Ciao a tutti e a tutte! Avevano spento anche la luna è un libro scritto da Ruta Sepetys nel 2011.
Trama
Lina ha solo 15 anni quando, insieme alla madre e al fratello Jonas -più piccolo di lei di cinque anni- scopre l’orrore della deportazione. Non quella nei campi di concentramento, riservata da Hitler agli ebrei, ma quella operata dall’Unione Sovietica a scapito di moltissimi uomini, donne e bambini di Estonia, Lituania e Lettonia. Un viaggio lungo settimane, una deportazione in Siberia lunga anni, una tortura alla quale pochi sopravvivranno. Tra freddo glaciale, buche da scavare, amicizie, litigi e solo tre etti di pane al giorno da mangiare, scopriremo tutti gli orrori che hanno dovuto vivere i deportati.
Commento
Il libro è tratto da più storie vere e, sebbene i personaggi siano inventati, l’autrice ha fatto due viaggi in Lituania e ha conosciuto alcuni sopravvissuti alle deportazioni per rendere più vero possibile il suo racconto. Il libro non è quindi una biografia, o un’autobiografia, è semplicemente il racconto di ciò che hanno dovuto passare estoni, lituani e lettoni nel loro viaggio verso la morte.
Avevano spento anche la luna è stato il primo libro che ho letto di questa scrittrice e sono rimasta piacevolmente colpita dal suo stile di scrittura. Sono abituata a leggere libri con i capitoli molto lunghi e alle volte diventa faticoso concludere la lettura di un capitolo quando si ha poco tempo; questo libro ha, invece, i capitoli molto corti che non fanno altro che aumentare la curiosità e spingere il lettore a proseguire. Tutto, in questo libro, invita a procedere nella lettura e questa è decisamente una cosa positiva. Un altro punto a favore del libro è il fatto che è molto coinvolgente e quindi ci si trova a “vivere” assieme a Lina, a sperare per lei che tutto vada per il verso giusto. Le descrizioni, poi, sono molto ben fatte e permettono al lettore di immaginarsi tutte le scene senza troppa difficoltà.
Ho adorato il personaggio di Lina perché è testarda e determinata, vuole a tutti i costi che i suoi disegni arrivino al padre, vuole lasciarsi tutto alle spalle ma, soprattutto, vuole vivere. Lina non è mai intimorita, non più di tanto, perché la sua voglia di vivere supera tutto: la fame, il freddo e, in un certo senso, supera anche la stessa vita. I Lituani vennero deportati, insieme alle altre popolazioni citate, con il solo scopo di essere uccisi lentamente, quasi consumati da tutti gli eventi. Ma Lina non ha intenzione di farsi abbattere da nulla ed è sicuramente il personaggio più forte, pur avendo solo quindici anni -al momento della deportazione-.
Il particolare del pane è la cosa che più mi ha sconvolta: ovviamente ero a conoscenza del fatto che i deportati avessero pochissimo “cibo” -alle volte brodaglia più che altro- ma tre etti di pane sono pochissimi per una persona costretta a scavare o a tagliare alberi per la maggior parte del giorno. Ho cercato in rete e, sebbene il quantitativo di pane non venga definito così bene, tutti i deportati sopravvissuti parlano di “un pezzetto di pane al giorno”.
SPOILER L’unica vera pecca è il finale. Non mi piacciono particolarmente i libri o i film che lasciano tutto nell’etere, che sospendono la storia quando si avrebbe voglia di leggere pagine e pagine sul “dopo”. FINE SPOILER
Consiglio assolutamente il libro a tutti e, se volete iniziare a saperne di più su queste orribili deportazioni, Avevano spento anche la luna fa decisamente al caso vostro!
E voi cosa ne pensate? Avete letto Avevano spento anche la luna? Scrivetelo nei commenti!
Ilaria