In questo terzo e ultimo articolo su Stanley Kubrick analizzeremo “The Shining”, la prova del regista nel genere Horror. Il film presenta diversi piani di lettura e proveremo a sviscerare ogni singolo aspetto della pellicola utilizzando varie interpretazioni.

 

La prima di queste interpretazioni è ovviamente quella letterale del film, Jack Torrance, un aspirante scrittore, trova lavoro all’Overlook Hotel, un albergo in alta montagna. Si trasferisce con la famiglia composta da Wendy e Danny e i tre passeranno l’inverno isolati dal mondo, il lavoro che Jack ha accettato è infatti quello di custode per la stagione invernale. L’hotel però crea nei tre delle reazioni e visioni che spingono alla pazzia Jack il quale tenterà di eliminare la sua famiglia esattamente come fece, prima di lui, il custode Mr. Grady. Storia semplice ma ricca di spunti interessanti. Iniziamo dal fatto che questo Horror, al contrario di praticamente tutte le produzioni del genere mostra l’orrore alla luce. Non c’è l’oscurità, le presenze sono visibili, ben illuminate e tangibili. Quello che però fa più paura in questo film non sono le presenze, non è la cascata di sangue, non sono le gemelle: è Jack. Jack che dovrebbe proteggere la sua famiglia diventa una figura di abuso, di violenza e di repressione, aspetti che analizzeremo in seguito. Shining è quindi un horror atipico che con i suoi colori e le sue luci riesce a colpire lo spettatore che capisce che spesso ciò che vediamo è molto più pericoloso di ciò che non vediamo, che alla luce del giorno si nascondono le più terribili nefandezze. Un altro aspetto che rende questo horror diverso e, nell’inconscio, inquietante è il fatto che l’ambiente cambi in continuazione. Noi non ce ne rendiamo conto ma il nostro cervello registra questi cambiamenti e ci invita a non fidarci di ciò che vediamo. Un esempio è il tappeto che cambia mentre Danny sta giocando.

 

Il secondo livello di interpretazione che possiamo dare al film è quello in cui Jack ha abusato di suo figlio. Se facciamo caso alla scena della vasca in cui una giovane donna nuda bacia Jack per poi trasformarsi in un’anziana in decomposizione, notiamo che la stessa scena è vissuta sia da Jack in prima persona sia da Danny tramite lo “shining”, o luccicanza, il potere telepatico di cui il bambino è dotato. Ora, questo aspetto potrebbe rappresentare il momento in cui Jack abusa sessualmente di suo figlio, cosa che inizialmente trova piacevole ma poi, rendendosene conto, realizza che è disgustosa. La smorfia di dolore di Danny e lo shock dal quale è colpito sembrerebbero proprio questo, le reazioni ad una violenza. Una altro indizio di ciò potrebbe essere la rivista che Jack legge nella hall dell’hotel mentre aspetta di essere accompagnato per le istruzioni di lavoro. La rivista è Play Girl, un magazine in cui comparivano modelli seminudi, in pratica un Play Boy per donne e che aveva anche un vasto pubblico omosessuale. Quel numero della rivista, in particolare, aveva in copertina il titolo di un articolo che recitava “Incesto: perché i genitori dormono con i loro bambini”. Un indizio chiarissimo.

La violenza però non è subita esclusivamente da Danny, anche Wendy ne è vittima. Jack con le altre persone è garbato e mai violento mentre all’interno della sua famiglia è un despota inquietante e assolutamente inutile e dannoso. Wendy si occupa di tutto, Jack non fa nemmeno il lavoro per il quale è pagato, lascia che sia la moglie a occuparsi delle caldaie. Questo atteggiamento tipico dell’abusante fa scattare in Wendy la sindrome della crocerossina: posso cambiarlo. No, cara Wendy, non puoi.
L’alcool è un altro problema che affligge la famiglia, come spesso accade nella realtà. Jack è anche alcolizzato e ammette di aver fatto del male al proprio figlio rompendogli un braccio ma immediatamente dopo si giustifica, altro atteggiamento tipico di chi abusa.
Inoltre Jack è in continuo regresso verso l’infanzia. Parte dall’essere un capofamiglia che trova un lavoro, passa per una fase in cui è svogliato e non fa altro che giocare ed arriva a mimare i cartoni animati con la celebre frase “sono il lupo cattivo”. Teme l’età adulta “All work and no play makes jack a dull boy” cioè “Tutto lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato”. Ragazzo, non uomo.
Ha paura della vita coniugale, la vuole eliminare, la frase “Wendy, sono a casa!” mentre brandisce l’accetta è emblematico di ciò. La stessa scena dello sfondamento della porta con la macchina da presa che inquadra in parallelo l’accetta e Wendy fa pensare ad una violenza sessuale.
Il quadro è quindi completo, Jack è un violento che fa della sua famiglia lo sfogo per non restare solo al mondo, è un fallito e infatti l’unico lavoro che ottiene è lontano dalla società, isolato da tutti.

 

Terzo livello di interpretazione: L’hotel è l’America e il film è la sua nascita. Basti guardare il direttore Ullman e il suo ufficio per rendersi conto di questo. Il direttore assomiglia a Kennedy, sul suo tavolo si trova una piccola bandiera americana e lui dirige l’hotel proprio come il presidente degli Stati Uniti governa su di essi. Allora chi è Jack? E Wendy e Danny?
Come nel libro di Stephen King anche nella pellicola di Kubrick l’Overlook Hotel sorge su un antico cimitero indiano. La cultura indiana è ampiamente rappresentata negli ambienti, basti pensare alla sala detta “Colorado Lounge” dove Jack scrive.

Anche gli abiti di Wendy hanno un’evoluzione. Mentre a casa indossa abiti moderni lentamente il suo look prende la forma di quello indiano. L’Overlook Hotel quindi è l’America, fondata sul sangue degli indiani (Wendy) che l’americano conquistatore (Jack) ha sterminato lasciando soltanto piccole tracce (Danny). Inoltre c’è una sorta di razzismo di Jack rivolto verso Halloran, il cuoco afroamericano che possiede, come Danny, lo Shining.

Un ultimo aspetto potrebbe essere un parallelismo con l’Olocausto. L’Overlook Hotel sarebbe la Germania nazista, dall’esterno il mondo faceva Overlook, guardava oltre, trascurava ma sapeva benissimo che qualcosa stava accadendo. La cascata di sangue potrebbe rappresentare il sangue versato in questo genocidio e in quello degli indiani a seconda dell’interpretazione. Jack scrive con una macchina da scrivere tedesca, Danny indossa una felpa dell’Apollo, resa possibile proprio dallo scienziato nazista Wernher von Braun, trasferitosi negli Stati Uniti, molto spesso compaiono immagini dell’aquila, simbolo del Reich.

 

Si potrebbero anche trovare significati satanici che mostrerebbero come Jack abbia siglato un patto con il diavolo, l’immagine finale in cui Jack compare nella foto del 1921 tenendo una posa identica a quella delle rappresentazioni di Satana sarebbe solo la conferma.

Ognuno potrebbe trovare diverse chiavi di lettura di questo grandioso capolavoro, un film che è un misto di forma e di sostanza calibrato alla perfezione, con delle interpretazioni straordinarie e una regia perfetta, una colonna sonora memorabile e scene indimenticabili.

 

 

Lorenzo

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Lorenzo

Sono un grande appassionato di Cinema, soprattutto pellicole horror. Adoro anche il cinema classico e tutto ciò che non è mainstream. Sono anche un appassionato di videogiochi e serie Tv. Amo leggere e vado matto per Stephen King e Bruce Springsteen.