Eccoci con una nuova recensione di un cortometraggio in cui figura Lino Guanciale. Il corto che recensiremo si intitola Pepitas ed ha vinto numerosi premi; la regia è di Alessandro Sampaoli.
Trama
Andrea (Lino Guanciale) ha già più di 30 anni ma vive ancora con la mamma e la nonna ipovedente (Ariella Reggio) e cerca di fare di tutto pur di nascondere la sua vera identità. La nonna, però, è sempre la nonna e riesce a percepire qualunque cosa passi per la testa del nipote.
Commento
Di seguito potrete trovare i nostri commenti su Pepitas e, se l’avete visto, ricordatevi di dirci cosa ne pensate qui sotto nei commenti o sui vostri social utilizzando l’hashtag #ILavoriDiLinoGuanciale! Buona lettura!
Pepitas è un cortometraggio che consiglio davvero col cuore e con l’anima. È una storia di 8 minuti che riesce a sorprendere e a commuovere. Con protagonista Lino Guanciale, una nonna e suo nipote stanno in casa e lui deve prepararle la cena. Lei si annoia terribilmente perché fa sempre le stesse cose ma la cosa positiva è che suo nipote, nonostante la fretta di doversi esibire per uno spettacolo teatrale, la porta con sé dopo la richiesta di lei di farle vedere qualcosa di nuovo. Vedere con gli occhi sgranati perché la vista sta calando. E allora ecco che tutto ha senso: ciò che non doveva essere visto, viene svelato. Lo spettacolo non tratta canzoni della musica italiana ma elogia l’amore omosessuale, il sentirsi donna nel corpo di un uomo e la nonnina dolce del corto sa bene che si possono captare certi segnali anche con il solo udito o con la potenza delle sensazioni. Nonna e nipote, in uno spettacolo di travestimenti e trasformazioni, riescono ad avvicinarsi e a celebrare tante forme d’amore in un modo puro, diretto e senza troppe parole.
Consiglio la visione del corto a chi avendo paura di uscire dal proprio corpo, reprime la sua vera essenza. Non solo ciò è dannoso ma è anche crudele verso se stessi poiché in questo modo non ci si dona amore bensì ci si rifiuta e si permette al mondo di rifiutarci. Amarsi va oltre ogni stereotipo e accettare ciò che si è permette anche agli altri di vederlo e di comprenderlo.
Teresa
Pepitas -recensito anche qui da me- è un corto che, alla base, ha il rapporto tra una nonna ed un nipote, un rapporto fatto soprattutto di non detti ma di intuizioni della nonna. Lei è il caposaldo nella vita del nipote, c’è sempre per lui e la carezza diventa l’emblema del suo esserci, del suo camminare con il pensiero a fianco di Andrea -un più che buono Lino Guanciale-. E la carezza rappresenta anche un virtuale abbraccio a tutti coloro che si trovano in una situazione simile, a coloro che non si sentono loro stessə nel loro corpo e che vorrebbero essere diversə.
La nonna di Pepitas -una straordinaria Ariella Reggio, perfettamente calata nel ruolo- capisce, accoglie, accompagna, non condanna mai e fa quello che tutti dovrebbero fare: vede Andrea per quello che è, non nega nulla e non accenna nemmeno a volerlo fare. Il corto apre una porta su un mondo che esiste e che non dovrebbe mai essere bollato come “diverso” perché è una sfumatura delle tantissime presenti nello stesso mondo in cui vivono tutti. Il bello di Pepitas sta proprio nella comprensione del non detto, nell’abbraccio a tutto il mondo in tutte le sue sfumature. È un corto che dovrebbe essere visto da tutti perché in pochissimi minuti condensa quella che dovrebbe essere la realtà, invece che -troppo spesso- solo un’utopica finzione.
Ilaria
Ringrazio Teresa per aver aderito nuovamente con gioia al progetto. Voi avete visto Pepitas? Cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti!