo la comunicazione dice di non curarsi di comunicare con l’esterno, con la gente comune. Da questo capiamo molto di Sarpi: secondo lui all’esterno si può dire anche ciò che non si pensa, ma la verità deve rimanere esoterica, per un gruppo ristretto. La verità non è per molti.

Non avere paura di rubare è una verità non comunicabile, ad esempio, e questo genere di cose secondo Sarpi non possono essere dette al pubblico, alla gente comune, perché non le capirebbe.

All’esterno bisognare dire quello che dicono tutti, la verità si dice solo a persone ristrette. Anzi, suggerisce persino di non curarsi di far sapere agli altri che volto si abbia, suggerisce di indossare una maschera. La società che descrive porta la maschera.

Contesto storico

Quando ci fu l’interdetto a Venezia , Scipione Borghese, mise tutti i teologi italici sotto osservazione per trovare delle falle. Il sistema spionistico di Paolo V fa veramente impressione in quanto riuscì ad entrare persino nella camera da letto di Sarpi (tutto il materiale relativo allo spionaggio si trova nell’archivio segreto del vaticano).

Quando Scipione Borghese voleva trovare gli eretici o i disordinati morali, faceva esaminare chiunque, perché secondo lui se sei contro la riforma devi per forza essere eretico o disordinato moralmente.
Secondo Scipione, Sarpi aveva per forza qualcosa. La relazione Vita et Moribus, il tipo di documento con cui si riesce a stroncare qualsiasi informazione, su Sarpi non è efficace: non riescono a trovare niente su di lui, secondo le spie papali, Sarpi conduce una visa santa. Sarpi e i membri del suo ordine erano così bravi da non far trapelare nulla al pubblico.

Gli attentati a Sarpi e la lettera a Padoar

Borghese cercò di far ammazzare Sarpi due volte: una volta su un ponte e un’altra l’anno successivo, con un frate servita di Perugia, mandato inizialmente con l’incarico di spiarlo e rubargli i manoscritti personali che teneva sotto nel cassetto.

La missione di spionaggio voluta da Scipione Borghese e compiuta dal frate Graziani, diventa una missione per uccidere Sarpi. Per raggiungere il suo scopo, il frate si avvicina a Bonfini, il segretario di Sarpi, per farsi aiutare. Secondo la relazione di Graziani, inizialmente si voleva provare ad avvelenarlo, ma siccome era anoressico e rifiutava di mangiare come fioretto, si opta per fare una copia delle chiavi della sua stanza e mandare due sicari.

Graziani però viene scoperto, e quando lo minacciano di impiccarlo confessa tutto, dicendo però che il mandate era Bonfini, incaricato dal papa. Infine Graziani farà una relazione su Sarpi dicendo che Bonfini e Micanzio erano i suoi amanti, perché Sarpi in realtà era omosessuale.

Di questa relazione probabilmente ci sono cose vere e cose false, ma almeno sul punto dell’omosessualità non c’è menzogna, perché anche Micanzio, in un documento pubblico in cui difende Sarpi, dice che Sarpi era un santo, ma nonostante questo si sofferma per confermare che era omosessuale e veniva chiamato “La Sposa”. Inoltre Micanzio aggiunge che Scipione Borghese e tutti i suoi sottoposti, erano della stessa natura di Sarpi.
Solitamente in un testo ufficiale per quel tempo, dire di essere omosessuale e difendere l’omosessualità è impensabile! Ma allora perché Micanzio non si fece problemi a dichiararlo?

Inoltre a Giacomo Padoar, un celebre omosessuale dell’epoca, una settimana dopo l’arresto di Bonfini, viene inviata una lettera in cui Sarpi gli dice che anche se sa che lui (Padoar) è un omosessuale abbastanza riluttante a curarsi, Sarpi gli suggerisce che è utile sanarsi operando con pazienza il suo animo. Dalle parole nella lettera si capisce però che, dopo aver scoperto che il suo amante (Bonfini) lo ha tradito e ha cercato di ammazzarlo, Sarpi è stressato, vorrebbe morire e ormai si ritrova solo e senza nessuno. Sta vivendo una crisi sentimentale.

La dottrina morale segreta

Questo ci da degli elementi in più per capire meglio il testo che stavamo leggendo: Sarpi ha creato una dottrina morale dal punto di vista dell’accezione omosessuale, che dice che la legge naturale non esiste. Il comportamento secondo natura non obbedisce alla legge naturale, perché ogni individuo ha una sua complessione individuale. Muoversi secondo natura non significa obbedire alle leggi naturali, ma restaurare il proprio animo in maniera semplice e non eccessiva.

Quindi secondo Sarpi si è contro natura solo se per stare tranquilli bisogna fare gesti eclatanti. Questa è una teoria che va bene soprattutto per giustificare l’atteggiamento omosessuale, ma anche per gli altri, basta pensare all’eroica amicizia fra Barbarico e Trevisano ha occupato tutto il dibattito del 600.

Martina, studioso delle carte contro il reato di sodomia, esamina la legislazione concludendo che c’è stata nella prima metà del 1600 veneziano, una depenalizzazione, decriminalizzazione dell’omosessualità.
Siamo finiti quindi da un testo incomprensibile a ritrovarsi in una forte campagna letteraria a favore dell’omosessualità e ben riuscita.

La teoria dello spazio privato

Tra i tentativi di distaccarsi dal papato, a Venezia ci fu anche il tentativo di promuovere una chiesa di tipo anglicano in cui il patriarca, il doge, avrebbe preso il posto del papa. E vediamo che Micanzio, a dimostrazione che la causa omosessuale aveva ottenuto molto terreno, in una difesa pubblica, non si permette di parlare della chiesa indipendente di Venezia, ma non si fa problemi a dire che Sarpi veniva chiamata “La sposa” ed era anche omosessuale.

La politica di Sarpi, pià in generale, fu quella di depenalizzare lo spazio privato. Sarpi, un frate, è un teorico del segreto, è un teorico dello spazio privato, che lo spazio privato sia intoccabile. Secondo lui in pubblico non si può dare scandalo ma nel privato si può fare quello che vuole.

Fondamentalmente Sarpi è contro l’inquisizione, vorrebbe abolirla in quanto l’inquisizione ovviamente entra nello spazio privato e viola il principio di libertà del privato. Nonostante questo, gli scontri con Roma si fanno così forti che pur di evitare un’invasione spagnola a supporto del Papa, anche i filosarpiani decidono di scendere a patti con Roma e ritornare sui loro passi. Quindi alla fine Sarpi non conclude niente.

La parola scandalo è decisiva per Sarpi, ognuno può fare quello che vuole basta non fare scandalo e non eccedere.  Questo concetto ci porta al concetto di Stato: c’è necessità di uno stato, di statalizzare l’Italia per trasferire al civile tutti i reati di tipo morale che la chiesa non accettava, ma che uno stato avrebbe tollerato perché finchè non si danneggia il prossimo e non si da scandalo, lo Stato non condanna l’individuo.

Il pensiero di Sarpi è molto moderno, perché immagina uno schema statale che esclude la religione.

Cosa ne pensate?

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Written by

Sara

Artista. Classe 1998. La big delle sette sorelle Greffi.
○ Fondatrice del blog Sara Scrive e manager della @Scrive_Squad
○ Content creator
○ Condivido la mia passione per l'arte e tutto ciò che sembra uscito da un film