Presto torneranno i giorni belli, e io ricomincerò a occuparmi di frutteti in fiore

 

 

Il 23 dicembre 1888 Van Gogh, in seguito a una lite con l’amico Paul Gauguin, si mozza con un rasoio l’orecchio sinistro. In molti ritengono che questo gesto sia legato al fatto che la loro convivenza ad Arles fosse molto conflittuale. I due litigavano su tutto e Van Gogh soffriva sempre più di disturbi nervosi, si ubriacava e diventava una furia per nulla. Quella sera, Van Gogh segue l’amico con un rasoio in mano, e al suo rientro a casa decide di mutilarsi. I fattori che hanno portato al gesto estremo sono stati avvolti nel mistero per anni: molti lo hanno collegato alla sua follia, altri alla rabbia in seguito al litigio, altri ancora teorizzavano che fosse stato Gauguin a ferirlo.

Tutte le ipotesi sono state smentite da Martin Bailey, scrittore, che nel suo libro Studio of the South. Van Gogh in Provence, afferma che la vera causa scatenante è stata la notizia delle nozze del fratello Theo. Quel giorno infatti Vincent ricevette una lettera dal fratello che annunciava il suo fidanzamento con Johanna Bonder. Van Gogh all’epoca era disturbato psicologicamente e preoccupato per diversi motivi in particolare di tipo finanziario, visto che non aveva venduto un quadro e dipendeva economicamente dal fratello. Inoltre, motivo di ansie era anche la paura di perdere il suo sostegno psicologico (potete trovare informazioni sul rapporto dei fratelli nel mio articolo Caro Theo)  

Scena dal film “Van Gogh: sulla soglia dell’eternità”

 

Si era invece sempre ritenuto che Vincent avesse ricevuto la notizia delle imminenti nozze giorni dopo quel gesto.

Non solo il matrimonio con Johanna non ebbe sostanziali ripercussioni sulla relazione tra i due fratelli, ma fu invece proprio la giovanissima signora van Gogh, a soli 29 anni, a rimboccarsi le maniche e a costruire il mito dell’artista e il mito del rapporto tra i due fratelli, costruendo di fatto una importante strategia di accreditamento del lavoro del pittore, attraverso donazioni e mostre. Johanna, rimasta sola e con un bimbo da mantenere nel 1891, quando Theo morì prematuramente di sifilide, solo un anno dopo il suicidio di Vincent, e con 200 opere (al tempo) di nessun valore economico. Si dedicò quindi alla promozione del lavoro dell’artista e alla costruzione del mito, dandosi anche alla traduzione dell’epistolario in lingua inglese e alla sua diffusione.

 

 

E voi lo sapevate?

 

 

 

 

-Aurora

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Aurora

Testa tra le nuvole dal 1998.
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