Quentin Tarantino ha detto che la sua carriera come regista è finita! Possibile?

“Il cinema è un gioco per giovani e io sono della vecchia guardia”. Poche e semplici parole quelle di Quentin Tarantino, con le quali il regista ha fatto sapere che non starà più dietro la macchina da presa. Per un fan di vecchia data come me un fulmine a ciel sereno. Anche se una parte di me non se l’è bevuta sta cosa: sarà che mi rifiuto di crederci, sarà che diceva che avrebbe fatto dieci film e C’era una volta a Hollyood è “solo” il suo nono lungometraggio…

Se tutto ciò fosse vero vorrebbe dire che non ci saranno più capolavori come Pulp Fiction e ciò lascia abbastanza interdetti. Il signor Tarantino non è un personaggio semplice e il suo stile narrativo, violento nelle scene e nel linguaggio, non solo colpisce ma impressiona e a qualcuno fa anche arricciare il naso. Ma è fuor di dubbio che il buon Quentin ami il cinema come pochi altri. E le pellicole che ci ha regalato ne sono la dimostrazione, tra omaggi e citazioni così palesi da sembrare dei veri e propri plagi.

A me che lui citi, plagi o “rubi” (l’ha detto lui stesso, eh)… beh, non me ne frega niente. I suoi sono tra i film che preferisco perchè divertono, intrattengono, appassionano: un ottimo motivo per farmi spendere i soldi per il biglietto del cinema o per il dvd.

E a proposito di film…

Ecco le nove meraviglie di Quentin Tarantino!

C’era una volta a… Hollywood (2019)

Veramente è l’ultima fatica di Tarantino? E’ anche l’unico film del regista che io non abbia visto e non ne so praticamente nulla. E voglio continuare a non saperne niente. Se o quando comprerò il dvd mi dovrò organizzare bene perchè dovrà essere un bel momento, tanto le possibilità di rimanere deluso sono bassine. Vado così, sulla fiducia…

 

The Hateful Eight (2015)

Il film sugli odiosi 8 è controverso (polemiche a non finire per più di un motivo), freddo (fuori c’è un sacco di neve) e crudo (certe scene colpiscono come un pugno). Ed è anche sorprendente perchè quello che inizia come un omaggio ai western finisce per essere un omaggio ai gialli di Agatha Christie. Ovviamente il tutto avviene tra dialoghi pungenti, cazzotti a una donna (le polemiche di cui sopra) e un paio di colpi di scena che ti fanno saltare sulla sedia. Un ulteriore motivo per guardare questa perla? Il cast: la prova di ogni singolo attore è semplicemente sublime.

Django Unchained (2012)

In ogni sua opera Tarantino ha voluto celebrare un genere cinematografico che lo ha colpito. Django Unchained non fa eccezione e ricorda con maestria il western all’italiana, grazie ad un cast eccezionale. Tre nomi su tutti: il protagonista Jamie Foxx, Christoph Waltz (vincitore del suo secono premio Oscar, sempre lavorando con Tarantino) e il terribile, in senso buono, Leonardo DiCaprio (doppiato da Francesco Pezzulli). Menzione a parte per due cammeo: quello di Franco Nero (il Django “originale”) e dello stesso regista, non nuovo ad apparire nei suoi stessi film.

Basta western, è tempo di rivisitare la Seconda Guerra Mondiale…

Bastardi senza gloria (2009)

Uno di quei film che ho apprezzato solo dopo la seconda/terza visione. Perchè uscito dal cinema, lo confesso, avevo un po’ di amaro in bocca, convinto di vedere tanto Brad Pitt. NON ho una cotta per lui, ho decisamente altri gusti, ma la sua parte mi incuriosiva e sullo schermo non ci sta molto. Non è IL protagonista ma “solo” uno dei personaggi principali. Un equivoco, se così vogliamo chiamarlo, figlio dell’informazione italiana, la quale, sai che sorpresa, non fu perfetta nel pubblicizzare la pellicola.

