Titolo: A un metro da te
Regista: Justin Baldoni
Anno: 2019
Genere: drammatico, sentimentale
Trama:
Stella Grant è una paziente affetta da fibrosi cistica (FC) che utilizza attivamente i social media per far conoscere agli altri la sua malattia; è una ragazza socievole e passa la maggior parte del suo tempo con Poe, un ragazzo con la sua stessa malattia. Un giorno Stella conosce un altro ragazzo affetto da fibrosi cistica, Will Newman, che si trova in ospedale per una terapia sperimentale, nel tentativo di liberarsi da un’infezione batterica che ha nei polmoni. Stella è determinata a seguire rigorosamente la terapia e decide di aiutare Will a fare altrettanto, per affrontare meglio tale situazione; i due ragazzi cominciano così a conoscersi e cercano progressivamente di passare sempre più tempo tra loro. Tuttavia, soffrendo di fibrosi cistica, i due sono costretti a rimanere distanti due metri l’uno dall’altro per ridurre il rischio di infezioni crociate, ossia infezioni batteriche da altri pazienti con la stessa malattia, che sarebbero potute essere potenzialmente fatali. Con il passare del tempo Stella e Will si innamorano, pur continuando a sentire il peso della loro malattia e i conseguenti limiti a cui sono sottoposti.
A quanto pare le storie d’amore stanno andando molto di moda in questo periodo. Di questo film non c’è molto da dire, la storia è un po’ come Colpa delle Stelle, I passi dell’amore, Io prima di te etc.. In cui la malattia alla fine ha la meglio e riesce a separare i due innamorati, ma A un metro da te riesce ad essere comunque un pelino originale per come si evolvono i protagonisti e le scelte che decidono di percorrere.
Gli attori hanno molta chimica fra di loro e benchè la sceneggiatura e la regia siano piuttosto anonime, il film è piacevole da guardare e riesce a destare l’attenzione di chi guarda. Inoltre, per gusto personale, mi sono un po’ stancata di questo genere di storie romantiche fra persone con una disabilità/malattia che finiscono sempre male… sono felice che almeno in questo film le cose si stiano spostando in una direzione un pochino più speranzosa!
Consiglio la visione per l’interpretazione di Cole Sprouse con l’accoppiata vincente del suo doppiatore Manuel Meli.
Voi cosa ne pensate? L’avete visto al cinema?
Qui Sara Scrive, passo e chiudo!