Considerando tutto, Bastardi senza gloria è un signor film: esagerato, divertente, crudo… in parole povere la classica opera di Quentin Tarantino. Tarantino che, ancora una volta, ha saputo lavorare con grandi interpreti. Due persone spiccano su tutte: il già citato Brad Pitt e ancora Christoph Waltz, stavolta nei panni dello spietato, furbo e indimenticabile Hans Landa.

Spazio alle donne…

Grindhouse – A prova di morte (2007)

Giochi col fuoco? Occhio che prima o poi ti bruci. Prendi di mira delle dolci e per niente pericolose ragazze? Affaracci tuoi. A prova di morte è la metà a tutto gas del progetto Grindhouse, dove il buon Quentin collabora con l’amico Robert Rodriguez. Che, giusto per capirci, è l’omino dietro la macchina da presa di film come Dal tramonto all’alba (tra i miei 10 film preferiti), tutti gli Spy Kids e i due Sin City.

Che film è A prova di morte? Godibile, ha tanto ritmo, tanta azione ed ovviamente dialoghi che non annoiano mai. Super menzione per Kurt Russell, divertente ed inquietante nella parte dello stuntman maniaco.

Kill Bill (2003/2004)

Talmente lungo che si è deciso di dividerlo in due. Ma sono convinto che me lo sarei gustato anche in un’unica soluzione. Duelli con le katane, generosi spruzzi di sangue, occhi strappati a mani nude e QUEL dialogo sui supereroi che, per un fan dei fumetti made in USA come il sottoscritto, ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta.

Come in tutte le sue opere, Tarantino dimostra di saper come comporre un cast. Due donne su tutte: Uma Thurman, protagonista dolce e spietata, e Daryl Hannah, la peggiore bastarda che possiate immaginare con la suoneria del cellulare che ti entra in testa e non ne esce più. E per quanto riguarda gli uomini? Michael Madsen è ottimo nel suo essere un patetico e letale perdente mentre David Carradine rasenta la perfezione ne panni dell’ex amante tradito che si dimostra spietato. E lucido, fino alla fine.

Jackie Brown (1997)

Quentin Tarantino ha fatto discutere appassionati di cinema e addetti ai lavori e spesso ha diviso la critica. Da fan posso dire che “tutte le rose hanno le spine” e questa spina è rappresentata da Jackie Brown. Non sto dicendo sia una cagata pazzesca (cit.), ma proprio non riesce a piacermi, la trovo a tratti perfino noiosa. E l’ho vista più volte, sperando in un effetto tardivo, un po’ come mi successe con Bastardi senza gloria. Ho detto un’eresia? Commentate in fondo alla pagina o insultatemi qui, su Twitter.

Due parole per un film che avrò visto ventordici volte

Pulp Fiction (1994)

Perchè potrei guardarlo all’infinito? I motivi sono infiniti: c’è la valigetta più misteriosa nella storia del cinema, il mitico balletto tra Uma Thurman e John Travolta e il portafoglio BAD MOTHER FUCKER (su Amazon c’è, giuro). E poi la maionese definita senza pietà come merda gialla e… Luca Ward?! Ebbene sì, il doppiatore italiano presta la voce al personaggio di Jules e fa un lavoro magnifico, cambiando profondamente il personaggio di Samuel L. Jackson. Che, parere mio, nella versione tricolore ha un tono di voce meno stridulo e allucinato risultando al contempo decisamente più cazzuto. E infatti… Ezechiele 25:17 e BANG! BANG! BANG! come da foto qui sopra.

Si potrebbe riempire un libro solo con i momenti indimenticabili e i dettagli succulenti di questa pietra miliare del cinema, Oscar nel 1995 per la miglior sceneggiatura originale. E starei ore a parlare di certe scene, ma sarei talmente logorroico che poi vi toccherebbe chiamare il signor Wolf per risolvere il problema…

Finito? Quasi…

Le iene (1992)

Dove tutto ebbe inizio e dove questo articolo finisce, senza molte altre parole. Perchè, piaccia o meno il genere, dovete assolutamente vedere l’esordio al fulmicotone di Quentin Tarantino, un personaggio particolare ed interessante. Che ci ha regalato 9 bellissime dichiarazioni d’amore indirizzate alla sua grande passione, il cinema.